Romanità a tavola: fiori di zucca fritti con mozzarella e alici
Plumcake stellare al limone
Avete presente quando in un negozio adocchiate quell'accessorio da cucina al quale davvero non è possibile rinunciare? Già vi vedete brave cuochine a far un figurone con la chicca che state per tirare fuori? Vero? Il nuovissimo stampo in silicone per piccola pasticceria mai visto? Oppure quello stampino che userete una sola volta nella vostra vita? :)
Quando ho comprato questo nuovissimo stampo da plumcake a forma di stella, non vedevo l'ora di provarlo e tutta felice realizzo un impasto pronto per essere infornato.
Il primo problema che si è posto è stato appunto: ma in che verso lo metto in forno? Per orizzontale o verticale? Dopo averlo riempito" per verticale", diciamo per 2/3, noto che già parte dell'impasto cominciava a strabordare fuori dal fondo, al che ho deciso di metterlo in forno in posizione orizzontale.
La cottura procedeva e notavo che comiciavano a staccarsi i tappini laterali con la lievitazione del dolce. Va bè poco male poi pulirò, mi sono detta.
Trascorsi i 40 minuti, molto dell'impasto era strabordato causando un terribile puzza di bruciato in tutta casa, capisco che è ora di togliere il dolce.
Il secondo problema: ed ora come libero il dolce da questo stampo?
Fortunatamente sono stata previdente e avevo imburrato infarinato senza pietà lo stampo così che spingendolo con un coltello da un lato è uscito senza distruggersi "troppo".
Terzo problema: la bellissima forma stellare era anche quasi riuscita peccato che il plumcake appariva un "tantinello" sbiadito e crudo.
Morale della favola? Pulire il forno dall'impasto bruciato e incollato mi ha fatto apprezzare il fatto di vivere ancora con mamma (che pulisce), anche se me ne lamento sempre. :)
PLUMCAKE STELLARE AL LIMONE
3 uova
200 gr di zucchero
250 gr di farina
1 pizzico di sale
3 tazzine di olio evo
buccia grattugiata di limone
1/2 yogurt greco
1/2 bustina di lievito
100 gr di marmellata al limone
Montare le uova con lo zucchero, fino a renderle spumose. Aggiungere a poco a poco la farina setacciata con il lievito incrporato, lo yogurt e il resto degli ingredienti, marmellata compresa.
Imburrare e infarire uno stampo da plumcake, oppure semplicemente ricoprirlo di carta forno.
Imburrare e cospargere di farina uno stampo per plumcake e versare il composto al suo interno.
Infornare in forno preriscaldato e cuocere per 40 minuti a 180° (forno statico).
Questo il risultato con un normalissimo stampo da plumcake rettangolare:
Ed infine:
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Semplicemente pepe rosa e Cavoli a merenda: Quell'ingrediente di troppo...
Si si lo so, doveva essere un ingrediente aggiunto alla preparazione?? Io in questo caso considererei l'ingrediente di troppo lo "stampo a stella", molto meglio usare lo stampo normale da plumcake.
Infatti chiedo alla giuria se la mia ricetta possa essere accettata o no. Se non sarà considerata valida intanto vi ricordo di questa simpatica raccolta che scade il 16 luglio:
Romanità a tavola: Ciambelline al vino
Ecco allora sentite questa storia, la trovate anche su Made in Kitchen:
Non di rado capita che nelle serate estive i romani si vadano a rifugiare nella zona dei Castelli un pochino fuori dalla città, dove si respira aria collinare e dove la temperatura scende di qualche grado. Avviene per le scampagnate della domenica e avviene anche quando si ha voglia di mangiare la cucina casareccia e rustica al riparo di una "fraschetta". Quando si va ai Castelli è d'obbligo la sosta ad Ariccia (o zone limitrofe) dove tra porchetta e pane casareccio si improvvisano banchetti all'aperto al suono di stornelli romani e vinaccio... Si la "romanella". E chi dei romani non si è mai preso una sbornia con quel maledetto vino da pochi euro? Chi non si è svegliato con mal di testa massacrante il giorno dopo e con lo stomaco che chiedeva pietà? Dai ammettiamo. Capita o almeno sarà capitato, in giovane età anche ai gourmet romani più incalliti. :)
Pan brioche limone e mandorle
Insalata con lenticchie all'alloro e stracchino di capra
Per leggere questo post potete fare una visita anche sul sito di dissapore, il blog più Spigoloso d'Italia ospita la mia rubica sulla cucina naturale
Sul discorso legumi, già iniziato qui, c'è ancora non poco da discutere. Avevamo iniziato a parlare di piselli, oggi invece introduciamo le lenticchie, o come si dice in gergo la lens culinaris. Sono un alimento oltre che antichissimo, e molto diffuso in Europa dove è possibile trovarne di tante varità:
la lenticchia marrone, quella che si trova anche in scatola
la lenticchia rossa (gialla o arancia), prevalentemente diffusa nella cucina asiatica
le lenticchie verdi, le più note sono quelle di Villalba e di Altamura;
la lenticchia corallo o rosa, assume questo colore perché è venduta già sgusciata
la lenticchia bionda, che si caratterizza dal fatto di essere più grande delle normali e
la lenticchia rosa pallido come la lentillon rosé di Champagne (Francia)
la lenticchia nera anche detta beluga per la somiglianza al caviale e... Credo che ci siano tutte.
