Datteri ripieni di Biscuit Rose

Datteri ripieni di biscuit rose


Anche da voi fervono i preparativi per San Silvestro e il cenone? Ancora non ci siamo stufati di mangiare e di spadellare eh? No di certo!
Quindi oggi un suggerimento proprio adatto a un post cena delle feste, non mi venite a dire che adesso state lì a vedere kcal più kcal meno? Ormai ne riparliamo dopo la Befana! Insomma che sia stata leggera o impegnativa la cena ad un dattero non si dice mai di no. Giusto? Di solito si farciscono con noci, mandorle e frutta secca, c'è anche chi usa ricoprirli di cioccolato (o anche chi opta per versioni salate). Ma mettete che nel cassetto magico della vostra cucina avete proprio la poudre de biscuit rose di Reims, oppurtunamente acquistata da queste parti e tenuta gelosamente da conto per utilizzarla sotto le feste. Mettete che poi in cantina avevate anche messo da parte quello champagne proveniente sempre da zone limitrofe, restando sempre a tema... chiaramente rosè, che casualmente con cui i bisciut rose va a nozze. E mica si gioca qui!! Alla fine non vedevo l'ora di provare il connubio dopo tanta attesa. Il risultato è piaciuto a tutti.

Prima di passare alla ricetta approfitto per farvi anche un sincero augurio di un ottimo Nuovo Anno pieno di gioia e in cui possiate realizzare quanto desiderate di più bello.


DATTERI RIPIENI DI BISCUIT ROSE

200 gr di datteri biologici denocciolati
125 gr di poudre de bisciut rose
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 cucchiaio di kirsch o rum

Aprire i datteri senza romperli
Con un cucchiaio amalgamare il burro con lo zucchero, via via aggiungere la polvere di biscotti e il kirsch. Mescolare tutto.
Aprire bene i datteri senza romperli e farcirli con il composto, il consiglio è di usare le sante manine per compattare il ripieno all'interno.
E adesso? In forno? No! Vi stavo fregando? No, sono pronti. Un spolverata di zucchero a velo e via.

A postcard from Rome...


merry christmas

ABETE BELGA DI PIAZZA SAN PIETRO



Auguro a tutti i lettori più o meno assidui, a chi si trova qui a passare per caso, a coloro che entrano nella mia cucina spiluccano qualcosa e vanno via, a coloro che si fermano a cena, a quelli che si accomodano sul divano, a chi è di passaggio e a chi ancora non è passato, un meraviglioso Natale e un buonissimo anno nuovo.
Grazie per il vostro calore e l'affetto che ogni giorno mi avete regalato.
Passo solo a qualche rapido consiglio , per chi non è così paziente, e proprio il panettone e il pandoro in casa per quest'anno non ha avuto voglia di prepararselo... Quindi DOVE COMPRARE UN OTTIMO PANETTONE A ROMA?

Dunque dunque nella capitale sicuramente il trofeo del miglior panettone è conteso tra l'Antico forno Roscioli e la pasticceria delle meraviglie, ossia Cristalli di zucchero. Acquistati tutti e due in anni diversi bè è difficile eleggere il vincitore, ma forse Cristalli... :) Ehm non saprei.
Di anno in anno non mi faccio mancare il l'Offella di Perbellini, questo dolce è tipico di Bovolone, Verona, soffice è dir poco, a Roma riesco a trovarlo presso l'enoteca la Barrique a Rione Monti, insieme anche al pandoro.
Per chi si trova bene a restare a Roma sud e non vuole proprio avventurarsi per il centro un buona altenativa è la pasticceria Cecere a Magliana, con discreti dolci di Natale artigianali e quindi per par condicio anche chi si trova a Roma nord e non ha voglia di avventurarsi per il centro, consiglio un salto alla fabrica della Gentilini, è si, qui non si sta più parlando di produzione artigianale... ATTENZIONE ATTENZIONE! Elisakitty è impazzita! :)
No, però mi sento di dire che trovo la "delizia romana" mediamente buona.

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INDIRIZZI:

Roscioli
Via dei Giubbonari, 21
00186 Roma
06 6875287

Cristalli di zucchero
Via di Val Tellina, 114
00151 Roma
06 58230323

Vineria la barrique
Via del Boschetto, 41
00184 Roma (Lazio)
340 6829233

Cecere
Via Salisburgo, 2
00144 Roma
06 52279850‎

Gentilini
Via Tiburtina, 1300
00131 Roma
06 4123571

Panpepato ai profumi della Cina

pan pepato

Il dolcetto Natalizio per eccellenza da me è il panpepato. Ho scoperto essere di origine Umbra ma io credo sia un pò diffuso in tutta Italia, quantomeno al centro.
Questo è un dolce che se mangiato solo in piccolissima quantità copre il fabbisogno calorico di una persona per un giorno intero, si è davvero un dolce ricco e spudoratamente goloso. Può essere utilizzato per fare dei regalini sotto Natale, è anche di facile realizzazione. Il mio suggerimento è proprio quello di farlo per regalarlo, altrimenti se lo avete in casa la tentazione di mangiarlo tutto sarà davvero forte!
Il panpepato direi che ha un aspetto davvero poco bloggabile, infatti a me ha sempre ricordato i famosi "brutti ma buoni", tuttavia a casa mia senza panpepato non sarebbe Natale!
Qui trovate una foto ricetta con lo stesso procedimento che uso io, però, c'è un però, siamo o no sempre alla ricerca di quel gusto particolare? Di quell'abbinamento insolito? Abbiamo il cassetto delle spezie che quando lo apriamo sembra di essere un Suk marocchino? Allora perchè non usare tutte quelle a "tema Cina"? Detto fatto! Vi presento il panpepato 2009, tirato a lucido e messo in ghingeri per queste feste...

PANPEPATO AI PROFUMI DELLA CINA (2 panetti grandi)

100 gr di nocciole sgusciate
100 gr di mandorle sgusciate
100 gr di noci sgusciate
70 gr di arancia candita
100 gr di zenzero candito
200 gr cioccolato fondente
200 gr di miele
1 o 2 cucchiai d'acqua
1 o 2 cucchiai di farina
Pepe di sechuan
anice stellato
5 spezie cinesi

Sbucciare tutta la frutta secca, tostarla un minuto in padella, riporla in un capiente piatto fondo. Aggiungere l'arancia candita tagliata, lo zenzero, sminuzzare la cioccolata. Unire il tutto mescolando insieme alle spezie e a una buona macinata di pepe.
Sciogliere il miele con poca acqua a fiamma dolcissima scioglierlo e farlo iniziare a bollire. Spegnere e versare il liquido nel piatto con la frutta secca, i canditi e il cioccolato, il cioccolato si sciogliera con un cucchiaio di legno continuate a mescolare fino ad ottenere un composto ben mescolato. Aggiungere uno o due cucchiai di farina per rendere il composto facile da maneggiare per compattarlo in panetti.
Infonare i panetti a forno preriscaldato a 180° per 10 minuti e lasciare freddare senza toccarli perchè altrimenti si sformano.
Può essere conservato ben avvolto in carta stagnola per oltre un mese.

Vin brulè

Vin brulè

Mi sono messa d'impegno a cercare un pò lo spirito del Natale. Complice la serata Voiello, incontro davvero gradevole, occasione per incontrare "vecchi" e "nuovi" blogger scambiarci gli auguri e fare quattro chiacchiere in ambito foto-culinario (grazie ancora agli organizzatori e alla taberna Recina che ci ha ospitati), e anche un inaspettato Christmas trees' tour per Roma, forse forse ci sono quasi.
Dai ammettetelo, quando si è almeno in due, Natale è più bello... Ma che pensate? Oggi torna il fratellino dalla Francia! Famiglia al completo e tutti pronti per affrontare i festeggiamenti che di qui ad una settimana impazzeranno per 3 giorni di seguito a casa della sottoscritta!
Visto che vi è particolarmente piaciuto il post prefestivo a tema alcolico, questo sabato si ripete. In tutta la penisola imperversa freddo e neve, il consiglio è quindi quello di scaldarsi le mani intorno ad un bicchiere bollente di vin brulè - Glühwein, profumatissimo di spezie adatto ad una serata di coccole con il caminetto acceso e l'albero di Natale scintillante alle spalle. Mica si direbbe che sono un'inguaribile romantica? Scherzate!
Il segreto chiamamente è quello di usare un buon vino profumato di frutti rossi, come un Pinot nero ma anche del barolo, meglio se il vino sia corposo.
Le varianti che questa bevanda assume sono numerossisime c'è persino la versione in bianco la versione che aggiunge la mela, l'arancia o il mandarino. La versione con solo chiodi di garofano e la versione con un tripudio di spezie, quale ho scelto? Quella che mi piaceva di più. Il profumo dell'anice stellato dona freschezza alla bevanda come i chiodi di garofano che inebriano con il loro profumo, la cannella conferisce l'aroma inconfondibile del Natale.

VIN BRULE' (1 bicchiere)

Pinot nero
2 chiodi di garofano
1 stecca di cannella
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 anice stellato

Scaldare la quantità di vino necessaria in una casseruola, utilizzando un livello di fiamma moderato, aggiungere le spezie e lo zucchero terminare la cottura mescolando senza far prendere bollore, altrimenti tutti gli aromi del vino sfumano via.
Abbassare ulteriormente la fiamma e continuare l'infusione per 15 minuti.
Si trovano molte ricette che suggeriscono di bollirlo a mio parere se il vino che state usando è un buon vino la scelta migliore è solamente quello di scadarlo per far emergere il bouquet di profumi.
Versare il vino bollente in tazze o bicchieri e servire.

