Oriental melanzane a funghetto

Oriental melanzane a funghetto


Lo conoscete tutti FoodPairing vero? Un sito dove un food blogger potrebbe impazzire, quando l'ho scoperto ho passato credo tre giorni lì come una drogata a studiare tutti gli abbinamenti che più mi incuriosivano. Con la voglia di sperimentare tutti i più azzardati!
Partendo dalla salsa di soia, dubitavo si abbinasse anche al pomodoro per via dell'acidità, invece a quanto pare non è così. Per quanto riguarda le melanzane, invece, su suggermento di di Puccioseria ho scoperto questo bel libro “Culinary Artistry” di Andrew Dornenburg e Karen Page e via un altra valanga di abbinamenti, e tornado alle melanzane... Guardate un pò?

"Per le melanzane: acciughe, bacon, basilico, besciamella, pangrattato, capperi, formaggi di capra, gruyère, mozzarella, parmigiano, ricotta, cerfoglio, cumino, cream, aglio, prosciutto, agnello, limone, menta, funghi, olio d’oliva, olive, cipolle, origano, paprika, prezzemolo, peppers, pesto, pinoli, riso, rosmarino, sale, scalogno, gamberetti, soia, dragoncello, timo, pomodori, aceto (soprattutto il balsamico), noci, yogurt, zucchine." Tratto da qui.

E' già! Melanzane e soia si può fare, paprika idem e su pomodoro e melanzane credo che nessuno abbia dubbi. Quindi, vi lascio alla ricetta... Di solito nella cucina orientale non si usa mai l'olio extra vergine... Lo so! Ma proprio non ci riesco ad usare quello di semi anche se in questo caso sarebbe più indicato.

ORIENTAL MELANZANE A FUNGHETTO

2 melanzane lunghe
70 gr di pomodori pachino
olio evo
2 cucchiai di salsa di soia
1 pizzico di paprika
basilico fresco

In un wok con dell'olio cuocere le melanzane tagliate a quadretti, io le sbuccio, ma si può anche evitare se conoscete la provenienza. Quando le melanzane avranno cotto per una 20ina di minuti aggiungere i pachino e qualche foglia di basilico, terminare la cottura aggiungendo la salsa di soia. Controllate la sapidità se serve aggiungete altra salsa di soia, unire la paprika a proprio gusto. Guarnire con altro basilico.

Pennette rosse con rosmarino e branzino al limone

pennette rosse con rosmarino e branzino al limone

E' ora di fare il cambio di stagione insomma... Il mio armadio richiede una bella sistemata almeno quanto la testa! Rioganizzare e stabilire cosa serve e cosa no, soprattutto buttare le vecchie cose che non servono. Non so se a voi da soddisfazione liberarsi di delle cose che non si usano più, a me da morire! Ma devo essere anche nella condizione psicofiscica adatta per farlo e a stomaco pieno (il giusto) si ragiona molto meglio. Allora vi racconto questa ricetta che per me è un piatto unico perfetto, anche per assumere un pò di fosforo che, come dice la nonna, aiuta a concentrarsi.
Dopo questo putpurrì di detti popolari... Andiamo al sodo! Amo i sughetti di pesce, quindi quando lo acquisto, ne prendo uno in più così il giorno successivo con la parte che resta posso fare un condimento per la pasta... In questo caso avevo del branzino. Per questa ricetta si può usare cotto al forno o anche lessato, certo che se le avrete cotto in forno con tutti gli aromi, come in questo caso, e con il rosmarino, ripreso nel sugo, è un altra cosa.
Per il sugo, quindi, ho unito pachino e rosmarino, se ancora non lo avete assaggiato domani stesso provate!! Fondo di cipollotto, pachino tagliati a metà, due bei rametti interi di rosmarino fresco, far saltare in padella fino a che non si formi un pò di cremina pachinosa e togliere i rametti saltarci la pasta con un filo d'olio. Poi mi dite eh?? Ricetta nella ricetta oggi! :)

PENNETTE ROSSE CON ROSMARINO E BRANZINO AL LIMONE

200 gr di pennette
150 gr di branzino già pulito
100 gr di pachino
2 rametti di rosmarino
cipollotto
scorza grattugiata di un limone bio
olio evo
sale

In una padella capiente preparate il sugo come indicato sopra, cioè stufando leggermente il cipollotto in olio e magari poca acqua se sta soffriggendo troppo. Aggiungere i pachino e il rosmarino, quando vedrete che i pachino cominciano a "sgonfiarsi" aggiungere il pesce e terminare la cottura eventualmente aggiungerno un pochino di acqua di cottura della pasta.
Scolate le pennette cotte in acqua salata e saltatele nella padella con il condimento. Aggiungete le zest di limone.