Il bello è che in Italia, come spesso accade abbiamo molte varietà di lenticchie che rientrano anche nella categoria IGP, DOP o anche presidio slow food, come ad esempio la famosa di Castelluccio di Norcia usata in questa preparazione, più piccolina della classiche di colore che può andar dal marrone al verde-beige.
Le lenticchie sono spesso legate all'inverno e al Natale, ma è importassimo mangiarle durante tutto l'anno, oltre che per il ferro e il calcio, per le vitamine (tra cui anche il retinolo - antinvecchiamento) che contengono, sono consigliate in caso di diete vegetariane o vegan per assumere tramite questi alimenti ciò che contiene la carne.
Adesso vi lascio un trucchetto se state seguendo un regime alimentare che limita l'utilizzo di kcal, ma non volete rinunciare alle lenticchie, il consiglio è di farle germogliare. Per 100 gr di prodotto le lenticchie secche apportano 325 kcal, le lenticchie germogliate appena 106 kcal, certo magari non fatelo con le lenticchie di Castelluccio sarebbe un peccato.
200 gr di lenticchie
3 carote
1 gambo di sedano
1 spicchio d'aglio
100 gr di stracchino di capra
4 foglie d'alloro
olio evo
sale
rucola
Ammollare le lenticchie in acqua per almeno 6-12 ore prima di cuocerle. Dopo metterle in un tegame coperte di acqua fredda, un dito sopra il loro livello, se sarà necessario aggiungerete altra in cottura.
Lasciar lessare 15/20 minuti con una carota, un gambo di sedano e le foglie di alloro. Scolare e saltare in padella con olio aglio, sale e alloro, quando saranno ben condite e insaporite bastano 5 minuti togliere l'alloro e l'aglio e saranno pronte per l'insalata, appena si intiepidiscono.
Disporre un letto di rucola e sopra le lenticchie. Lavare e tagliare due carote, tagliarle a pezzettini e unirle crude alle lenticchie. Tagliare lo stracchino a pezzettini, o romperlo con le dita sul piatto.
Condire con olio e sale.
Le lenticchie possono essere preparate in anticipo e unite fredde all'insalata.
Romanità a tavola: la carbo-mare
"Non sai cosa ha ordinato mio padre ieri sera?!"
Ed io: " ... Dai cosa cosa??"
" la carbo-mare"
ed io, già con gli occhi di che luccicavano e il sorrisetto, resto in ascolto della spiegazione del piatto. L'idea la trovo subito buonissima non potevo aspettare troppo con questa idea in cantiere che frullava nella testa. Oggi è martedì e come ogni martedì cosa succede da queste parti?
Si bravi c'è l'appuntamento con la cucina romana, che trovate anche su Made in Kitchen ammetto che con questo caldo sta cominciando a dare un pochino di filo da torcere.