Tortine allo yogurt e Mirtilli

Tortine ai mirtilli

Quest'anno proprio non mi sembra Natale, non lo so, passo per i vostri blog e mi sembra di respirare tanta allegria tanti colori delle feste e profumi di biscotti alla cannella, ma da parte mia ho l'impressione che ancora tutto così lontano.
So che molti di voi si sono dati a colazioni a base di panettone e pandoro, io ancora no, così ho preparato queste tortine che sono ideali, non solo per la colazione, ma un pò per tutta la giornata.
Non sono dei veri e propri muffin, restano piuttosto umidi e non lievitano come i primi, ma potete anche farli in versione muffin-esca senza sciropp. Ho notato che la ricetta che ho utilizzato è abbastanza simile a quella che propone Imma per i sui blueberry muffin, che a sua volta viene da Giallo Zafferrano.
Vi ricordate quanto fanno bene poi i mirtilli? Favoriscono la microcircolazione e proprio per questo sono perfetti per le donne, che dovrebbero assumere l'estratto quotidianamente, ho preso in farmacia il "concentrato" di questo frutto per assumerlo tutte le mattine. Alla fine è stato più forte di me inserire la "cucchiaiata" che avrei dovuto prendere in questi dolcetti. Queste tortine sono sicuramente più light della fetta di pandoro (ma non vi preoccupate! Non me lo farò mancare ancora per molto!)

TORTINE ALLO YOGURT E MIRTILLI

300 gr di farina 00
200 gr di zucchero
60 gr di olio di semi
150 ml di latte
150 gr di mirtilli freschi (o anche congelati)
2 uova codice "0"
1 yogurt bianco
1/2 bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
50 gr di estratto di mirtillo concentrato
50 gr di zucchero a velo

Unire prima di tutto gli ingredienti liquidi: sbattute le uova con il latte, l'olio, lo yogurt. Aggiungere al composto liquido lo zucchero sempre mescolando rendendo il composto spumoso. A questo punto passare agli ingredienti solidi quindi unire la farina con il lievito e il bicarbonato, con il sale e setacciare il composto farinoso all'interno del primo composto liquido. Per finire aggiungere anche i mirtilli all'impasto.
Riempire per 3/4 i pirottini con il composto e infornare a 180°, quando il forno sarà già ben caldo.
Cuocere per 30 minuti (forno statico).
Nel frattempo scaldare in un pentolino l'estatto di mirtillo e aggiungerci lo zucchero a felo per ottenere uno sciroppo abbastanza corposo.
Quando le tortine saranno sfornate aspettatate una ventina di minuti e poi versare un cucchiaio di sciroppo sopra ognuna.

Risotto con zucca bianca, fonduta di taleggio e arancia

Risotto zucca taleggio e arancia

La conoscete la zucca bianca? Per me è stata una piacevole scoperta. Certo ammetto che la zucca arancione ha decisamente il suo fascino, volete mettere quanto è più coreografica con il suo colore deciso e la sua polpa carica di carotene che ci fa tanto bene per disintossicarci persino dall'inquinamento atmosferico? Si però, giusto per saperlo c'è anche lei, la sorellina meno nobile e più delicata la signorina zucca in bianco! Meno saporita della arancione, la sua polpa non è completamente bianca ma con una tendenza al giallo, per utilizzarla la cosa migliore forse è friggerla per renderla un pochino più saporita oppure farci una confettura.
Tutto sommato, la versione risotto non è stata una cattiva idea a patto di insaporirlo con qualche ingrediante che conferisca al piatto sapidità senza però sovrastarne del tutto il sapore. Poi, diciamocela tutta, quest'anno ancora non credo di avervi tediato molto con la zucca no? Quindi una nuova proposta per il classico risottino quest'anno ci voleva!

RISOTTO CON ZUCCA BIANCA, FONDUTA DI TALEGGIO E ARANCIA

200 gr di riso carnaroli ( o per risotti)
200 gr di zucca bianca
150 gr di taleggio
50 gr parmigiano
poco latte
brodo vegetale (sedano carota e cipolla)
la scorza grattuggiata di una arancia bio
cipolla
olio evo
sale
noce moscata

Preparare il brodo facendo bollire sedano carota e cipolla fino a che non sarà sufficentemente ristretto. Scaldare in padella dell'olio con un fondo di cipolla, pulire la zucca tagliarla a dadini e iniziare la cottura in padella. Dopo una decina di minuti aggiungete il riso e cominciare a tostarlo fino a che non diventa trasparente, a questo punto cominciare ad aggiungere il brodo via via che si ritira, fino a che il riso non sarà cotto. Sciogliere i dadini di taleggio nel latte in una casseruola, grattare la noce moscata e aggiungere il parmigiano grattugiato. Quando il risotto sarà quasi cotto aggiungere la fonduta di taleggio mescolare un minuto, aggiungere la scorza d'arancia e servire.

Per ultimo ma non per importanza, un grazie particolare va a Precisina, per aver organizzato il simpatico incontro di sabato a tema "panettonesco" e Le Franc Buveur, è sempre un piacere incontrarli per fare 4 chiacchiere in ambito culinario e cogliere l'occasione (chiaramente se no che foodblogger saremo!) per mangiare qualcosa insieme. A giovedì ragazzi!

A typical polish evening...

<vodka



Ma come Elisakitty che posta di sabato? Era da tempi immemori che non si verificava questa circostanza, ma proprio perchè odio cadere nella solita routine oggi post semifestivo! Dato che quello che vi vorrei raccontare è una proposta da weekend in effetti e io la vedrei appropriata ad un sabato sera, ve la beccate ora.
Mi è stato chiesto qualche sera fa: "ma tu bevi super alcolici?" la risposta è stata "dipende se sono buoni, si" quindi si parlava di vodka polacca e in particolare della Zubrowka, la famosa vodka con il filo d'erba. Pare che questa particolarissima erba raccolta esclusivamente nella foresta Bialowieza, situata lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia, conferisca a questa vodka un aroma inequivocabile. La parte bella viene adesso, in questa verdissima foresta patrimonio dell'Unesco tra l'altro, pascolano i bisonti, infatti in America la Zubrowka è chiamata "Bison Grass Vodka", l'erba che mangiano i bisonti viene inserita nella bottiglia, tuttavia in Polonia amano dire che è l'erba su cui i bisonti fanno tanta plim plim :) per questo la loro vodka è così buona! A voi scegliere la versione che più vi aggrada. Intanto qualche consiglio su come bere questa vodka, avevamo parlato di caviale e blinis, ma se proprio il vostro compagno di bevute non ama il pesce, bè è necessario ripiegare su altro. Quindi mi sono ricordata come avevo bevuto questa vodka a Cracovia:

TATANKA - ZUBROWKA & APPLEJUICE (1 bicchiere)

1/3 di Vodka
2/3 Succo di mela
1 stecca di cannella
ghiaccio

Tagliare a spicchi la mela privandola del torsolo e usare la centrifuga per ottenerne il succo, se non avete la centrifuga grattuggiarla e ricavarne il succo tramite un colino. In alternativa comprate del classico succo di mela al supermercato, ma intuite da soli quali sono le differenze.
Sul fondo del bicchiere mettete un pezzettino di cannella, riempire il bicchiere di ghiaccio versare la vodka e il succo e mescolare.
Cin cin!


Adesso scusatemi ma devo far un saltino ad assaggiare il panettone da Precisina! :)

Zeppole di pastacrisciuta

Zeppole di pasta crisciuta


Come vi avevo promesso, oggi una ricettina napoletana e questa possiamo davvero definirla sciuè sciuè. Non avevo mai provato le zeppole salate, per me l'unica versione esistente era quella dolce con la crema, ma il mondo è bello perchè è vario e con 4 giorni a Napoli ne ho imparate di cosine interessanti e qui potrei cadere in divagazioni sul tema del "viaggio" di quanto arricchisce lo spirito di quanto apre la mente, ma sarebbero discorsi che avrebbero ben poco a che fare con l'ambito culinario. Quindi ciancio alle bande e parliamo di questi fritti, il nome nasce dal fatto che sono palline di pasta lievitata per questo ricresciuta, la versione dolce è prevalentemente usata per la festa di San Giuseppe, invece la salata, come si definirebbe in gergo è uno street food da consumare bollente mentre si cammina tra le vie affollate del centro. La ricetta ve la riporto così come me l'ha spiegata Erminia, napoletana Doc, che invece di dire "zeppole" come direi io, diceva "seppole". Mi sono chiesta quante varianti ne esistono e se c'è un fil rouge che accomuna, per così dire, tutte le zeppole d'Italia, a quanto pare no. L'etimologia del termine porta a idee davvero discordanti, quindi ci rinuncio e mi gusto questa delizia senza troppe domande!!

ZEPPOLE DI PASTACRISCUITA (20 circa)

250 gr. farina
1/2 cubetto lievito di birra
acqua
Olio di semi
sale

Sciogliere in poca acqua tiepida il lievito.
In una terrina unire la farina, il sale e via via acqua, mescolando con una forchetta. Bisogna ottenere un impasto colloso, che si attacca alle pareti e che non è possibile mageneggiare. Coprire con un panno e lasciar riposare un ora e mezza al caldo. Prelevare parti di impato con un cucchiaio e farle cadere con l'aiuto di un altro nell'olio bollente.

Napule è...

caffè Gambrinus

Saltino a Napoli e ritorno... Al volo al volo, giusto quei giorni necessarissimi a staccare dalla solita routine romana, ritemprarsi, per ricominciare meglio (si spera!).
Mi piacebbe descrivervi la "giornata tipo" che io trascorrerei di nuovo a Napoli se ci tornassi, in stile Lonely Planet, per intenderci.
Quindi augurandomi che abbiate passato anche voi un buon ponte dell'Immacolata ecco la giornata napoletana di un foodblogger...