Tapenade olive verdi e fiori di zucca

Tapenade con fiori di zucca

Gli ultimi... Si spera! Dico la verità le piante di zucchini che sono in giardino quest'anno non smettono più di fiorire ed è un vero peccato non usare questi meravigliosi fiori freschi che ogni giorno sbocciano.
Li ho messi nella pasta, c'ho fatto il pesto e adesso mi sono detta ma perchè non un antipasto? Lenny, ed io ci siamo proprio sbizzarrite in quest'ultimo periodo!
Avevo delle olive verdi greche in casa, buonissime e l'associazione è stata abbastanza facile: ok tapenade! La ricetta di questa salsina a quanto pare è proprio antica, nasceva prima degli antichi romani ma non era proprio come quella che conosciamo oggi, bisogna aspettare il 1700 quando dai paesi tropicali venne importato l'elemento principe di questa preparazione: il tapenò, ossia il cappero. Gli ingredienti della tapenade classica li conoscete tutti credo: olive, capperi, acciughe, olio. Ma i fiori di zucca stanno benissimo con le acciughe per non parlare dei capperi. Insomma questi fiori hanno davvero un gusto talmente neutro che sembrerebbero sposarsi un pò con tutto, chiaramente i gusti forti coprono totalmente il loro sapore perciò ho deciso in questo caso di eliminare le acciughe e lasciare più spazio al loro gusto delicato.
La prepazione si esegue come da tradizione con un mortaio e io adoro farla così perchè rimangono dei pezzeti molto più grossolani e soprattutto la crema viene molto meno acquosa che con il frullatore.

TAPENADE DI OLIVE VERDI E FIORI DI ZUCCA

150 gr di olive verdi già private dei noccioli
15 fiori di zucca
4 capperi sotto sale
olio evo

Denocciolate le olive lavate i fiori di zucca tenete le corolle lavatele e asciugatele bene e fatele a striscette. Aggiugere i capperi dissalati e mettete tuto in un mortaio di legno o di pietra.
Pestare fino a quando ne avete voglia o non raggiunge la giusta consistenza. OTTIMO ANTISTRESS! Aggiumgendo un cucchiaino d'olio.
Bruscate il pane e servite.
Con queste dosi otterrete all'incirca la tapenarde per 4 bruschette con fette grandi di pane casareccio.

Con questa ricetta partecipo alla racconta di Erborina: Tapas per l'estate visto che è stata prorogata ancora fino al 30 settembre:

Per il restyling del mio blog devo ringraziare Salsa di Sapa, credo che tutti la conosciate.

Indice

E' stato necessario fare un pò di ordine...
E' stato anche un lavoro abbastanza lungo ma alla fine spero che questo indice vi sia utile per trovare all'interno del mio blog quello che cercate. Dato che il numero di ricette ormai comincia ad essere cospicuo.






ANTIPASTI, FINGER FOOD & APETIZER










SECONDI PIATTI



Carne e pesce:
Uova:

Vegetariani:






VERDURE













DOLCI & FRUTTA


Biscotti e dolcetti:
A forma di baci di dama

Torte e crostate:

Dolci al cucchiaio:




CREME CONSERVE E CONDIMENTI





PANE E AFFINI








DRINKS


Crema di meloncello


E' pronto! Dopo diversi giorni di attesa anche questo liquore è pronto per essere assaggiato...
Scusate la foto che non rende minimamente ne il colore ne la consistenza, dovrò raccontarvelo io a parole.
Questo liquore cremoso ha un colore arancione pallido (non il rosa strano che si vede qui)! Profumato e con un sapore di melone, abbastanza intenso che prima arriva alle narici e poi al palato, abbastanza dolce, ma non tanto quanto le creme comprate. Dopo averlo preparato è consigliabile tenerlo nel congelatore e quando bisogna servirlo è meglio agitarlo bene.
Inutile dire che la riuscita di questo liquore non è la stessa se non usate meloni profumatissimi e molti dolci, quelli estivi, assolutamente bio, io consiglierei i cantalupo, dato che si usa anche la buccia... OK! Ok! Tanto la buccia si mette nell'alcool che strerilizza tutto! ... Ma quanto poi sia vero questo non lo so! Forse bisognerebbe chiedere al mitico Bressanini.