Dopo l'azzardo della scorsa settimana nel proporvi cacio e pepe in versione finger food, c'è sicuramente chi ha stretto i denti e ha urlato al sacrilegio. Mi piacciono le provocazioni e soprattutto le sfide, devo dire che se una ricetta fa discutere è perchè ha suscitato dell'interesse quindi non posso che esserne felice. Sono convinta anche io che le ricette tradizionali proprio perchè tali, proprio perchè collaudate siano insostituibili, ma non per questo ogni tanto si deve escludere la possibilità di "giocare" con qualche classico.
Quindi anche oggi mi sento di raccontarvi una ricetta che non è esattamente come "dovrebbe essere". Si parla sempre di carbonara, si parla sempre di uova e pecorino, ma per volerne fare una versione più estiva? Avevate mai pensato di sostituire il guanciale con della bottarga di muggine? Allora questa la dovete provare e solo dopo averlo fatto ditemi se non si potrebbe innamorare di questo primo piatto anche il più incallito degli amati della carbonara.
LA CARBO-MARE
200 gr di mezzemaniche
2 uova (2 tuorli e mezzo albume)
30 gr di pecorino
20 gr di parmigiano
20 gr di bottarga di muggine
sale
Cuocere la pasta in acqua salata.
In una terrina sbattere l'uovo e il tuorlo insieme al parmigiano e al pecorino fino ad ottenere una crema della stessa consistenza di quella pasticcera, quindi che si scivola giù dolcemente dal cucchiaio.
Tagliare la bottarga a fette e poi pezzetti, come se tagliaste la pancetta. Potete conservare qualche fettina intera per guarnire alla fine.
Scolare la pasta aggiungerla nella zuppiera con dentro le uova mescolare rapidamente e aggiungere un goccio d'acqua di cottura se necessario. Aggiungete anche la bottarga girate e disporre le mezzemaniche nei piatti con un altra spolverata di pecorino.
Pane bianco alla menta
La rivista in questione è quella che cito più volentieri, la ricetta in questione è quella di un lievitato adatto all'estate che, tra l'altro, trova quasi un "parente" tra le pagine di questo blog la versione alla liquirizia. Sto parlando di un pane bianco salato, morbido, cotto nello steso stampo del plum cake e arricchito con tante foglioline di menta (chiaramente cresciuta nel mio giardino con tanto affetto!). Poi venitemi a dire che in cucina la componente sentimentale è acqua TZE!
Nella versione originale questo pane prevede l'utilizzo di zucchero (quanto non si sa!) molta più menta, ma vi assicuro che il quantitativo indicato è più che sufficiente per aromatizzare quanto basta.
PANE BIANCO ALLA MENTA
200 gr di farina manitoba
100 gr di farina 00
La sera prima:
sciogliere 6 gr di lievito in 50 gr di acqua mescolare il lievito a 100 gr di farina. Impastare bene coprire con una pellicola trasparente e lasciare il frigorifero tutta la notte.
Un paio di appunti sul vinòforum: Il Sassicaia
La degustazione è stata guidata dallo stesso Giuseppe Meregalli che si occupa della distribuzione di questo vino, devo dire persona di grande charme dalle sue parole traspariva la passione per il suo lavoro e per questo vino e inevitabilmente un pochino l'ha trasmessa anche a noi.
Sono rimasta un pò perplessa quando ho visto che la degustazione iniziava non dal vino più giovane ma dalla bottiglia del 1996, poi pensandoci bene ho capito che chiarmente scegliere questo percorso era "cosa buona e giusta" in quanto le annate più giovani hanno tannini crudi e più amari che non ci consentirebbero di apprezzare bene la dolcezza dei successivi.
Amaranto in versione mediterranea
Romanità a tavola: Cous cous cacio e pepe
Collegatevi anche su Made in Kitchen per leggere la ricetta.
Lo so non è una ricetta tradizionale romana, ma una rivisitazione... Se fin ora siamo andati di pari passo con la tradizione direi che una piccola eccezione per oggi la possiamo fare. Per questa idea (che ho trovato subito strepitosa!) devo ringraziare la più Precisina delle blogger Nadia, durante un incontro a tema sempre cucina romana ha proposto questi sfiziosi bicchierini che ho subito riproposto alla prima occasione.
Conoscete tutti il classico romano "la cacio e pepe" non è vero? Preferibilmente tonnarelli. Bè pensate di mettere quello stesso sapore in un bicchierino finger food? Ok ci siete? Adesso togliete i tonnarelli e pensate a qualcosa che dia un tocco etnico, si, il cous cous.