Sveglia presto per dirigesi a Piazza Plebiscito, per dare un occhiata al centro storico e soprattutto fare una sosta per la colazione al bar Gambrinus, irrinunciabile caffè e sfogliatella.
Passeggiare per Galleria Umberto I e poi via Toledo.
Raggiungendo via Tribunali, per chi non l'avesse vista è consigliatissima la visita a Napoli sotterranea: cunicoli strettissimi e bui che si attraversano con l'ausilio di una candela, portano in ambienti sotterranei scavati nel periodo romano.

Napoli sotterranea

Inoltre entrando dentro un abitazione e scendendo nella "cantina" si va alla scoperta di un antico teatro Greco Romano. Insomma se ancora non l'avete capito ne sono rimasta entusiasta.
Cominciate ad avere un certo languorino? Già è ora di pranzo! A piedi è possibile raggiungere Timpani e Tempura timballi, timpani e cucina "povera" del territorio, davvero interessante. Mi sto mangiando ancora le mani, già mi sono scordata il nome del buonissimo Aglianico consigliatoci.
Se vi trovate a Napoli per l'8 dicembre non potete esimervi di certo dalla passeggiata tra i vicoli strabordanti di folla e di presepi, di luci e improbabili gadget natalizi di San Gregorio Armeno e delle vie circostanti.
Sosta caffè da Scaturchio e chiaramente merenda! :)
No non ci si fa proprio mancare nulla!! Pastiera o babà? Ma xchè non struffoli? Scegliete voi!

Insegne

Dal profano al sacro, la Cappella di San Severo, merita una visita per l'impressionante scultura del Cristo Velato, che riesce a rapire l'attenzione anche di chi, come la sottoscritta, non è appassanionata di arte e rappresentazioni sacre.

La sera è d'obbligo la pizza, o no? Da Michele o da Sorbillo? Bè questa volta ha vinto Sorbillo. Che ve lo dico a ffà? Per i romani fan delle Gatta e di Sforno come me, viene da chiedersi se riusciranno mai ad esportare quelle consistenze e quel risultato finale.


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Caffè Gambrinus
Via Chiaia, 1
Tel. 081.417582

Timpani e Tempura
Vico delle Querce, 17
Tel. 081.5512280
Aperto dalle 10 alle 21

Scaturchio
Piazza San Domenico Maggiore,19
www.scaturchio.it

Sorbillo
Via Tribunali, 32
Tel. 081.446643

Polenta al sugo di coppa piccante

Polentina al sugo

Che volevamo far venire l'inverno senza nemmeno prepararci una polenta buona e fumante? E no! Già l'anno scorso c'avevo provato e quest'anno? Detto fatto, ci mettiamo subito a lavoro.
Pronti con il paiolo di rame, la farina di granturco gialla e la pazienza. Arriva mia nonna in casa e mi fa: "Ovvia, oggi fai la polenda?", già, lei toscanissima, l'ha sempe chiamata così "polenda" pensavo sbagliasse invece se si va a vedere l'etimologia di questa parola mia nonna non si è inventata nulla. Polenta o polenda deriva da: poltiglia e focaccia il nome risale niente popodimenochè al tempo dei romani (quindi più o meno dai tempi di mia nonna! Ahahaha! Rido solo io vero? Bè pazienza, lo so la battuta era vecchia).
Adesso non gridate subito all'eresia, ho fatto il sugo ma non ho resistito alla tentazione di usare loro, quasi mi dispiace toglierli dalla cantina sono davvero coreografici, ma era arrivato il momento e così la polenta o polenda di oggi siore e siori... E' con un sughetto di pachino. E le spuntature? Bè le spuntature, anche no, per me grazie! Però avevo questa coppa qui, che arriva dritta dritta e fresca dall'Abruzzo ed è fatta artigianalmente. E' sempre polenta con sugo di maiale in fin dei conti no? Però il sugo resta decisamente più fresco e acidulo.

POLENTA AL SUGO DI COPPA PICCANTE (x 2)

750 gr di acqua
160 gr di farina per polenta (mezza confezione)
200 gr di pachino (o di pelati)
150 gr di coppa di maiale
70 gr di pamigiano
sale
olio evo
cipolla
sedano
peperoncino

Tritare finemente la cipolla e il sedano lasciati soffrigere lievemente in olio prima di aggiungere i pachino puliti e tragliati a metà. Lasciare cuocere la pentola coperta per 15 minuti. In una padella a parte, far rosolare la coppa con il peperoncino e un filo d'olio e unire i pachino. Saltare qualche minuto e spegnere.
Portare ad ebollizione l'acqua salata per la polenta nel paiolo di rame. Versare a filo la polenta e via via mescolare con un cucchiaio di legno, girare sempre nello stesso verso.
Fino a che non si è rappresa. Il parmigiano può essere aggiunto alla polenta oppure al sugo io ho preferito metterlo nella polenta perchè l'avevo salata poco.
Stendere la polenta su un tagliere di legno e condire con abbondante sugo. Mangiare fumante eventualmente con un altra solverata di parmigiano sopra.

Spiedini di pollo e finocchi, caramellati con miele e limone

Spiedini di pollo caramellati al miele e limone

Miele e limone mi fa quasi venire in mente le pasticche per il mal di gola, ma con questo condimendo una carne bianca e delicata come il pollo viene sicuramente esaltata. Secondo perfetto quando avete quel mezzo petto di pollo in frigorifero che chiede di essere consumato. Secondo me il pollo è tra le carni più versatili che ci siano si presta davvero a tante preparazioni e ad differenza di altre carni e magra a leggera. A casa mia non manca mai, anche perchè, diciamo la verità è anche economico. Certo che se andiamo a pensare a certi video shock sull'allevamento dei polli industriali spesso ci passa la voglia di acquistare quella vaschetta al supermercato. La mia tendenza è sempre quella di acquistare polli biologici, magari di allevamenti italiani, ma leggete qui, tuttavia alcuni tipi di polli allevati in Italia, seguono regole severe stabilite dai regolamenti del settore, alcuni marchi ne hanno altre anche più stringenti, un esempio è quello di nutrirli con mangimi OGM free o allevarli solo all'aperto. Tutto sta a leggere bene l'etichetta e saper scegliere, cosa acquiastiamo.
Oggi ho optato per la versione spiedino, da mangiare rigorosamente con le mani, serviti come ho fatto io con un contorno di insalata fresca sono perfetti. Mangiandoli si sentirà sicuramente un lieve sapore dolce e la freschezza del finocchio ben equilibra l'armonia del tutto.

SPIEDIENI DI POLLO E FINOCCHI CARAMELLATI AL LIMONE

200 gr di petto di pello
40 gr di finocchio
1 cucchiaio abbondante di miele d'acacia
succo di 1/2 di limone
olive taggiasche denocciolate
olio evo
sale
rosmarino

Tagliare il petto di pollo a pezzi piuttosto regolari. Lavare le foglie di finocchio, non usare quelle centrali troppo sottili, ma centrali di medio spessore, tagliarle anche queste a pezzi piuttosto uniformi. Denocciolare le olive. Infilzare sugli stecchini, inumiditi con acqua, la carne altrenando con olive e finocchi. Scaldare una piastra, quando sarà ben calda e scottare gli spiedini.
Simone Rugiati insegna che scottarli prima in padella serve a sigillare l'esterno della carne rendendola più controccante fuori anche la cottura così violenta non fa si che l'inteno si cuocia alla perfezione. Quindi è necessario accendere il forno a 200° e finire la cottura lì 15-20 min (il mio forno è statico e ci mette sempre di più).
Prelevare gli spiedini dalla piastra dopo averli girati da tutti i lati e salati, nel frattempo in una terrina mescolate il miele e il limone amalgamandoli.
A questo punto, spostare gli spiedini in una teglia da forno cospargerli con il composto di miele e limone, un filo d'olio, ancora un pò di sale. Lavare il rosmarino, aggiungere anche questo e ultimare la cottura.

Limoni confit con alloro e rosa canina

limone confit

Perchè non restare in tema di tajine e cucina marocchina? Un elemento sicuramente utile alla preparazione di una tajine è il limone confit. Ricetta forse conosciuta da molte di voi perchè ne parlò lei e poi a macchia d'olio la ricetta girò per molti blog, che hanno cominciato a proporre ricette davvero interessanti. Qualche esempio? Qui, qualche consiglio qui, un insolito purea qui e via discorrendo. Sono proprio tanti gli utilizzi che questi creativi foodblogger si sono inventati. Più di tutto, la ragione che mi ha convinto ad utilizzare i limoni biologici che pendevano dall'alberello in giardino e metterli sotto sale è stato il fatto di poterli utilizzare per le mie prossime tajine, magari come lei, come darle torto sull'abbinamento limone e pesce?
La rosa canina, viene direttamente dal Marocco è una groviglio di rametti intrecciati, se messa in acqua pare sia capace di rigermoliare di nuovo. Io invece di farla germoliare ho preferito usarla a scopo culinario. Potevo pensare diversamente secondo voi? :)
A differenza di Sigrid, per questi limoni non ho utilizzato l'olio ma ho sfruttato solamente il potere conservativo del sale, come ha fatto Virginia. Dopo un mese il risultato è pessochè identico a quello che ha ottenuto lei.