CREMA DI MELONCELLO ( in 7 giorni)

1 melone (circa 350 gr)
400 gr di alcool puro a 95°
1 litro di latte
400 gr di zucchero
250 gr di panna per dolci

Lavare il melone tagliarlo e pulirlo solo dai filamenti interni. Farlo a pezzi con la buccia metterlo in un conteniture che possa essere chiuso. Versarci sopra l'alcool, schiacciare un pò il melone con una forchetta e mettere al buio il conteniture chiuso. Io ho avuto bisogno di 400 gr di alcool perchè il mio melone era abbastanza grande, ma considerate che se avete un melone più piccolino mettetene il quantitativo sufficiente in modo tale che il frutto ne risulti tutto coperto.
Lasciar riposare per 7 giorni, agitandolo quando ve ne ricordate.
Il sesto giorno in una pentola molto capiente unire il latte e la panna e cuocerli insieme fino all'ebollizione, da qui continuando a mescolare lasciate cuocere a fiamma bassa per 30 minuti. Trascoso tale tempo chiudere la pentola e lasciar riposare tutta la notte.
Il giorno successivo, cioè il settimo giorno, filtrare l'alcool il cui avete lasciato macerare il melone. Aggiungerlo al latte. Conservare in freezer, e bere trascorsa un altra settimana.
Con queste dosi ho attenuto circa 4 litri di meloncello

Crostata ai frutti di bosco con zenzero fresco e auguri...


Ultimamente un pochino troppi dolci che dite?
Settembre è un mese pieno di compleanni non trovate anche voi? Che volete in fondo è bello farsi un regalo a Natale no?? :)))
Battute a parte AUGURI a tutti i nati nella stagione autunnale e soprattutto AUGURI a chi è nato oggi, che legge il mio blog ma non lo ammette, che non ama i dolci tranne il millefoglie, che non ama le verdure tranne i fagiolini! :) Tanto per non lasciare dubbi!
Ho davvero molti amici che festeggiano in questo periodo perciò eheh! Post libera tutti ragazzi... Un augurio generale con un dolce semplice e speciale.
Mi sono accorta tra l'altro di non aver ancora mai postato una crostata, in generale quelle con la frutta sono quelle che preferisco per alleggerire ho eliminato la classica crema e ho lasciata solo frutta.

CROSTATA AI FRUTTI DI BOSCO CON ZENZERO FRESCO

Per la frolla:
300 gr di farina
2 uova
120 gr di burro
100 gr di zucchero
buccia grattuggiata di un limone
1 cucchiaino di lievito
Per la farcitura:
300 gr di frutti di bosco misti (anche surgelati)
3 cucchiai di zucchero
1 foglio di gelatina
1 bicchiere d'acqua
2 cm di radice di zenzero fresco grattugiato

Preparare la frolla cominciando dalle uova e dallo zucchero sbattendo bene via via aggiungete tutti gli altri ingredienti, con un impastatrice è meglio almeno non si correi il rischio di scaldare troppo l'impasto. Prelevarlo avvolgendolo in una pellicola e lasciandolo riposare in frigo per un ora.
Tracorso tale tempo disponere la pasta su una teglia coperta di carta forno e bucherellarla con i rebbi della forchetta infornare per 15 minuti a 180°.
Pulire e lavare i frutti di bosco. Ammollare la gelatina in acqua fredda e poi tutffarla in acqua calda in cui avremo aggiunto anche lo zucchero. Sistemare a questo punto i frutti sulla frolla coprire con lo sciroppo e lasciar freddare.