Piace l'idea? Piacerà anche alle vostre papille gustative.
Il suggerimento è di fare delle porzioni sempre piccole dato che resta molto saporito, è sfizioso se mangiato in piccole dosi, perfetti per un antipasto e per un buffet.
Mi rimane la curiosità di fare un tentativo, aggiungere della mentuccia romana alla base di cous cous e riproporre una fogliolina sopra per guarnizione. Ritengo che sia una variante che potrebbe funzionare. Intanto vi do la versione di Precy:
COUS COUS CACIO E PEPE
250 gr di cous cous
brodo vegetale (stesso volume del cous cous)
200 gr di panna
200 gr di pecorino
pepe nero
olio evo
Cuocere il cous cous nello stesso volume di brodo vegetale con un goccio d'olio.
Farlo raffeddare e sgranarlo.
A bagnomaria sciogliere stesso peso di panna e pecorino, mescolare di tanto in tanto e aggiungere pepe.
Vi consiglio di grattugiare il pecorino molto fino per far si che questo si sciolga prima e non avere grumi nella salsa.
Nel caso comunque vengano dei grumi, potete sempre ricorrere al vecchio rimedio (poco ortodosso lo so!) del frullatore ad immersione. Disporre il cous cous nei bicchieri e sopra la crema di pecorino che avrete fatto riposare un pochino ma che resta è ancora calda
QUI OCCHIO: la crema calda fa si che il bicchierino si appanni creando un effetto di condensa brutto a vedersi.
Dovete aspettare il tempo necessario che "l'appannamento" vada via per servirli. Il tempo è variabile chiaramente dipende dal bicchierino nel mio caso c'è voluta un ora abbondante.
Quando sono freddi potete servire.
Torta salata agli asparagi
Sto ancora cercando di riprendermi dall'intenso fine settimana, o intera settimana e già ne comincia una nuova con altrettanti impegni. Niente da fare a me piace proprio così! Quindi se siete di corsa e non avete voglia di ammattirvi chissà quanto in cucina, l'idea adatta per questa stagione è sfruttare gli asparagi.
La mousse di asparagi, di cui segue la ricetta, può essere usata nei modi più disparati, spalamata su crostini o su ritagli di pasta sfoglia, potrebbe essere un idea per condire un piatto di pasta, potrebbe essere servita così com'è insieme a del pinzimonio o dei grissini come aperitivo.
Sicuramente potete sbizzarrivi. La mia idea è stata quella di metterla in un guscio di pasta sfoglia e utilizzarla per risolvere il problema classico, cena da preparare e poco tempo a disposizione.
MOUSSE AGLI ASPARAGI
200 gr di asparagi verdi
30 gr di prezzemolo fresco
200 gr di formaggio fresco spalmabile
50 gr di parmigiano
15 gr di pecorino
olio evo
sale
Lessare gl iasparagi e pulirli dalla parte del gambo troppo dura. Lavare il prezzemolo, prendere il vostro bravo frullatore ed unire nel boccale tutti gli ingredienti con olio e un pizzico di sale (dato che i formaggi danno già molta sapidità). Frullare a piacimento io l'ho lasciata piuttosto grossolana se voi preferite continuando a frullate otterrete un composto più omogeneo.
TORTA SALATA AGLI ASPARAGI
Per la mousse:
200 gr di asparagi verdi
30 gr di prezzemolo fresco
200 gr di formaggio fresco spalmabile
50 gr di parmigiano
15 gr di pecorino
olio evo
sale
inoltre:
1 uovo
1 rotolo di pasta sfoglia
Utilizzate il procedimento della mousse alla quale aggiungerete anche un uovo leggermente sbattuto.
Aprire il rotolo di pasta sfolia e sistemarlo su di una teglia coperta da carta forno. Io ne ho usata una di 20 centimetri in modo tale di avere la parte del ripieno più alta e parte della mousse mi è comunque avanzata. Preriscaldare il forno e cuocere a 180' per 30 minuti (forno statico).