LIMONI CONFIT CON ALLORO E ROSA CANINA

2 limoni bio
sale grosso
4 foglie d'alloro
rametti di rosa canina

Inutile specificare dosi particolari i limoni vanno ricoperti di sale fino a non lasciare parti "scoperte". Ho preferito tagliare i limoni a fette piuttosto spesse poi ho alternate le fette al sale e all'alloro inserendo rametti di rosa canina.
Per quattro settimane ho tenuto i vasetti aperti in un posto buio fino a che il sale non ha cominciato a sciogliersi un poco e a far scurire i limoni rendendoli lievemente arancio.
Dopo tale periodo ho chiuso i vasetti con il loro tappo e conservati lì vicino ai sali aromatizzati.

Tajine di pollo piccante

tajine di pollo

Dal giappone al Marocco, ricetta molto più corroborante, i ceci e la carne rendono questa tajine un piatto unico profumato di spezie e quindi saporitissimo. Le varianti di questo piatto sono davvero infinite, si può arricchiere con frutta secca, spezie, vari tipi di carne o pesce e diversi legumi e verdure, insomma versatilissima. Qui, per qualche altra idea.
Prossimo acquisto una vera tajine di quelle adatte al forno ( se cercate un regalino di Natale per la sottoscritta ora lo sapete, ah! possibilmente almeno da 6 persone :) che poi, per intenderci sarebbero proprio quelle da cui questo piatto poi prende questo nome. Si, infatti tajine indica il metodo di cottura nel coccio con l'aggiunta di acqua e olio. Noio ci di deve arrangiare! Quindi la tajine non la cuociamo nella tajine ma nella pentola e buonanotte suonatori, però poi, non è possibile esimersi dall'impiattarla nell'adeguato piatto scalda vivande.
La spezia che ho utilizzato è una nostra vecchia conoscenza, il ras el hanout è perfetta oltre che per il cous cous anche per le carni bianche, per questo piatto è azzeccatissimo.
Ora veniamo ai ceci, avete mai sentito parlare del cece di Cicerale? Ne parlò anche lei, bè o siete fortunati a vivere nel Cilento e averli a portata di mano o siete ancora più fortunati ad avere qualcuno che ve li porta direttamente da Cicerale a casa vostra :) oppure bisogna acquistarli on line. Fatelo! Tutta un altra storia, i ceci da secchi restano più piccoli e più scuri dei tradizionali solo con la cottura si ingrossano molto ma non perdono mai la loro consistenza soda anche se cotti a lungo. Forse avrebbero meritato anche un post a parte, in effetti.

TAJINE DI POLLO PICCANTE (x2)

200 gr di ceci di Cicerale
200 gr di petto di pollo
3 pomodori pelati
1 spicchio d'aglio
1 bicchiere di acqua o brodo vegetale
alloro
ras el hanout
paprika
rosmarino

I ceci vanno tenuti in ammollo un intera notte e cotti il giorno seguente in acqua salata a fuoco basso per un ora abbondante, eventualmente in cottura aggiungete altra acqua se necessario.
Una volta cotti e scolati al dente mettere i ceci in una casseruola con olio alloro rosmarino 1 spicchio d'aglio. Mescolate e aggiungete i pomodori pelati schiacciati con la forchetta, e un bicchiere d'acqua o brodo. Andare avanti con la cottura fino a che non sarà evaporata un bel pò l'acqua e il sugo dei pelati, circa 20 minuti.
Tagliare il pollo a pezzetti piuttosto grandi grigliarlo un minuto in padella con un filo l'olio aggiungere il ras el hanout.
A questo punto traferire tutto, i ceci con il sugo e il pollo scottato in un unica teglia. Se necessario aggiungere ancora un mezzo bicchiere di brodo e finire la cottura in forno per 15 minuti a 200° o fino a quando il pollo non sarà del tutto cotto. Questo dipende da quanto avete tagliato grandi i pezzi. Ultimare il piatto con ancora qualche rametto di rosmarino e la paprika e il ras el hanout. Impiattare avendo cura di togliere l'aglio.
Musica marocchina di sotto fondo e servite facendo il relativo balletto! :)

Canton noodle e tofu rosso in zuppa di miso

Canton noodle and tofu sup2

Si si mi rimetto subito in carreggiata con una ricetta che si addice molto più al mio stile. Un pochino etnica, salutare e vegetariana! ;) Insomma una ventata d'aria fresca! O calda visto che di zuppa si tratta! I Pancit canton noodle sono una nostra vecchia conoscenza, insieme anche al miso, il tofu rosso no invece. Si tratta di tofu aromatizzato biologico, con l'aggiunta di pomodoro, peperone e altre spezie, assume per questo la colorazione rossa ed ha sicuramente un gusto più "mediterraneo" del classico tofu.
Il miso, che ho usato questa volta, è di riso non pastorizzato (tipo questo) e assolutamente non bisogna lasciarlo bollire altrimente perde tutti i suoi principi benefici. C'è bisogno che sto qui a ribadirveli? Ve li ribadisce lei, e ci dice anche che la zuppa di miso non sarebbe tale se non includesse almeno l'alga wakame, ed è vero, al Natura Si ho anche visto dei cubi di zuppa di miso con alga wakamè inclusa! :) Proprio in stile dado, già, quelli zeppi di glutammato della nota marca con confezione verde, ma almeno qui stiamo parlando di fagioli di soia e alghe e non di scarti animal... EMH! Grassi idrogenati, scusate poi mi lascio prendere la mano.
La ricetta mi è stata ispirata da un libricino: cucina giapponese - sushi e sashimi ( Sprea editore 6,90 €) che trovate adesso in edicola.
Questa zuppa si prepara davvero in 10 minuti ed è obbligatorio divertirsi a mangiare i noodle con le bacchette! :) I giapponesi, si sa, hanno delle regole diverse delle nostre a tavola, prima tra tutte quella di mangiare rumorosamente, infatti sono consentiti risucchi, aspiramenti e persino digerire in maniera plateale non è considerato scortese, anzi! Perciò vi state ancora facendo problemi a lanciarvi nel tentativo con dei chopsticks?

Cantoon noodle and tofu sup

CANTON NOODLE E TOFU ROSSO IN ZUPPA DI MISO (x 2)

400 ml di acqua
1 cucchiaio raso di miso
100 gr di canton noodle
100 gr di tofu rosso (mezzo panetto)
un pizzico sale iodato
3 cm di alga wakame
brodo dashi (sostituito con un cuc.no di colatura di alici di Cetara)
erba cipollina

Scaldare l'acqua con l'alga wakamè e portarla ad ebollizione in una pentola con doppio fondo di quelle adatte alla conttura per induzione. Una volta che l'acqua ha raggiunto il bollore aggiungere il miso e spegnere. Aggiungere i noodle mescolare e lasciare cuocere. Aggiungere un cucchiaino di colatura di alici. Aggiungere il sale se lo ritenete necessario perchè potrebbe risultare già abbastanza saporita così. I noodle richiedono si è no 3 minuti di cottura se non li volete troppo cotti. Intanto tagliate il tofu a cubetti piccoli e aggiungerlo alla zuppa. Il gioco è fatto aggiungere l'erba cipollina per finire o anche dei semi di sesamo.

Mars bar and peanut butter small cakes

Tart Nigella Style


Ma cosa centrano questi dolcetti in un blog come il mio? Me lo sto chiedendo da qualche tempo... Come mai mi sono lasciata convincere e preparare una cosa così American e davvero carica di grassi saturi? Insomma non è da me. Ma alla fine dei conti che noia sarebbe se ogni tanto non ci lasciassimo abbindolare anche da ricette americane SUPER caloriche facendo finta si essere la Nigella della situazione? Beck & Posh spiega passo passo la realizzazione di questa torta io sono andata sul formato mini... Ok la ricetta ipercalorica ma ne basta un bocconcino no?? Mi sono quasi sentita ridicola a mescolare le barrette di mars al riso soffiato biologico del Natura Si e ancora di più quando non contenta di quello che avevo ottenuto ho deciso di aggiungere anche un a "spalmata" di burro di noccioline! OHI ma che niente niente questa è carenza di affetto!? Help! :)
Ho usato questi dolcetti per un bento sono rapidissimi da fare e pratici... Mi hanno un pò ricordato la versione italianizzata nostra... I tartufini, ricordate?


MARVELLOUS MARS BAR AND PEANUT BUTTER SMALL CAKE

4 barrette di mars o milky ways
50 gr di burro
125 gr di riso soffiato
50 gr di burro d'arachidi

Sciogliere le barretta di mars fatte a pezzettini con il burro o al micronde o in una casseruola con doppio fondo. Quando il tutto sarà ridotto a crema aggiungere il riso soffiato e mescolare bene in modo che ogni chicchio risulti ricoperto dalla crema. Mettere in composto in degli stampini, compattando bene e schiaccianolo. Lasciar intiepidire un ora. Dopo mettere in frigorifero e lasciar freddare ancora un paio d'ore.
Quando il dolcetti saranno abbastanza solidificati, toglierli dagli stampini tagliarli a metà e spalmare un generoso strato di burro di noccioline. Sistemare in dei pirottini e servire.

Zuppa autunnale con quark e melagrana


Zuppa autunnale con quark e melagrana

Non avevo mai comprato il quark prima, è stata una sorprendente scoperta. Leggero e di una consistenza cremosa e compatta quasi yogurt greco quasi ricotta, insomma promosso. Di quark (o tofel) ne esistono di vari tipi quelli con l'aggiunta di panna e quelli magri, li avevo visti nella torta cheesecake tedesca è versatilissimo e si può usare quindi sia per il salato che per il dolce, la cara Alex insegna...
Dove trovarlo? Al solito Natura Si, anche se qualcuno lo trova anche alla lidl.
La tentazione di infilarlo in un dolce mi è venuta subito ma poi ho optato per il salato assaggiandolo in versione più "nature" per iniziare, forse ne avrei apprezzato meglio il gusto ed ecco già l'idea di scaldarmi un pochino le mani intorno ad una zuppa very comfort: passato di verdure mamma style arricchito da questo formaggio e da chicchi freschi di melegrana. Creando il contrasto caldo-freddo, dolce-salato-acidulo, parte liquida e parte croccante data dalla melagrana. Buone coccole!