Schiacciata alla cannella con uva fragola


Tripudio di post sulla famosa schiacciata toscana (anzi Fiorentina) con l'uva... L'ho vista in talmente tanto blog che ormai ho perso il conto! Ma evidentemente sarà perchè ne vale davvero la pena??
Forse perchè? La consistenza come dire? "succosa" di questo dolce conquista al primo assaggio?
L'impasto morbido e zuccheroso fa da contorno all'uva avvolgendola dolcemente e questa via via che si cuoce crea... Un'idea di marmellata? Un idea di mosto? Non saprei definirlo. Nell'impasto lievitato ho aggiunto un pizzico di cannella, giusto per dare un lieve profumo, che si potesse percepire, ma non sentire dato che la vera protagonista di questo dolce deve essere l'uva. Di solito la cannella sposa bene con la frutta e con molte confetture in questo caso il lieve accenno si sentiva solo nel profumo ma non al palato.
Dopo aver letto la versione di Carolina, Sigrid, Furfecchia, Elga e Juls ho usato questa versione:

SCHIACCIATA ALLA CANNELLA CON UVA FRAGOLA

1 kg di uva fragola
500 gr di farina
150 gr di zucchero di canna
1 cubetto di lievito di birra
1 bicchiere d'acqua
2 cm di stecca di cannella
olio evo
sale

Armatevi di santa pazienza e cominciate a pian piano a sganare l'uva lavarla, tagliare a metà ogni acino e togliere i semini. L'operazione per un 1kg di uva richiede 40-45 min... Se non optate per lasciare e semi! :)
Sciogliete il lievito in acqua. Nell'impastatrice mettere la farina, 2 cucchiai di zucchero, una grattatina di cannella, un pizzico di sale e cominciate a impastare aggiungendo via via l'acqua con il lievito, fino a che non otterrete un impasto della consistenza della pizza. Lasciatelo riposare per 2 ore. Dopo stendete 2/3 dell'impasto su una teglia da forno ben unta d'olio. Ora lasciando un margine abbondate di 5 cm, sistemate gli acini d'uva, circa 750 gr, cospargere con lo zucchero di canna (ma lasciatene da parte ancora un cucchiaio). Prendere a questo punto il restante impasto allargarlo e disporlo sopra all'uva in modo da chiuderla in un fagotto, tirare su i lembi della pasta sottostante e con le mani. Date una forma rettangolare al tutto facendo aderire la parte inferiore e superiore della pasta.
Disporre l'uva restante sulla superficie schiacciandola un poco e usare lo zucchero rimanente anche sulla superficie. Questo caramellerà leggermente la superficie rendendo la pasta ancora più golosa. Cuocere a 180° per 1 ora (forno statico) credo 40 minuti in quello ventilato.

Scusate qualche problema tecnico questa mattina!! Sono comparsi dei post involontariamente

Sciroppo alla menta

Periodo di conserve e soprattutto voglia di mantenere i sapori estivi anche in inverno. Le piante aromatiche in estate troneggiano nei giardini ma ai primi freddi spesso muoiono. Ed ecco che ci prepariamo a congelare pesti e conservare basilico nel modi più disparati! Stessa cosa anche per la menta. Perciò dopo averne fatta una bella racconta ho cominciato a darmi da fare con le ricette per conservarla.
Ho seguito con molto interesse quello che ci raccontava Carolina in merito a questo sciroppo e il bel dibattito che ne è venuto fuori... Sarebbe bello che da ogni ricetta postatane emergesse un dialogo così costruttivo.
Ora di tempo ne è passato devo dire... Volevo postare prima il mio sciroppo ma solo da poco sono riuscita a fotografarlo!
Adesso vi dirò la mia per tutti quelli che ritenevano che si sentisse troppo lo zucchero e poco la menta io vorrei rispondere:provate a farlo con la menta glaciale e non la piperita o la mentuccia romana e le dosi di Carolina risultano perfette, io le ho solo dimezzate. Il procedimento che ho seguito però è stato un pò diverso.
La menta glaciale rende FREDDISSIMO questo sciroppo che va allungato con acqua ghiacciata così... Semplicemente. Questa è la mia versione preferita ma potete aggiungerlo al latte, oppure alle preparazioni dolci ad esempio questi muffin.
La menta che vedete nella foto non è quella che utilizzato per lo sciroppo... Purtroppo quella ormai è terminata!

SCIROPPO ALLA MENTA

100 gr di foglie di menta glaciale
250 gr di acqua
500 gr di zucchero

Liberare pazientemente le foglioline di menta dai rametti e pesarne 100 gr. Lavandole bene e asciugandole. Mettere le foglie in una terrina con metà zucchero e passare tutto con il frullatore ad immersione, lasciando riposare un oretta il composto. In una pentola scaldare l'acqua con a restante parte dello zucchero. Cuocere con la fiamma al minimo per 20 minuti (il profumo che sprigiona è davvero impressionante) poi lasciar freddare.
L'operazione di filtraggio è la più lunga e deve essere accurata:prima passare tutto in un colino a maglie strette e poi rifiltrare il tutto attraverso un panno di lino. In questo modo non ci sarenno depositi sul fondo della bottiglia e lo sciroppo non apparità "torbido".