Centrifuga al sedano
Quando comincia ad arrivare il periodo estivo, chi rispolvera la gelatiera, chi corre ai ripari con il vecchio metodo del sorbetto mescolato di ora in ora nel congelatore. A casa mia arriva il momento di rispolverare la centrifuga. Non che non si possa usare anche in inverno ma d'estate sia per la frutta che per la verdura c'è più possibilità di scelta, poi la prova costume imminente implica magari pranzi a base di dissetanti mix di frutta e verdura.
C'è chi urlerebbe al sacrilegio e un pochino lo è, sprecare tutta la polpa della frutta e la parte più coriacea della verdura per bere solamente la loro acqua. Tuttavia all'interno dell'estratto che viene fuori sono contenute moltissime vitamine che come dire... Non ci fanno di certo male. Perciò una tantum possiamo cimentarci in una di queste preparazioni, sbizzarrendoci con gli abbinamenti più disparati ed esotici. Il modello di centrifuga che ho io è questa qui, funziona bene, anche se è un pochino laborioso pulirla (ecco perchè finisco per adoperarla solo di tanto in tanto :)
Su quanto faccia bene il sedano e sulle sue favolose proprietà depurative potete dare uno sguardo qui, la verità è che non se ne consuma mai abbastanza.
CENTRIFUGA AL SEDANO (per 2 persone)
1/2 pianta di sedano piccola
1 mela
1/4 di avocado
1 rametto di prezzemolo
Mondare e tagliare a pezzetti la frutta, lavare il sedano e il prezzemolo. Se volete una bevanda fresca utilizzate prodotti che avete precedentemente messo in frigorifero oppure aggiungete dei cubetti di ghiaccio.
Inserire tutti gli ingredienti nella centrifuga e azionarla. Raccogliere il succo in un bicchiere, guarnire con gambi di sedano e/o foglioline di prezzemolo.
Se volete una centrifuga più "consistente" aprite il cestello e prelevate 1 cucchiaio di polpa rimasta lì, aggiungetela al succo ottenuto e mescolate fin quando non è ben amalgamato.
In alternativa, se non avete la centrifuga, è difficile ottenere un buon risultato frullando e passando al colino lo stesso preparato, perciò se volete comunque realizzare qualcosa di simile consiglio di visitare Spigoloso e vedere come fare.
Romanità a tavola: Tagliatelle alla gricia
Qualche rivoluzione nello staff di Made in Kitchen infatti da ieri incontriamo a capo del noto sito, una mia "vecchia" conoscenza... E mò tanto vecchia non direi dato che ha la mia età, ma Chiara aka Cinnazza sono sicura che si farà in quattro per portar avanti la gestione di Mik, a lei vanno i miei migliori in bocca al lupo.
Quindi continuano gli appuntamenti con la "romanità a tavola" per tutti coloro che un pochino si sono affezionati a questa rubrica. Dico bene Michelangelo? O Enrico? :) ...ops omonimia?
A tutti un buon 2 giugno!
TAGLIATELLE ALLA GRICIA ricetta di Luca Ogliotti
200 gr di tagliatelle
150 gr di guanciale
50/80 gr di pecorino romano
pepe nero
olio? no non c'è!
In una padella bollente aggiungere il guanciale, lasciarlo appena rosolare e poi togliere dal fuoco, è consentito togliere parte del liquido che il guanciale ha rilasciato e buttarlo via, il risultato finale non cambierà. Mentre nella carbonara il guanciale si usa ben tostato perchè non ha un secondo passaggio in padella, per la gricia bisogna lasciar eil guanciale ancora rosa, toglierlo dal fuoco e procedere con la cottura della pasta. Lessare le tagliatelle in acqua poco salata e scolarle praticamente a metà cottura. Mettere la pasta nella padella con il guanciale pepare e spegnere il fuoco. A questo punto piano piano cominciare ad aggiungere il pecorino e un pochino di acqua di cottura, diciamo iniziamo con un cucchiaio di pecorino e uno di acqua di cottura, per poi aumentare. Mescolare e saltare le tagliatelle. Ricordate la regola che "non si torna indientro" perciò è sempre suggeribile aggiungere piccole quantità sia di formaggio che di pasta, tanto ad "aggiugere" si fa sempre in tempo. Quindi ancora pecorino e ancora acqua di cottura fino a che non si raggiunge la consistenza desiderata, sempre girando.