ZUPPA AUTUNNALE CON QUARK E MELAGRANA (x4)

100 gr di bieta
1/2 finocchio
1 costa di sedano
1 carota
1/2 cipolla
1 patata
foglie di basilico
1/2 litro di brodo vegetale
100 gr di quark magro
melagrana
erba cipollina
foglie di finocchio
olio evo
fleur de sal

Prepare il brodo vegetale con sedano carota e cipolla. Lavare le verdure.
Tagliare a pezzetti il finocchio la patata le bietole metterle in un cassaeruola con 2 mestoli di brodo lasciar cuocere 10 minuti, mescolando. Aggiungere il basilico, l'erba cipollina, il sale e il resto del brodo. Chiudere la pentola e lasciar cuocere un ora.
Con il frullatore che preferite ridurre le verdure a purea, eventualmente aggiustare di sale.
Servire la zuppa calda con 1 quenelle di quark fredda al centro, guarire con la melagrana.
Io ho riportato anche i profumi che avevo messo all'interno quindi erba cipollina e foglioline di finocchio ma solo per guarnizione.
Con questa ricetta partecipo alla racconta di Antonella: Pane al pane... Vino al vino.

Cavolfiore piccante con pepe di Szechuan

Insalata di cavolfiore piccante

Si sa che cuocendo le verdure molto spesso si perdono parte delle loro vitamine e principi nutritivi che tanto fanno bene! Per quanto possibile è consigliabile mangiare verdure crude e fresche se son biologiche per appofittare quando più dei benefici che queste ci possono dare. E' preferibile consumare il cavolo crudo, perchè la cottura elimina la vitamina U, protettrice delle mucose in più, il cavolfiore stimola i meccanismi antiossidanti e disintossicanti e migliora il funzionamento degli ormoni estrogeni che sono ottimi antiossidanti e antitumorali e che bloccano la reazione dei composti cancerogeni e che stimolano gli enzimi disintossicanti. Ok! Dopo la lezioncina su quanto fa bene il cavolo e quanto è necessario mangiarne... Magari la ricetta di oggi vi sembrerà banale, io ho iniziato a mangiare il cavolo crudo soltanto di recente perchè prima non sapevo quanto fosse buono, così croccantino quasi come una carota, il sapore delicato si sposa benissimo con tutti i dip da pinzimonio ma anche semplicemente reso saporito con pepe e peperoncino (come in questo caso).
Ma quanto subisco il fascino dei vari tipi di pepe? Troppo decisamente troppo! Vero spighetta?! C'è quello bianco, quello del Madagascar, questo cinese sto lì che spesso mi trovo ad annusarli e a starnutire ma non posso far a meno di farlo. :)

CAVOLFIORE PICCANTE CON PEPE DI SZECHUAN

200 gr di cimette di cavolo bianco biologico
sale
pepe di Sechuan
olio evo
peperoncino fresco

Lavare il cavolo, tagliare le cimette, staccando come se fossero dei piccoli fiorellini, dai gambi più grossolani. Condire con olio buono, sale e pepe, mescolare bene, tagliare un paio di peperoncini freschi sopra, se non volete esagerare conla piccantezza potete eliminare la punta e i semi dai peperoncini e poi tagliarli.

Insalata con tofu alle olive grigliato, melone bianco e pepe rosa


Insalata con tofu alle olive, melone bianco e pepe rosa

Pranzetto al volo... Leggero e rapidissimo e soprattutto ho scoperto il trucchetto per far mangiare il tofu un pò a tutti. A pranzo non ci si può permettere il lusso di preparare cose diverse a tutti quindi cerco di trovare il giusto compromesso tra quello che ho voglia di mangiare io e quello che vogliono "loro". Insomma il compromesso è il tofu alle olive, piace a tutti!
La stessa versione di insalata l'altro giorno l'ho rifatta aggiungendo anche dei chicchi di melagrana, se non si lamenta nessuno il test è superato! :) Non so se a casa vostra è lo stesso, qui sono tutti molto parchi di complimenti!
Quando preparo qualcosa di diverso, c'è chi non si fida ad assaggiarlo, chi dice di aver già pranzato chi si defila senza migliore spiegazione! HIHIHI!
No scherzo! :) Soprattutto mio padre quando ha visto le prime confezioni di seitan in frigo mi ha detto, con una faccia preoccupata: " Ma che roba è questo? " "fegato?".
Menomale che ci siete voi che trovate sempre una parola carina da dirmi. Quella di oggi non è proprio un ricetta è più un assemblaggio di ingredienti, ma dato che mi son piaciuto insieme, ve li racconto:

INSALATA CON TOFU GRIGLIATO, MELONE BIANCO E PEPE ROSA

1 panetto tofu alle olive
2 fette di melone
pepe rosa in grani
olio evo
fleur de sal

Tagliare a fettine il panetto di tofu scaldare una griglia e scaldare le fettine di tofu.
Pulire l'insalata e adagiarla su di un piatto, pulire il melone e disporlo al centro, intorno le fettine di tofu grigliato. Per finire un buon olio e sale

Ieri, ho fatto un salto... Qui! Bellissimo incontrare Sigrid e alcuni dei foodblogger romani che è sempre un piacere rivedere. Sigrid in bocca al lupo per il nuovo libro! E' da ieri che lo sfoglio e mi piace sempre di più!

Albondigas al sesamo nero

Albondigas sesamo nero

Ci stavo cadendo anche io nel tormentone del momento, tanto parlare di influenza e vaccini che quasi quasi anche io oggi volevo parlare di tutte queste persone un pochino "influenzate", per non essere da meno, ma parlare di questo mi sembra non addirsi tanto ad un blog di cucina, bè se fosse solo per questo me ne fregherei altamente, il vero motivo per cui voglio evitare l'argomento è che non se ne può più! Anche io spero di lasciarmela alle spalle al più presto, quindi non voglio pensare a "lei" ma alle albondigas!
Le albondigas sono le polpettine spagnole, spesso e volentieri sono servite come aperitivo insieme alle tapas sempre con il principio del pincho.
Le albondigas si caratterizzano dal fatto che sono più piccoline delle nostre polpette e la maggior parte delle volte sono servite in ambiente umido, cioè, di solito sono al sugo, oppure vengono servite nella zuppa.
Ho ripoposto le mitiche polpettine ma in chiave asciutta, l'involucro di sesamo le rende croccantissime e l'insolito colore anche un tantino chic, a mio parere.
Tuttavia se cercate un dip adatto a queste albondigas secondo me è perfetto qualcosa che ricordi lo tzatziki, vi ricordate quello quasi greco?

ALBONDIGAS AL SESAMO NERO

250 gr di macinato sceltissimo
1 uovo
70 gr di pamigiano
40 gr di pane raffermo
latte
sale
pepe
prezzemolo
cipolla
sesamo nero
olio per friggere

Ammollare il pane nel latte e renderlo morbido. Sbattere l'uovo con il parmigiano. Unire tutti gli ingredienti alla carne. Mescolare bene insieme al trito di cipolla e prezzemolo.
Con le mani bagnate formare delle piccole palline che rotolate poi nel sesamo.
Friggere le piccole polpettine in abbondante olio bollente, girandole da ogni lato, scolarle su carta assorbente. Servire accompagnate dalla salsina allo yogurt.
Sono buone anche tiepide.

Risotto all'ortica e Gewurztraminer

Risotto all'ortica e gewurztraminer

Quando ho notato alla fine dell'estate che si cominciava a diffondere in giardino l'ortica, mio padre voleva sradicarla ma io gli ho chiesto di farla crescere... Si, è finito halloween ma la streghetta continua a coltivare ortiche per le sue misteriose pozioni! UAHUAHAHAHA!
Quando l'ortica ha cominciato ad invadere un pochino tutto e crescere e dismisura è arrivato il momento di raccoglierla. Chiaramente, non c'è bisogno di dirvi credo, di usare guanti e far molta attenzione a non toccarvi il viso, durante la raccolta, no? Raccolta l'ortica e lasciata riposare, dopo un ora perderà il suo potere orticante. Ma per il vostro riso non dovrete aspettare un ora, basta immergerla subito in acqua e poi si può usare anche subito non sarà più orticante.
Ve lo devo dire io che l'ortica è depurativa o già lo sapete? AH! Lo sapete che se la raccogliete e le fate seccare potete farci delle tisane ottime no? Magari aggiungendo solo un pò di menta.
Perciò oggi ricettina leggera e salutare! Poi, lo ammetto è una bella soddisfazione raccogliere spezie ed erbette in giardino e poi utilizzarle in cucina e questo lo avete già visto fare dalle mie parti!
Adesso due paroline su questo vino invece, non sono un intenditrice, ma accidenti è uno dei bianchi che prediligo, il gewurztraminer è considerato un vino da aperitivo mentre fu proprio Heinz Beck a trovarlo adatto anche a tutto il pasto, per le sue note aromatiche e fruttate il gusto morbido, secondo me in questo risotto insieme al sapore delicato dell'ortica si sposa bene.