Biscotti al limoncello


Iniziamo la settimana con qualcosa di dolce, che non fa mai male e mette sempre di buon umore. Vi consiglio la ricetta di questi biscotti, sapete perchè? Sono convinta che dopo averli preparati la prima volta terrete la ricetta nel cassetto tra quelle che volete avere sempre a portata di mano! Questi biscotti sono velocissimi di preparare, versatili e soprattutto davvero light... Se sono anche buoni me lo direte voi. Io ogni volta faccio una dose doppia perchè a casa mia piacciono a tutti e li faccio abbastanza spesso, come anche questi.
La ricetta non prevede l'ultizzo del burro ne delle uova, il profumo del limoncello gli da il tocco di carattere, la consistenza è biscottosa e croccante se si vuole un biscotto più soffice basterà cuocerli un pochino di meno e il gioco è fatto! Inutile dire che ci si può sbizzarrire con mille varianti. Questa volta io volevo usare il nuovo cutter... (Grazie Emi e Chiara!)
Si conservano diversi giorni nella classica scatola di latta.

BISCOTTI AL LIMONCELLO

1 bicchiere di zucchero
1 bicchiere di olio (la ricetta prevede di semi io ho usato l'oliva)
1/2 bicchiere di limoncello
1 bustina di lievito
farina q.b.
Polvere al cacao per guarnire

Unire lo zucchero, l'olio, il limoncello mescolante e setacciante all'interno il lievito con la farina. Sempre continuando a mescolare (io ho usato la planetaria). Quando l'impasto risulta amalgamato e abbastanza solido da poter essere maneggiato stendetelo e date la forma desiderata. Cuocere per 10 min o fino al punto che siano lievemente colorati, a 180°.
Guarnire a piacimento con zucchero a velo o cacao.

Spaghetti con fiori, zafferano e rosmarino

spaghetti con fiori zafferano e rosmarino



Si torna a parlare di ricette, finalmente il fresco mi ha dato una mano a tornare in cucina... Non è che stessi prendendo tempo con il reportage del mio viaggio... No figuriamoci! :)
Insomma anche voi siete tornati ad accender il forno pian pianino come vedo.
Ho visto sul blog di Lenny una ricetta che mi ha ispirato! Perfetta sicuramente la sua versione ma non ho resistito ad apportare alle mie personali modifiche. Lenny chi sa ad aggiungere una parte croccante come la mollica?? Chissà come sarebbe venuta. Da provare!
Adesso due parole sulla ricetta: lo zafferano fa bene, aiuta a rilassarci ed è un antidepressivo perciò è giusto non usarlo con troppa parsimonia. Lo zafferano in pistilli chiaramente è preferibile a quello in polvere, se decidete di usare quello in polvere ricordatevi che sprigiona meglio in suo aroma se aggiunto in ambiente umido quindi magari ad un pò di acqua di cottura della pasta. Senza però "cuocerlo" troppo perchè se no perde tutti i suoi principi. Unire i fiori allo zafferano

SPAGHETTI CON FIORI, ZAFFERANO E ROSMARINO


200 gr di spaghetti di Gragnano
10 fiori di zucca
1 piccolo rametto di rosmarino fresco con i suoi fiori
o,o1 gr di pistilli di zafferano (4-5 pistilli)
Capperi (se vi piace)
Olio evo
Sale



Pulire i fiori di zucca dal pistillo sciaquarli e asciugarli. In una pdella con dell'olio mettere le foglioline di rosmarino qualche istante senza farle rosolare troppo e poi toglierle (se si friggono troppo rendono l'olio amaro, però così rilasciano solo il loro profumo). Scottare i fiori di zucca sfilettati nell'olio salandoli. Qualche minuto di cottura, aggiungere i capperi dissalati. Scolare la pasta, lasciando poca acqua di cottura e saltare tutto in padella con i pistilli di zafferano. Aggiungere i fiorellini di rosmarino, lavati per guarnire. Mio padre ha deciso che mettere sopra una spolverata di parmigiano stesse bene. Io li ho mangiati così credo che si possa apprezzare il meglio il profumo dello zafferano e dell'origano.

Sweet sweet Lady Cocca mi ha dedicato un bellissimo premio, per cui la ringraziodi cuore! Ho qualche problema a visualizzare il suo blog, non so da cosa dipenda.

Paris


Ultima tappa del viaggio, e non poteva esserci miglior meta conclusiva! La magia di questa città l'ho assorbita tutta al massimo e 5 giorni mi sono resa conto che sono stati davvero pochissimi per saggiarne a pieno tutto il fascino. Passeggiare per le sue vie, a volte con il naso per aria a volte gustandomi scorci della senna a volte semplicemente ascoltando i suoni che mi circondavano mi ha fatto sentire lontana dalla mia realtà immersa in un enorme bolla... Scoppiata appena tornata a Roma.

Delle numerose cose che ho fatto e visto a Parigi, riassumo, come qui, le tappe della giornata tipo per food addict e golosoni!:

Passeggiare per Montmatre è un buon modo per iniziare la giornata, facendo colazione al Cafè des 2 Moulins o bar di Amelie (io adoro quel film!)
Scoprendo il Moulin de la Galette reso celebra da Renoir e il bellissimo panorama sulla collina fuori dal Sacre Coeur. Spostatevi per visitare il cuore di Parigi, i due isolotti sulla Senna da cui gustarsi gli scorci dei ponti sul fiume e di Notre Dame. Sull'Ile Saint Louis fate sosta da Cacao e Chocolat per fare scorta dei loro differenti tipi di cioccolato.
Per pranzare potete recarvi a Les Fous de L'Ile, un piccolo ristorante francese, simpatico per l'arredamento, la cucina è molto curata buona proposta anche di vini anche al bicchiere.

Concludete con un gelato da Glacier Berthillon, provate sempre sull'isola prima di abbandonarla e dirigervi a Palce Madeline per un pò di shopping ancora a tema cibo! Fauchon, non è una profumeria ma forse i prezzi sono quelli. Dal cioccolato ai vini alla boulangerie e la pastisserie insomma... Anche solo per andare a curiosare e contare quanti tipi di madeleine propongono! In questa piazza trovate sia il ristorante sia il negozio. Accanto una volta c'era Minamoto Kitchoan, ma ormai ha chiuso!
A questo punto è d'obbligo raggiungere l'arco di trionfo per una passeggiata sugli Champs Elisèe... Fermandosi al Lido per vedere uno spettacolo magari, qui non ci sono solo spettacoli in stile Mouline Rouge ma anche musical.

Dopo teatro il posto che consiglio dove cenare è la Cagoullie a Montparnasse, un ristorante di pesce specializzato in frutti di mare, sicuramente da provare. Non vi aspettatae certo la nostra cucina a base di olio d'oliva!! (di questo purtroppo no ho foto).
Ultima fermata 'Trocadero' per vedere la Torre Effeil illuminata di notte e concludere alla grande un viaggo durato quasi un mese. Con il cuore carico di tutte queste immagini torno alla solita routine! AHHH! Aiuto ho la sindrome costa crocere! :(

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Cafè des 2 Moulin
15, Rue Lepic - Pigalle

Cacao e Chocolate
63, Rue Saint Louis en L'Ile - Pont Marie

Les Fous de L'Ile
33, Rue des Deux Ponts - Pont Marie

Glacier Berthillon
31, Rue Siant Louis en L'Ile - Pont Marie

Fauchon
26, Place de la Madeleine -Medeleine

Lido de Paris (Teatro)
116 Bis, Avenue Champs Elysées -George V

Cagouille
10, Place Constantin Brancusi - Gaitè
Montparnasse

Route du Champagne: Reims e La Marne

La zona della Marne, nella Champagne-Ardenne è la sorella più nota dell'Aube, anche qui si produce Champagne ma si contano più cantine e si incontrano le maison più note.

EPERNAY

Si procalma come la capitale du Champagne e non a caso! Sotto Epernay ci sono qualcosa come 110 km di gallerie, cantine sotterrranee in cui invecchiano oltre 200 milioni si bottiglie di Champagne.
Le Cantine più importanti da vedere qui sono la:

MERCIER
68-70 Av. de Champagne 51200 EPERNAY
visita con degustazione completa 16€ (3 calici)

E' la più nota marca di Champagne in Francia infatti il 90% della sua produzione è venduta qui. La visita lascia un pochino perplessi dall'immensia botta da 160.000 litri al poco caratteristico trenino che fa percorrere le cantine immense (luogo in cui venne persino effettuata una corsa di formula uno). L'interessante degustazione finale ha previsto l'assaggio di un brut millesimato, un brut 2004 sec (il 2004 è stata la migliore delle ultime annate), un demisec rosè e un brut rosè. Parlando da profana, perchè non sono un esperta di Champagne, il brut 2004 è quello che ho gradito di più, invece molto più delicato e zuccherino il demisec rosè, che ho senza dubbio apprezzato.



DE CASTELLANE
57, rue de Verdun - 51200 EPERNAY
visita con degustazione completa 18€ (3 calici)

E' possibile visitare il museo della maison dove viene illustrato il méthode champenoise. Nella torre viene presentata la storia della famiglia de Castellane, 237 portano in cima alla torre, a 60 m di altezza, da cui p possibile osservare Épernay e i vigneti.

MOET & CHANDON
20 Av du Champagne - 51 200 EPERNAY
visita con degustazione 18 € (2 calici)

Il mome di questa importante casa è legato all'abbazia di Hautvilliers e a dom Pérignon. Le cantine, lunghe 28 km, contengono l'equivalente di 90 milioni di bottiglie. La visita della durata di circa un ora, si seguono le varie fasi della preparazione dello champagne, tra cui il remuage e il dégorgement (sboccatura). Paradossalmente per i francesi questa resta la casa meno conosciuta infatti Moet&Chandon esporta all'estero quasi tutta la sua produzione ed è poco consumato in Francia. La degustazione ha previsto champagne Brut Impérial, champagne Rosè Impérial.

REIMS

Oltre che per le note cantine Reims è anche una città da visitare con tranquillità scoprendo dalla bellissima cattedrale di Notrè Dame in cui sono stati incoronati la maggior parte dei sovrani francesi e il caratteristico centro in cui ci sono diversi ristoranti e interessanti negozi di gastronomia, con gli immancabili biscuit rose perfetti per accompagnare lo champagne

POMMERY

5 pl. du Gén.-Gouraud F - 51100 Reims

visita con degustazione 10 € (1 calice) necessaria prenotazione in anticipo

Si entra in un vero e proprio castello stile elisabettiano, adesso campus universitario, è possibile visitare le cantine gallo-romane situate a 30 m di profondità, si snodano per 18 km e contengono 25 milioni di bottiglie di champagne è possibile partecipare a una degustazione o anche fermarsi a pranzo o cena, i prezzi certo, non sono proprio accessibili.

G.H. MUMM

34 rue du Champ de Mars - 51100 Remis

visita con degustazione 19,50 € (3 calici) con commento di un enologo

Immancabile la visita, anche perchè è l'unica casa che si trova proprio al centro di Remis, è il terzo produttore di Champagne al livello mondile (8milioni di bottiglie l'anno). Forse tra tutte è la maison che ho trovato più interessante. La degustazione comprende l'assaggio di: G.H. Mumm Cordon Rosé, Mumm de Cramant, G.H. Mumm Grand Cru. Inutile dire che il Gran Cru era di gran lunga superiore ai precedenti, la degustazione è unita a un commento in merito ai differenti champagne.


Concludo il capitolo su Reims e su la Route touristique du Champagne consigliandovi un paio di posticini dove rifocillarsi dopo le degustazioni che avranno reso la vostra testa un pò pesante! :)

L'Apostrophe
59 Place Drouet d'Erlon (abbastanza economico) - Reims
Caffè-Brasserie in cui è possibile pranzare velocemente anche su tavolini all'aperto, all'interno anche una libreria. LA cucina è francese con qualche piatto internazionale. Carpaccio e Tartare disceti.

Le continental
95, Place Drouet d'Erlon (abbastanza caro) - Reims
Un incantevole vista sulla città, ci si può recare in questo ristorante sia per sorseggiare un bicchiere di champagne sia per un tè nel pomeriggio ma soprattutto per cena, servono tutte le specialità francesi da provare la 'magret de canard au miel d'acacia'.

Marchè du Boulingrin
Place du Boulingrin - aperto il sabato dalle 5 alle 15 - Reims
Mercato alimentare particolarmente fornito all'interno c'è una buona fromagerie
La cave aux Fromages
12 Place du Forum -aperto da martedì a sabato - Reims

Route du Champagne: Troyes e L'Aube

La regione de la Champagne-Ardenne in Francia mi ha accolto dopo il periodo British con temperature decisamente più accettabili e cucina... Almeno per quel che riguarda i miei gusti, decisamente migliore! Questa regione, sicuramente meno turistica e famosa di altre zone della Francia è stata un inaspettata scoperta. Piccoli paesini, campagne con vigneti a perdita d'occhio piccole e grandi cantine di produttori del famoso vino con le pregiatissime bollicine!
La Champagne-Ardenne si divide in due zone (departmènt): L'Aube, la zona più a sud, con capoluogo la bellissima Troyes e la Marne, la sorellina più famosa che comprende Reims e Epernay. Lo champagne ha tre regole per cui può essere così denominato: essere prodotto esclusivamente nelle montagne di Reims, nel dipartimento de la Marne, nella Cote des Blancs e in alcune zone dell'Aube e dell'Aisne, essere prodotto con vitigni selezionati di Pinot Nero, Pinot Meunier e Chardonnay e essere vinificato secondo le regole rigorose del méthode champenois (quello inventato da Dom Perignon per intenderci).
Ma andiamo per ordine oggi vi parlo del dipartimento dell'Aube.

Troyes è un gioiellino di città: case in graticcio, viuzze strette strette e mentre si cammina per il centro storico è facile sentirsi immersi in un racconto dei tre moschettieri o una commedia di Molière. Il centro storico si caratterizza dal fatto di avere la forma di bouchon di champagne, se guardato su di una cartina... e anche da un altra storia simpatica: quella dei gatti. Bè si, pare che nel vicolo dei Gatti (Ruelle des Chats) il passaggio sia talmente stretto che i gatti riescano ad attraversarlo saltando da un palazzo all'altro.

Passando al lato più "mangereccio" a Troyes di tipico potete trovare la loro nota Andouillete, nata proprio in questa città, il salsicciotto di trippa è un prodotto artigianale preparato esclusivamente con l’intestino crasso e lo stomaco del maiale, specialmente selezionati e tagliati a strisce nel senso della lunghezza. Ora io che sono romana, mi sono sentita pronta ad assaggiare la trippa insalsicciata! Sperimentata in due versioni sia cotta nel brodo quindi naturale, sia quella in crème-fraiche alla senape di vino bianco e scalogno e NON la cosiglierei, perchè è rimasta lì nel piatto. De gustibus!
Consigliato invece oltre allo Champagne è la Prunelle distillato ottenuto dai noccioli di prugne, decisamente gradevole e fine pasto.


Ecco qualche indirizzo irrinunciabile se passate di là:


1, Place Saint Pierre Troyes

Di fronte alla bella cattedrale di Troyes, trovate la più fornita enoteca della città. Vasta scelta di Champagne e Prunelle di Troyes.



CHOCOLATIER PASCAL CAFFET

2, rue de la Monnaie 10000 Troyes

C'è da rifarsi gli occhi dentro questa pasticceria, sembra una giolleria! :)
Ho assagiato i macarons e l'arancia candita coperta di cioccolato... Che ve lo dico a fare!!?!? Ma le torte sono da restare a bocca aperta


MERCATO DI HALLES stile Baltard (1874)

1, rue de la République Troyes

La struttura il ferro ghisa e vetro tutti i giorni ospita un caratteristico mercato alimentare, non è molto grande ma è possibile acquistare dai dolci di Pascal Caffet, alle più svarieate terrine alle quiche salate di tutti i tipi.


AU JARDIN GOURMAND
31 rue Paillot de Montabert
03 25 73 36 13 Troyes

Subito dopo il Vicolo dei Gatti vi è questo piccolo ristorante con cortiletto interno pochi coperti.
Trovate l'andouillete in salsa, buone tar tare e entrecotè. Buona scelta di vini al bicchiere (almeno una trentina in menù!). Menù da 17 €


Per terminare la vostra visita della zona: Bar-sur-Aube è un interessante meta che vi consentirà di scoprire una gradevole cittadina, immersa nei vigneti che si sviluppa lungo il fiume, appunto L'Aube

Il parco naturale in cui si trova il Lac d'Orient è senza dubbio un rilassante scenario per passare una giornata calda o gustarsi una passeggiata al tramonto, di ritorno da qualche visita a una cantina di Champagne!