RISOTTO ALL'ORTICA E GEWURZTRAMINER

200 gr di riso per risotti
100 gr di foglie di ortica fresca
brodo vegetale (sedano carota e cipolla)
fior di sale
1 bicchiere di gewurztraminer
olio evo
cipollotto

Mettete a cuocere le verdure per il brodo. In una padella preparare un fondo di cipollotto e cuocerlo nell'olio, prima che comincia a sfriggere forte aggiungete poca acqua e dopo qualche minuto aggiungere anche l'ortica. Cuocerala come degli spianci, mescolando di tanto in tanto e salando, chiudere la padella con il coperchio e cuocere per 10 minuti a fuoco dolce. Togliere il coperchio e aggiungere il riso. Mescolare e tostare il riso in padella con la verdura. Via via come si asciuga aggiungere il brodo, quando sarà a 3/4 della cottura aggiungere il vino far assorbire.
Eventualmente aggiustare di sale, impiattare e servire caldissimo.
Mio padre è un appassionato di parmigiano lo metterebbe ovunque, lui nel suo piatto ha aggiunto infatti un abbondante spolverata di formaggio, io ho preferito gustarmi il sapore delicato di questo riso al naturale.

Panna cotta alle mandorle amare con glassa alla zucca

Panna cotta alle mandorle amare con crema alla zucca

Qui a Roma si dice così: "ho sbroccato", si, è stato un momento, e mi scuso e ringrazio tutte le persone che sono passate di qui sabato che mi hanno scritto email e che mi sono state vicine, come non avrei mai pensato.
Grazie.
Posterò di meno, passerò meno da voi, ma non mi va di lasciare tutto... Ed ora basta parlare di me, avevo scritto molto ma poi ho cancellato. Fuori i problemi da questo blog! Parliamo di cucina....
E zucca sia! Halloween è passato è io vi ho tirato un bello scherzo... Finito lo scherzo resta la zucca da smaltire e allora ho pensato al fatto che più volte ho assaggiato o anche visto in giro: zucca e amaretti, in versione vellutata, in versione tortelli, in versione crostata... Ma io la volevo in versione panna cotta!!! Allora come aromatizzare la panna cotta in modo che profumasse di amaretto? Semplice, con l'essenza di mandorle amare! Che acquistai qui , la signora mi disse di usarla con molta parsimonia xchè forte e mi disse anche che la bottiglietta che avevo preso mi sarebbe durata moltissimo... Aveva ragione su entrambe le cose!
Ultima precisazione! Ma insomma... Questa benedetta panna cotta vi piace più a budino fermo e sformabile o a cremina??
Insomma la mia versione è morbida, poca gelatina più cremosità! A me piace più così, chi l'ha mangiata si è lamentato che era troppo molle, ma che volete farci abituati alle panne cotte mattone delle trattorie d'altronde! ;)

PANNA COTTA ALLE MANDORLE AMARE E CREMA DI ZUCCA (8 piccole coppette)

100 ml di latte
150 ml di panna
4 fogli di geltina
50 gr di zucchero semolato fino
2 gocce di essenza di mandorle amare
100 gr di polpa di zucca cotta in forno
2 cucchiai d'acqua
40 gr di zucchero a velo

Scaldare il latte e la panna in una casseruola, aggiungere lo zucchero semolato e via via scioglierlo, aggingere l'essenza di mandorla, se ne avete una concentrata come la mia davvero poca. Ma se usate le fialette del supermercato, una fialetta intera. Ammollare 3 fogli di gelatina in acqua, appena il latte bolle strizzarla e aggiungerla al composto. Mescolare poco e spegnere. Mettere la panna cotta nell coppette e lasciar raffeddare prima a temperatura ambiente poi in frigo almeno 5 ore.
Tagliare la zucca cotta in forno a pezzettoni e metterla in un boccala adatto al frullatore ad immersione con pochissima acqua il necessario per far si che il frullatore lavori bene e si ottenga un composto fluido, trasferire tutto su un fonello e aggiungere lo zucchero a velo setacciato per ottenre una glassa consistente, infine quando il composto sarà caldo aggiungete l'ultimo fogli o di gelatin ammollato in acqua e ben strizzato. Io ho lasciato riposare fuori dal frigo per circa 2 ore, il composto con queste dosi rimane morbido potrete versarlo sopra alle piccole panne cotte senza problemi perchè non solidifica.

Pinchos caprino aromatizzato e uva

Pinchos di caprino aromatizzato e uva



Los Pinchos sono un bel ricordo del mio periodo Alicantino...
Quante serate inziavano in un bar de copas cenando o "picando" qualcosa. Gli spagnoli sono stati gli inventori dei fingerfood che adesso qui in Italia vanno tanto di moda, ma a dir la verità per loro è un abitudine diffusa da molti anni. Uno dei bar a cui ero particolarmente affezionata, diffusi un pò in tutta la Spagna peraltro, era il Lizzaran, assolutamente imperdibile... E dove ho anche preso molte idee e il mio modo di cucinare ne è stato fortemente contaminato.
Tra l'altro ci si chiedeva qui, se valesse anche il detto di non far sapere al contadino, oltre che delle pere, anche dell'uva con il formaggio... Quindi mettete questi due ingredienti, metteteci lo stecchino e soprattutto, se vi a piace, mettete un goccio di aceto balsamico: questo, prendete due calici e aprite anche il vino. Che volte anche un sottofondo? Eccovelo!

PINCHOS CAPRINO AROMATIZZATO E UVA (per 6 pinchos)

100 gr di formaggio fresco caprino
cumino
1 cucchiaino raso di farina integrale (se resta troppo molle)
3 acini d'uva bianca
3 acini di uva rossa
aceto balsamico di Modena

Mescolare il caprino con le spezie e lasciar in frigorifero un ora per farlo solidificare, tiratelo fuori e se rimane ancora troppo molle aggiungere un pizzico di farina, questo dipende dal caprino e da quanto è fresco. Formate delle palline con le mani grandi quanto gli acini d'uva e mettetele di nuovo in frigorifero per mezz'ora.
Per ogni stuzzicadenti infilzare una pallina di formaggio e un acino d'uva.
Se vi piace potete finire con aceto balsamico, sta decisamente bene io l'ho omesso nella foto perchè l'ho aggiunto solo l'istante prima di servire.

....In the cinema for love

Per una serata di pinchos, soprattutto dopo la la colonna sonora di Paco de Lucia, il mio suggerimento va per questo film:

Pollo ras el hanout su crema di cavolfiore allo zafferano

Pollo speziato su crema di cavolfiore allo zafferano


"Il meglio de droghiere" è questa la traduzione letterale di ras el hanout, un mix di spezie usato prevalentemente nel nord africa e Tunisia e Marocco in primis. Qualche furbo commerciante in realtà inventò questa spezia dando semplicememente fondo agli avanzi di spezie che gli erano rimasti nei cassetti e una volta messo in bella mostra in vetrina venne "spacciata" per migliore quando in realtà non lo era affatto. Ne esistono numerossime versioni, un ricetta la trovate qui. Un tempo usata per scopi terapeutici (pare ci aggiungessero coleotteri tritorati che lo rendevano una soecie di viagra naturale) oggi è usata prevalentemente per cous cous. E' adatta, tuttavia anche per tajine e spezzatini dato che si sposa bene anche con le carni.
Il pollo cotto in questo modo in padella resta croccante e saporito, ma questo già ve lo avevo accennato, trovo che stia bene con la consitenza morbida del cavolfiore in cui si ritrova il profumo speziato dello zafferano. Mi dispiace non riuscire a darvi delle vere dosi per questi ricetta a dirla tutta ho assemblato gli ingredienti senza pesarli.

POLLO RAS EL HANOUT SU CREMA DI CAVOLFIORE ALLO ZAFFERANO

1 petto di pollo
cavolfiore lessato
1 cucchiaio di ras el hanout
qualche pistillo si zafferano
farina
olio evo
sale
cipollotto

Ripassare in padella con olio e un fondo di cipollotto, finemente tritato, il cavolfiore lessato, salare e aggiungere i pistilli di zafferano.
Traferite tutto in un boccale adatto al frullatore ad immersione e ottenere una crema.
Prendere il petto di pollo tagliarli a strisce o a cubotti e infarinarli. Saltarli in padella con l'olio, chiudere il coperchio, spadellare un pochino e solo alla fine aggiungere il cucchiaio di ras el hanout. E' importante prima di aggiungere questa spezia, dopo averlo farla leggermente tostare in un padellino, per fargli spigionare al massimo l'aroma.
Comporre il piatto mettendo la crema sul fondo e il pollo sopra, mangiare raccogliendo la crema con ogni bocconcino di pollo.

Cupcake triplo ciccolato e cardamomo

Muffin triplo cioccolato e cardamomo


E' bello sentirsi un pò Nigella quando non si fa parsimonia di burro, di cioccolato e tutto il resto...
E' ora di colazioni che scaldino il cuore che coccolino l'anima, quando ormai uscire dal piumone comincia a diventare davvero difficile ci vuole qualcosa di buono che ci faccia venire voglia di incominciare la giornata! No non è la pubblicità del Mulino bianco... Ne tantomeno quando a casa mia ci alziamo dal letto per fare colazione arriviamo tutti insieme felici e sorridenti al tavolo! Anzi avendo tutti orari diversi è molto difficile anche incontrarsi. Però la buona abitudine di fare bene colazione l'abbiamo tutti. E' una ricetta che ho usato diverse volte ma non ricordo adesso la sua provenienza... Da questo libricino probabilmente ho tratto ispirazione. Ci sono tanti consigli di Marc Grossman, colui che ha fatto apprezzare i muffin americani anche hai parigini. Il libro è simpatico e ne propone molti alla frutta, qualcuno salato e tanti al cioccolato.

Tra i consigli assolutamente da seguire per i muffin:
- forno assolutamente bollente tra i 180°e i 200° per 20 minuti
- non far riposare troppo l'impato altrimenti... Addio agenti lievitanti!!
- non impastare troppo, se resta qualche grumo non statevi a formalizzare... Sempre perchè altrimenti addio agenti lievitanti!
OK? Adesso vi starete chiedendo ma perchè parla di muffin quando qui ci sono dei cupcake? Io li definisco cupcake per la presenza della glassa che ho usato per ricoprirli, ma ciò che vorrei chiedervi è questo: nell'impasto alla fine dei conti quali differenze ci sono? Quindi continuerò ad usare ricette di muffin per fare cupcake e ricette di cupcake per fare muffin...
Magari i puristi dei muffin penseranno che chissà quale bestialità ho scritto! :)
Per quanto riguarda gli ingredienti, sull'abbinamento cioccolato e cardamomo non devo nemmeno starvelo a dire vero? Per l'utilizzo del cioccolato dopo il cacao in polvere, le gocce di cioccolato e la finitura di glassa credo che avrete abbastanza....? No? Allora dopo il primo potrete saziarvi anche con un secondo dolcetto! :) Tanto uno tira l'altro!


Muffin triplo cioccolato e cardamomo2



CUPCAKE TRIPLO CIOCCOLATO E CARDAMOMO (12 pezzi piccoli)

350 gr di farina 00
250 ml di latte intero
180 gr di burro
200 gr di zucchero
2 uova codice 0
100 gr di gocce di cioccolato fondente al 70%
1/2 bustina di lievito per dolci in polvere
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
6 bacche di cardamomo verde
2 cucchiai colmi di cacao amaro

per la glassa:
70 gr di gocce di cioccolato al 70%
20 gr di burro
zucchero a velo

Lasciar ammorbidire il burro a temperatura ambiente e montarlo con lo zucchero per ottenere una crema. Sbattere le uova con il latte e unire al burro poco alla volta. Con un impastatrice è più agevole devo dire ottenere una consistenza omogenea. Pesate la farina e unirla a tutti gli altri ingrediente secchi: lievito, bicarbonato, sale, cacao amaro e le bacche di cardamomo ben tritate. Conservate parte dei semini della spezia per guarnire i cupcake alla fine. Ora setacciate il tutto nel composto liquido. Dopo aver ottenuto un impasto omogeneo, unire anche le gocce di cioccolato, ultima impastata e via nei pirottini! Se si usano stampi devono essere precedentemente imburrati se usate pirottini di carta chiaramente no. Riempire gli stampi per 3/4 e mettere in forno preriscaldato alla temperatura di 180° per 20 minuti. Fate la prova stuzziacandenti, se esce ben usciutto, sfonate.
Preparate una glassa facendo sciogliere poco burro e aggiungendo le gocce di cioccolato quando tutto sarà fuso aggiungere zucchero a velo, per fare rapprendere il tutto e versate la glassa sui dolcetti. Guarnire con le bacche di cardamomo lasciare la glassa solidificare un pochino.

...In the cinema for love

Dopo la conclusione del festival del cinema di Roma, questo è il mio consiglio:
A Serious Man - Joel Coen e Ethan Coen - USA, Gran Bretagna, Francia 2009 - Medusa

Conservare i pachino in inverno e mangiarli spadellati

Pachino spadellati


"Lo sapevate...?
Il pomodoro pachino può resistere in cantina fino a Natale!
Per quale misteriosa ragione ci riesce? Pachino misteriosi...
SAPEVATELO... SU RIEDUCATIONAL CHANNEL!"


Mi trovo oggi a raccontarvi una cosa di una banalità quasi disarmante, ma che per me è stata quasi la scoperta dell'acqua calda o la scoperta dei metodi della nonna... Se vogliamo dirla tutta.
Mia nonna i pomodori pachino quelli a grappolo, li conservava così, al naturale, appesi in cantina ad uno spago e le duravano per mesi. Quest'anno, ad agosto, inizio settembre la pianta di pachino cha avevamo in giardino ne aveva prodotti talmente tanti che non sapevamo più che farci, allora abbiamo tentato anche noi il metodo. Vi posso dire che dopo oltre un mese, ad eccezione di qualche pomodorino che è andato a male, gli altri sono rimasti perfetti e poi potete vederlo con i vosti occhi nella foto qui accanto, la foto è scattata in cantina. Ricordo che da piccola nella casa in campagna dei miei nonni vedevo appesi questi pomodorini rossi là a prendere polvere non mi sono mai domandata il perchè fossero là e da quanto tempo... Ero più attratta dalle pannocchie, messe lì anche quelle a seccare, in merito a quelle, invece si, mi chiedevo perchè qualche chicco diventasse nero e qualche altro no. Ma più di tutto mi chiedevo se ci potevamo fare i pop corn! :) Tornando al discorso principale... Ci sono arrivata molto in ritardo a riscoprire questa vecchia abitudine per i pachino, sono felice che non sia andata persa. Dopo questa dritta abbastanza vintage vi lascio alla ricetta.

PACHINO SPADELLATI DI ANTONELLA

pachino
olio evo
sale
aglio
basilico
Pane casareccio

Antonella consiglia di metterli in padella con l'olio e cuocerli a fiamma alta fino a che non si sente lo schioppettio di qualche pomodorino che comincia a rompersi. Io ho messo l'aglio direttamente nell'olio e poi a fine cottura l'ho rimosso. Dato che il basilico in inverno comincia a scarseggiare ne ho messo poco quando li ho torlti dalla padella e salati alla fine, ma era davvero poco. Per il resto ho fatto quello che suggerisce lei Li ho serviti con una fetta di pane che ho tostato nella stessa padella che ho usato per cuocere i pomodorini...

Alchechengi glassati al cioccolato

Alchechengi al cioccolato


Come è possibile non subire il fascino di questi piccoli frutti arancioni ancora non me lo spiego. Pensare che quando sono andata dal mio solito pusher di frutta e verdura e li ho visti lì sul bancone alla mia richiesta di acquistarli lui mi chiede "ma ti piacciono davvero gli alchechengi?" ed io (dato che li sto comprando, magari anche si) "si con il cioccolato si!" ;)
Al che lui dice "Secondo me sanno di pomodorini acerbi!" AHAHAH! Rido io, e mi viene da dire che la cosa non mi soprende affatto dato che stiamo parlando della stessa famiglia di piante, le Solanaceae, quindi non si stava dicendo nessuna bestialità. Poi, come ogni cosa "degustibus..." chiaramente!
Gli Alchechengi (Physalis alkekengi) , contengono moltissima vitamina C, tannino , acido citrico e zucchero, pare che sia un toccasana per il vie urinarie dato che favorisce la diuresi. Si raccolgono nel mese di settembre quando sono maturi quindi sono frutti autunnali.
Potete anche vedere quelli di Camomilla o la versione caramellata di Zenzero e Cannella.

ALCHECHENGI GLASSATI AL CIOCCOLATO

Alchechengi
gocce di cioccolato fondente al 70%
zucchero a velo

Sciogliere le gocce di cioccolato a bagnomaria, quando sarà ben liquido aggiungere dello zucchero a velo per farlo un pochino addensare e fare la glassa.
Aprire delicatamente gli alchechengi liberando il frutto dal suo involucro ma lasciandolo attaccato e girato nel verso opposto in cui era prima. Immergere i frutti nel cioccolato e disporli su un foglio di cartaforno ad aspettare che solidifichi a temperatura ambiente.
Quando il cioccolato sarà indurito possono essere mangiati.

Quenelles di simil hummus

quenelles

L'hummus è la salsina israelina che non quasi più bisogno di presentazioni ormai è molto moto anche a noi. Con diffusione dei Kebap e di questi negozi o anche fast food etnici anche l'hummus ha trovato un alto livello di gradimento nella nostra cultura.
Potremo semplificare al massimo dicendo che è un sorta di purea di ceci aromatico si usa per accopagnare pane arabo o come salsina anche per il pinzimonio. A me personalmente piace particolarmente con i gambi di sedano. Questa versione rivisitata che ho preparato resta più compatta grazie all'utilizzo della ricotta per amalgamare gli ingredienti perciò più adatta da spalmare soprattutto se avete una buona pizza bianca. Come mi è successo anche preparando questo mio malgrado, io con l'aglio proprio ci faccio a botte, quindi anche se alla fine si travisa totalmete la ricetta non l'ho usato.

QUENELLES DI SIMIL HUMMUS

150 gr di ceci
1 cucchiaio di Tahina (crema di sesamo)
100 gr di ricotta fresca
prezzemolo tritato
olio extra vergine d'oliva
sale
1/4 limone
paprika (se piace)

Mettere i ceci nell'acqua la sera prima, la mattina scolateli e trasferiteli in una pentola con dell'acqua in ebollizione. Lasciate cuocere a fuoco lento per 45 minuti e scolateli.
Unire tutti gli igredienti in un boccale adatto al frullatore ad immersione: ceci, ricotta, sale prezzemolo un goccio d'olio, il succo di limone e frullare il tutto.
Accompagnare con pita (o anche la nostrana pizza bianca) oppure sedano e verdure da pinzimonio.

Bicchieri con caki, amaretti e cioccolato

Bicchieri di caki alla vaniglia, amaretti e cioccolato

AH! Oggi sono proprio soddisfatta riesco finalmente a riproporvi un'altra ricettina sciuè sciuè del mio grande amore Simone Rugiati! A proposito... Vogliamo parlare di quanto è decaduto il suo programma "oggi cucino in..."? Ragazzi sta per passare hai livelli di "Mattia detto fatto"! Ridatemi il mio Simone Rugiati un pochino più in veste professional!!! :)
Scherzi a parte questo blog sta davvero scadendo in discorsi da "Signora Maria..."
Alziamo quindi il tono di questo post... Parliamo del tempo? Non ci sono proprio più le mezze stagioni... Parliamo del traffico di Roma? Un delirio sul raccordo oggi.... Ma che te lo dico a fa! AHAHA! Sono proprio schizzofrenica! Ma oggi di essere seria non ne ho voglia!
Quindi mentre scrivo questa ricetta facile facile continuerò a pensare al sorriso di Simone e a cominciare a escogitare un piano per conoscerlo facendogli le poste sotto gli studio del Gambero Rosso... ;) Solo per dirgli che è ora che torna a fare un pò più il serio!
Demenza a parte ecco la ricetta:

BICCHIERI CON CAKI, AMARETTI E CIOCCOLATO (2 bicchieri)

2 caki
4 amaretti
1 bacca di vaniglia
50 gr di cioccolato fondente al 70%
10 ml di latte

Sbucciare i caki, ricavarne la polpa mettendola in un contenitore adatto al frullatore ad immersione. Aggiungere alla frutta la parte interna di una bacca di vaniglia. Procedete in questo modo: tagliare la bacca a metà passare su ogni lato interno del baccello il coltello e prelendo i semini neri che esso racchiude.
Con il frullatore ad immersione montate la polpa dei caki incorporando aria.
Far fondere il cioccolato aggiungendo poco latte o anche panna da montare, appena il composto è liquido togliere dal fuoco.
Sbriciolare gli amaretti disporli in fondo al flute al calice o qualsiasi bicchiere abbiate scelto, sopra disporre la polpa di caki soprà la cremina al cioccolato guarnire con altri amaretti, interi o sbriciolati.

Liquore a (tre tipi di...) menta

Liquore alla menta

Perchè un liquore venga bene secondo me deve evare anzitutto la giusta consistenza sciropposa, il giusto aroma e profumo senza che l'alcool prevalichi su di esso e infine deve essere sufficientemente dolce altrimenti faccio fatica a berlo (non amo per esempio la grappa).
Il liquore alla menta che ho sperimentato quest'anno per la prima volta ha esattamente tutte queste caratteristiche. Sposa perfettamente il mio gusto.
Si può bere puro a fine pasto adattissimo per rinfrescare la bocca o anche aggiunto in piccole quantità ad acqua ghiacciata come bibita dissetante mantenendo la proporzione 1:4 è perfetto.
Chiariamo subito un punto fondamentale, conosco bene quello che mi scriverete nei miei commenti ormai! ;) Non mi venite a dire che non avete 3 tipi di menta diversa per fare questo liquore perchè possono essere tranquillamente sostituite con lo stesso quantitivo di un unico tipo di menta o due o a piacere.
Chiarito ciò, se come me avete il problema della menta che vi sta infestando tutto il giardino usate quella che avete! :)
Se lo sciroppo non è stato sufficiente ad eliminarne abbastanza proseguite con questo.
Dosi per 1 litro e mezzo di liquore:

LIQUORE ALLE TRE MENTE

30 gr di foglie di menta piperita
30 gr di foglie di menta glaciale
30 gr di foglie di menta romana
(in alternativa 90 gr di uno dei tre)
400 ml di alcool puro al 90%
200 gr di zucchero
300 ml di acqua

Raccogliete la menta e liberare le foglioline dai rami. Lavare le foglie e asciugare delicatamente. Mettere le foglie in infusione nell'acool in un barattolo di vetro chiuso e al buio per due settimane. Ogni tanto agitate.
Trascorso questo periodo, con acqua e zucchero fate uno sciroppo, quando comincia a sobbollire un pò aspettate ancora 5 minuti e spegnete. Lasciate raffreddare totalmente.
Ora filtrate in maniera accurata l'alcool dove avete lasciato in infusione la menta. Io ho usato prima un colino a maglie strette e poi il secondo filtraggio l'ho fatto con un panno di lino, necessita un pò di tempo ma si ottiene un liquore più limpido. Unire scriroppo di zucchero e alcool, imbottigliare e conservare in frigo. Si può consumare subito.
In merito ai tempi di conservazione mi hanno detto che sono lunghi, diciamo fino all'anno successivo, ma dopo 3 mesi (come nel mio caso) in fondo alla bottiglia cominceranno a formarsi i primi sedimenti della menta, perciò agitare prima dell'uso.

Tortine con crema al limone e frutti di bosco

Tortine crema e frutti di bosco

Vi capita che girovagando per altri blog incappate in una ricetta e vi viene una terribile voglia di mangiare quella "tal cosa" che non mangiate da moolto tempo? Improvvissamente ricordate che nei meandri della mente... Ma come mai a me piace così tanto eppure non me la preparo mai?
Ed ecco Onde mi ha fatto venire in mente che avevo proprio voglia di rimangiare la crema pasticcera. Ora dalla sua ricetta alla mia c'è sicuramente un bel cambiamento ma io proprio adoro il limone e i gusti aspri dei dolci (infatti se non è limone è lo zenzero!).
Alla fine la crema me lo sono preparata... L'ho accompagnata con la frolla senza burro. Io mi trovo molto bene con questa. Infine ho guarnito con i frutti di bosco e un pò del loro sciroppo.
Spolverata di zucchero a velo e via...
Adesso come la vedete se qualcuno vi svegliasse la mattina a colazione portandovela al letto con un caffè e latte o una spremuta? Ma! :) Io direi proprio che se trovate un uomo così... Potete anche decidere di sposarlo credo! :)

TORTINE CON CREMA AL LIMONE E FRUTTI DI BOSCO (4 tortine o una grande)

Per la crema:
1 uovo
3 cucchiai di zucchero
1 tazza di latte
1/2 limone bio (la scorza)

Per la frolla:
125 gr farina 00
40 gr di zucchero di canna
40 gr di olio d'oliva
25 gr di acqua calda
1/2 bustina di lievito per dolci
1/2 limone bio (la scorza)
Olio per lo stampo
Frutti di bosco (anche congelati)
zucchero semolato
zucchero a velo

Per la preparazione delle frolline, vi rimando alla mia spiegazione: qui
Per fare la crema invece si parte riscaldando il latte aggiungendo la scorza di limone, avendo cura di grattuggiare solo la parte bianca. Mentre il latte si fredda, montare il tuorlo con lo zucchero, facendo diventare spumoso il composto. Quando il latte è quasi freddo aggiungerlo poco a poco all'uovo, continuando a lavorarlo con la frusta. Trasferire la crema nella pentola e cuocere fino ad ebollizione a fuoco lento, mescolando continuamente. Lasciar addensare appena un poco e togliere dal fuoco.
Prendiamo l'impasto e stendiamolo, sulle tortine unte o olio o burro. Riempire ogni tortina con la frolla e cuocerle 160-180°C per circa 20 minuti. Se optate per un unica torta potete aiutarvi con i fagioli secchi per far peso sul guscio.
Quando le frolle saranno cotte aggiungere all'interno la crema e i frutti di posco leggermente scaldati in padella con lo zucchero per ottenere un composto sciropposo.
Guarniere con dello zucchero a velo.
Con questa ricetta partecipo alla racconta di Juls: Sunday Morning sponsorizzato da Macchine alimentari

Prosciutto fresco con uva fragola e rosmarino

Prosciutto di maiale con uva fragola e rosmarino

Se lo dice Sigrid ci fidiamo tutti! Uva fragola e rosmarino si può fare, "fa rima e c'è"! :))
Ma leggi che ti rileggi e sfoglia che ti risfoglia questa bella rivista che esce mensilmente con il Corriere della sera mi sono lasciata tentare dalle tante ricettine con l'uva. Certo che ne esistono davvero tantissime qualità? Di uve intendo. Soprattutto esistono davvero moltissime ricette nella nostra tradizione gastronomica che ne prevedono l'utilizzo. Solo per farne un piccolo elenco:
Sugol (budino di mosto d'uva diffuso diffuso in Emilia, Mantovano e Veneto)
Salsicce con l'uva (specialità umbra, le salsicce vengono rosaolate in padella con uva bianca)
Schiacciata con l'uva (tipicamente toscana)
Per non parlare poi di tutte le preparazioni con l'uva passa...
Insomma l'uva si mangia sempre anche da sola o in abbinamento a formaggi. Quest'estate in Inghilterra notavo che andava per la maggiore e io nonostante tutto non li avevo mai mangiati insieme! Incredibile ma vero! Si dice del formaggio con le pere, ma formaggio e uva avete provato? Magari ero solo io a non saperlo! :) Ad ogni modo meglio scoprirlo tardi che mai!

PROSCIUTTO DI MAIALE CON UVA FRAGOLA E ROSMARINO

4 fette di prosciutto fresco di maiale
70 gr di uva fragola
1 rametto di rosmarino
1 bicchiere di barbera
olio evo
sale in fiocchi
spinaci (per contorno)

Aprire tutti gli acini d'uva e eliminare i semini.
In una padella cuocere la carne con l'olio e il rosmarino, salandola da ambo i lati e aggiungendo il bicchiere di barbera. Togliere la carne dalla padella per non farla cuocere troppo e indurire, e scaldare in padella gli acini d'uva 10 minuti il tempo di farli disfare. Ultimanre la cottura della carne insieme al condimento eventualmente aggiustando di sale.
Io ho servito la carne su un letto di spinaci freschi saltati con poco aglio.


... In the cinema for love:

Questa piccola postilla al termine dei miei post, è di nuova creazione. E' bello condividere con voi la mia passione per la cucina e mi piacerebbe farlo anche per quel che riguarda il cinema.
Perciò quando avrò modo condividerò con voi i film che vedo. Potrete collegarvi al mio account o leggere la recensione del film di oggi: