La Corsica

Erbalunga

Vi stavate chiedendo che fine avevo fatto? Immagino che proprio non riuscivate più a dormirci la notte vero? Si, come no! Stavate diventando calvi a forza di strapparvi i capelli, quindi ho pensato per il vostro bene di tornare a scrivere. Per cominciare magari raccontandovi qualcosa di queste vacanze 2010, passate come al solito, troppo velocemente. Ho tante cose da dirvi ma concetro tutto in un unico post dato che ci sono impegni e scadenze da rispettare da queste parti,
e chissà che il prossimo post... Ma non vi anticipo nulla, passate da queste parti.
Ora passiamo a due appunti sulle vacanze. La meta di quest'anno è stata: la Corsica.

L'ITINERARIO per 15 giorni:
Abbiamo girato la Corsica in senso antiorario partendo dal nord e iniziando dalla costa occidentale.

- Saint Florente 3 notti:
Tour del "dito":
Nonza e Centuri
Elbalunga e Bastia

- Calvi 2 notti

- Valèe du fangu 1 notte:
Sagone

- Ajaccio 2 notti:
Gita alle Isole Sanguinarie

- Bonifacio 3 notti:
Spiaggia di Palomabggia
Spiaggia di Rondinaia
Cascade de Piscia di Gallo

- Aleria 1 notte:
Marina di Aleria

- Bastia 1 notte:
Corte
Vallèe della Restonica

Centuri- Bonifacio

La parte nord, quella che ho preferito, selvaggia e poco battutta dal turismo riserva davvero delle perle. Così incantevoli i paesaggi del "dito" quanto impegnativa la strada per raggiungerli. Centuri è piccolo borgo di pescatori, a me ha ricordato un pò la nostra "Manarola" si pescano le aragoste e non mancono certo i deliziosi ristorantini vicino al porto per assaggiarle.
La costa ovest offre oltre alle spiagge moltissimi piccoli centri che si affasciano sul mare, come Calvi ad esempio, cittadina arroccata su un altura dominata dalla fortezza genovese.

Bonifacio - Valèe du fangu

Il sud in agosto è molto affollato ma anche ricchissimo di spiagge e mete che non possono essere saltate. Le spiagge più blasonate dell'isola senza dubbio meritano la visita ma non si possono godere appieno perchè troppo affollate, almeno in questo periodo. Tuttavia a Bonifacio al tramonto ho lasicato un pezzettino di cuore, il sole cala dietro il promontorio a straiombo sul mare e le bocche appena sotto si tingono di tonalità tenui e delicate di bianco, le foto non rendono giustizia.
La costa est da vedere ma senza soffermarsi troppo, mentre da non perdere l'interno.Valli fiumi, laghi che regalano paesaggi tipicamente alpini, offrono la possibilità di fare escursioni o rilassarsi nelle piscine naturali che formano i fiumi. Al centro dell'isola c'è la sua vecchia capitale Corte un piccolo centro abbarbicato su uno sperone roccioso le bellissime piscine naturali che formani i fiumi le escursioni in montagna e i laghi alpini

Palombaggia

COSA MANGIARE:

Erbe di maquis, brocciu e castagne praticamenti onnipresenti: nella pasta, nel pesce nella carne e persino nella birra.
Tutto profuma delle erbe tipiche della macchia mediterranea (maquis) l'assiette de charcuterie profuma di maquis, i biscotti sia dolci che salati sono aromatizzati con questi odori e una sera a Calvi le ho assaggiate mescolate insieme a una sorta di caponatina, assolutamente da replicare a casa.
Il brocciu invece, viene usato per farcire di tutto di più dai cannelloni ai bignè dolci (attenzione a questi ultimi sono davvero irresistibili).
Le confetture di castagne, le castagne al miele o all'acquavite sono reperibili in qualsiasi negozietto, la farina è utilizzata in moltissimi dolci: i canistrelli (biscottini secchi) e flan per esempio, invece le foglie sono usate per servire la falculella.


Dolcetti Corsi
Bignè al brocciu - falculella e canistrelli alla farina di castagne

Per un pranzo al volo omelette e crepes salate sono state d'obbligo, per una cena più ricercata ai piatti semplici e tipici si affiancano invece specialità francesi non manca spesso il fois grass e la canard.
La cucina Corsa per certi lati però è simile a quella sarda, come ad asempio l'utilizzo del fomaggio nei dolci e la prevalenza di piatti di carne anzichè di pesce (certo le località balneari fanno sempre eccezione) però mentre abbiamo mangiato più spesso buoni salumi e buoni formaggi non si può dire lo stesso per il pesce.

Pietra e dolce Birra Pietra alla castagna - dessert con crema di marroni

COSA BERE:

I vini Corsi non sono male (a dire della guida) ma sapete che la sottoscritta non è poi una vera intenditrice quindi, ho assaggiato diversi vini della A.O.C. Patrimonio, ma devo dire che nessuno mi ha entusiasmato tanto (colpa dei vini o colpa mia!?) quanto la birra Pietra (che volete sono semplice io!).
Le altre birre prodotte di Corsica sono: la Colomba una blanche molto delicata aromatizzata alle erbe della macchia (corbezzolo, mirto, cisto, ginepro) e la Serena una bionda chiara non particolarmente interessante.
Da provare anche la CorsicaCola mi è sembrata una bella idea proporre un'alernativa locale alla nota bibita americana.

Erbe di Maquis

Infine per chi volesse riportare un pò di profumi Corsi in casa ecco il modo per fare da voi il misto di erbe di maqui:

ERBE DI MAQUIS misto home made:

2 cucchiai di origano
2 cucchiai di foglie di mirto
1 cucchiaio di nepitella
3 cucchiai di basilico

Mescolate tutte le erbe essiccate, se necessario pestarle ad un mortaio per sminuzzarle meglio.
Usatele per condire pasta riso o per insaporire verdure cotte.

Salade niçoise

salade niçoise verticale


Dopo la passata settimana in cui ci siamo dedicati totalmente alle scatoline portapranzo giapponesi, oggi andiamo in Francia nella zona di Nizza e della Costa Azzurra. Particolarmente diffusa anche in Italia con il nome di insalata nizzarda, questo piatto è un classico estivo (o di tutto l'anno?) molto nutriente che si trasforma in must in questa stagione. Sulle origini di quest'insalata c'è da discutere, pare sia stata importata dall'Italia tant'è che è diffusa anche in Liguria, ognuno cerca di rivendicare la sua paternità ma nel mio caso avendo utilizzato tutti prodotti italiani mi sento di dire che la vedo un pochino di più "nostra".
La ricetta che ho usato è molto simile a quella di Julia's Child, ma volete sapere qualcosa in più sugli ingrediente? Mi erano giusto arrivate tramite esperya delle uova che non hanno bisogno di presentazione, bè si, quelle di una certa azienda Le Macchie? Ancora non avete capito? Le uova di un certo Paolo, noto per le sue galline livornesi? Va bene, tanto lo so che avete capito che sto parlando di Paolo Parisi, era una vita che non vedevo uova dal guscio bianco.
Volete sapere di più sul tonno? Partendo dal tonno rosso del mar ionio, pescato quando è stagione, si ricava la ventresca (parte centrale del pesce e più pregiata) si prendono i filetti si mettono sotto olio d'oliva e sale marino, chi è il pazzo che ancora fa tutto questo in maniera artigianale? Bè Campisi, una azienda sicula che per questi prodotti è davvero il top. Vi presento la salade niçoise all'italiana ovviamente qui non ci sono dosi è un pò a occhio

SALADE NICOISE

lattuga
fagiolini
patate
pomodori datterini
ventresca di tonno
uova
olio evo
aceto di vino
fior di sale

Lessare le uova in acqua bollente per 5 minuti scolatele in acqua fredda, magari anche con ghiaccio per far rimanere il tuorlo di un bel giallo.
Lessare fagiolini e patate una volta puliti. Non cuocere troppo ne le patate ne i fagiolini soprattutto devono restare croccanti. Fateli raffreddare e condite con olio e sale.
Lavare i pomodori e lattuga tagliateli e disponeteli nel piatto con le patate e i fagiolini.
Aggiungete le uova tagliate e il tonno condire con la vinaigrette

DRESSING ALTENATIVO?
tzatziki quasi greco
finta maionese
Provate a condire l'insalata con una salsina alla yogurt realizzata con lo yogurt panizzi un pochino di menta olio e sale e poca senape si sposa a perfezione con le uova sode.

AH! Dimenticavo buone vacanze a tutti!

Bento Week: links - must have & FAQ

set bento


Molti di voi chiedono dove acquistare e trovare accessori e bento box per confezionare i famosi pranzi stile giapponese, ho deciso così di far un post dove raccogliere tutto di tutto sull'argomento, questo post verrà aggiornato anche in base a vostri suggerimenti e nuove scoperte.

Dove si acquistano?

Principalmente on-line o in giapponerie. A Roma l'unico posto dove poter trovare qualcosa è la giapponeria Sakurashu, anche se non ha prezzi abbordabilissimi e non ha tantissima scelta.
Vi propongo qui di seguito un elenco di siti dove fare acquisti:

Vendita bento box on line:

Casabento
Jbox
BentoandCo
Amazon
laptoplunch (USA)
Plastica bento
Shinzi Katoh
ebay: Yingadeco store (hellokitty box) e Sakura Zakka

Vendita cibo jappo-asiatico:

NaturaSì (supermercati)
Asian food Grocer
Japan Centre
Sushisushi

Quali sono i migliori da acquistare e quali gli accessori più utili?

L'istinto, almeno del mio caso, quando sono andata a scegliere il mio bento è stato quello di acquistare il più kawaii, ossia il più tenero e carino badando poco alla dimensione, invece è meglio sceglierne uno sufficentemente grande e con un buon sistema di chiusura per evitare che si perdano liquidi e condimenti.

Le dimensioni:
side dish 360 ml
onighiri case possono contenere 2/3 onighiri
Piccoli a due piani richiudibili: 320 ml + 180 ml
Medi/grandi a 2 piani: 800/900 ml totali
Jubako bento molto grande a 3 piani: 1300 ml circa a piano
Termici: di fari formati

Quindi dopo aver fatto incetta si bento da 360 ml o giù di lì, ho capito che erano utili solo nel caso volessi portarmi un panino, della frutta o uno spuntino. Diciamo che per il mio stomaco sono molto più consigliati i bento medi grandi, nel caso vogliate anche riempirli con una voluminosa insalata avete tutto lo spazio necessario, in più a scelta potete sempre decidere se utilizzare un solo piano o due. Quindi quelli medio grandi per un adulto vanno bene. I termici sono perfetti d'inverno.

Per quanto riguarda gli accessori diciamo che sono tutti abbastanza superflui, ma volete forse rinunciare a dei colorati stecchini e/o pirottini? :) A parte gli scherzi, la cosa che uso quasi sempre sono:

- Disori, anche la sushi grass va bene
- Kinchaku sostituibile con il fazzolettone furoshiki sono necessari per portare il vostro bento in giro. Io preferisco la borsa kinchaku perchè all'inerno è possibile mettere anche del ghiaccioli congelati
- Soy bottle e porta salse
- side dish, è un bento piccolo riempita con frutta o dolci e va a completare il pasto
- bento belt l'elastico o cinturina per legare tutte del del bento insieme
- Oshibori l'asciugamano per le mani con cui fanno dei veri e propri origami!

bento kitty



Dove trarre ispirazione per realizzare bento?

Blog e forum:
aibento
akinoichigo (in giapponese)
arkonite bento
bento Anarchy
bentobird
bento bliss
bento for beginner
bentoforkidlet
bentolicious
bentolunch
bento lunch blog
bento junkie
bianco rosso giappone
cuteobento
FrenchBento
Hawai`i's Bento Box Cookbook
hapabento
happy little bento
Lylis klein Bento
Lunch in a box
Judy's Bento box
Just Bento
Kitchen cow
Obento Obsession
Pazze per il bento (forum in Italiano)
Pigs do fly


Altre fonti di ispiarazione:
e-obento (in giapponese ma le foto si capiscono!):
Flickr (tutti i gruppi con foto sui bento)
bento tv (vari video tutorial su come preprare i bento)


Tutto quello che volevate sapere:
- Tecniche per tagliare i wurstel e relizzare gli animaletti
- Come usare il furoshiki (fazzoletto per avvolgere il bento) anche video
- Kinchaku (borsetta porta bento) fai da te
- Viedeo ricette giapponesi: inimitabile cooking with dog
- Oshibori art gli origami realizzati con gli asciugamani

Bento Week: Domo's Bento

Domo's Bento2


Se vi state chiedendo chi è Domokun, ve lo spiego subito: stiamo parlando di un manga. Domo è il propagonista di un fortunato fumetto giapponese, arrivato anche in Italia, sia come manga che come episodi animati. Sono sicura che molti lo avranno già visto e magari molti di voi già conosceranno Sherimiya la mia fonte di ispirazione per questo bento.
Se vi piace il pane integrale di segale, questo qui per capirci questo è il pranzo che fa per voi, il sandwich realizzato con questo pane è farcito con bresaola e doppio formaggio. Il pane si segale sta benissimo se spalmato con del burro, ma io non sono abituata a a farloq uindi è rimasto "nature".
Gli occhi di domo sono realizzati con delle olive, di quelle denocciolate. la bocca con una fetta di pomodoro  e i denti ricavati da una striscia di cipolla.
Domo's Bento
Gli altri ingredienti che vedete nella foto sono:
wurstel di seitan
pomodorini pachino e un piccadilly,
carote
bocconcini di tofu alle olive e pomodoro
bocconcini di tofu alle olive e zucchina
koban crackers (crackers di riso con alghe)

FAGIOLINI SESAMO E ZENZERO

Lessare i fagiolini in acqua salata scolarli quando saranno teneri, circa 20 minuti. Se volete ottenre un verde più inteso cuoceteli in poca acqua e scolateli in acqua e ghiaccio.
Condire i fagiolini con olio e sale e la radice di zenzero fresca grattuggiata. Tostate pochi istanti i semi di sesamo in uan padella calda e aggiungeteli alla preparazione.

Bento Week: Bento con onigiri a cuore

Bento con onigiri a cuore

Buongiorno, siamo a metà settimana quasi e se ancora non ne avete avuto abbastanza restate sintonizzati su questo blog per i prossimi giorni per la Bento Week, settimana in cui si parlerà solo di ricette da mettere dentro una scatoletta e da mangiare fuori casa.

Quali accessori vi servono?
Un mold per onigiri a forma di cuore
Un cutter per alghe a cuore
Un mold per uova a forma di orsetto

Quali ingredienti vi servono?
Tofu alle olive
pachino
piccoli wurstel di seitan
senape
olive
zucchine alla scapece (queste)
riso per sushi
salmone

- Per realizzare gli ONIGIRI potete seguire questa ricetta io questa volta li ho farciti con il salmone.
- Per realizzare l'uovo basta lessarlo, sbucciarlo, inserirlo nell'apposito stampino e immergerlo in acqua fredda. Dopo 5 minuti aprire lo stampino e sarà pronto.

Per il resto non credo ci sia bisogno di indicarvi ulteriori preparazioni che già non siano evidenti dalla foto, la salsina che ho inserito nel porta salsa è senape adatta per accompagnare sia i wurstel vegetali che l'uovo.

Bento Week: Bento con insalata di pasta

bento con insalata di pasta

Passiamo subito al bento box di oggi, più che di ricette giapponesi parliamo di ricette molto italiane/mediterranee in effetti. La pasta fredda non sarà la trovata del secolo ma avete mai provato la versione con al pasta di acciughe? A me piace sia versione calda che versione fredda.
Per la versine calda: si scalda olio con uno spicchio d'aglio e si sciolgono le acciughe dentro si salta la pasta nell'olio ed è fatta, è buona così, ma sapete già che in sicilia oltre a questo aggiungono il pangrattato, vero?
Per la pasta fredda potete sbizzarrirvi con le diverse varianti.
Ma ora passo a raccontarvi quello che vedete nella foto:

- albicocche con limone (se no scruscono subito)

INSALATA DI CETRIOLI CON ZUCCHINE E FETA

Tagliare le zucchine con un pelapatate o una mandolina in modo da ottenere una carpaccio. Condire con olio sale e limone, poi passare ai cetrioli una volta puliti condite con olio e sale. Disporre le zucchine sotto i cetrioli a formare un letto e infine tagliare delle stigriscioline di feta aggiungendeo anche l'origano

INSALATA DI PASTA MEDITERRANEA

100 gr di castellane (o il tipo di pasta che preferite)
8 pomodorini pachino
pasta d'acciughe o filetti
olive nere
capperi
olio evo
sale
basilico

Lessare la pasta in acqua e sale e scolarla, condirla con olio e un cucchiaino di pasta d'acciughe, mescolare bene e aggiungere tutti gli altri ingredienti pomodorini cappeli dissalati, olive nere denocciolate e affettate ancora basilico fresco e un filo d'olio ancora per finire.

Bento Week: Bento con spezzatino di soia

bento con spezzatino di soia


Dichiaro ufficialmente aperta su questi schermi la settimana dedicata ai bento box, prima di lasciarvi per le vacanze vi lascio qualche idea per i vostri pranzi "al sacco" che siano al mare o in montagna, eccovi qualche ricetta veloce da "schiaffare" in una scatoletta. :)
In questo caso sarà necessario procurarvi dei bocconcini di soia e del riso misto, per realizzarlo. Per il resto ci sono tutte preparazioni fredde:
- zucchine arrotolate con feta
- pachino svuotati con oliva e capperi
- cetriolo

Ma ora passiamo alle due semplici preparazioni che richiedono cottura

SPEZZATINO DI SOIA

100 gr di bocconcini di soia
cipollotto
10 pachino
5 olive
basilico
olio evo
sale

Mettere in ammollo lo spezzatino in una ciotola d'acqua, l'acqua deve coprire i bocconcicni di soia per un dito, farli rinvenire e poi scolarli. Saranno necessari 10 minuti in ammollo.
Scaldare l'olio in padella con il cipollotto e il basilico, tagliare i pachino a metà e affiungerli in padella, infine aggiungere anche i bocconcini di soia, far saltare e procedere con la cottura per 10 minuti aggiugendo acqua se necessario. Salare e pepare a piacimento lasciar asciugare il liquido aggiungere le olive e guarnire con altre foglioline di basilico.

MISTO DI RISO SELVATICO OLIO E LIMONE

100 gr di riso misto:
1 parte di riso lungo integrale, 1 parte di riso rosso selvatico, 1 di riso selvatico
olio evo
sale
limone

Il riso di questo tipo richiede dei tempi di cottura piuttosto lunghi è necessario sciacquarlo un pochino sotto l'acqua corrente e metterlo a lessare in una pentola con abbondante acqua salata per una 40ina di minuti. Aggiungete altra acqua in cottura se è evaporata. Quando è tenero scolarlo e condirlo subito con olio e limone. A vostra scelta potete aggiungere del curry o dello zafferano o lasciarlo "nature". Io lo preferisco così per apprezzare il gusto del riso.

... alla scapece

zucchine alla scapece

Come promesso ecco qui la ricetta delle verdurine alla scapece. Certo potevo mettere il link di famosissimi blog che già hanno dato la loro interpretazione a questo classico della cucina, ma perchè farvelo mancare tra queste pagine?
Procedo quindi col presentarvi questa ricetta utile per "far fuori" la sovrabbondanza di verdure di questo periodo. Il primo problemuccio incontrato è stato proprio quello di scrivere il titolo di questo post perchè si dice: verdure alla scapece/ in scapece o a scapece? Bel dilemma che su internet non ha trovato soluzione, ho optato per la forma che a me sembrava più corretta, ma dovrei chiedere a qualche napoletano in realtà come si usa dire.
Questo tipo di preparazione prevede la frittura preventiva delle verdure e poi la marinatura con l'aceto per far si che si conservino a lungo, in effetti le zucchine le ho fatte da ben due settimane e si sono conservate perfettamente fin ora, le melanzane idem, anche se appena fatte hanno quella fragranza e croccantezza che poi perderanno.
Abbiate l'accortezza, se tagliate a mano le verdure, di fare delle fettine tutte dello stesso spessore, il procedimento da usare è lo stesso quindi metto solo le dosi di entrambe il procedimento da seguire è quello in fondo.

ZUCCHINE ALLA SCAPECE

500 gr di zucchine (4 o 5)
cipolla bianca
1 bicchierino da caffè di aceto di vino
1 rametto di menta
sale in fiocchi
olio di semi
3 cucchiai di olio evo


melanzane alla scapece

MELANZANE ALLA SCAPECE

2 melanzane nere
2 spicchi d'aglio
1 bicchierino da caffè di aceto di vino
olio di semi
3 cucchiai di olio evo
sale in fiocchi
1 rametto menta

Tagliare le melanzane dello spessore di 2-3 mm con l'aiuto di una mandolina si fa prima e meglio. Lasciare le melanzane in un canavaccio pressato da una pentola dopo averle salate per eliminare il sapore amaro. Tuttavia se avete melanzane fresche e "giovani" potete omettere il passaggio non saranno amare.
Chiaramente per le zucchine questo passaggio non è necessario

Scaldare l'olio di semi e portarlo a temperatura, sarà pronto quando immergendo uno stuzzicadenti questo fa le bolle. Mettete dentro le melanzane e cuocerle fino a che non diventano gialle dorate. Attenzione che dal dorato al bruciato passano davvero pochi istanti. Scolarle su carta assorbente asciugarle un pò dall'eccedenza di olio.

Disporre le melanzane in una terrina andando a strati e per ogni strato cospargere il sale, aggiungere l'olio l'aglio (per le zucchine la cipolla) a rondelle e la menta.

***
Per ultimo, dopo aver partecipato al simpatico contest di Semplicemente pepe rosa e Cavoli a merenda ed essere stata proclamata vincitrice (grazieeeeeeee troppo buone!) con la ricetta del mio plumcake ho ricevuto uno splendido pacco colmo di delizie e accessori speciali, curato nel colorato packaging. Una farina di granoturco tostato d'eccezione, vasetti di conserve: miele, marmellata e grappuvetta e infine due diversi tipi di bellissimi pirottini. Bè io non ho parole per ringraziarvi ragazze.
Caroo, ma per utilizzare la farina hai qualche dritta da suggerirmi?

pacco carolinacompleto

Crema di zucchine con crostini all'aglio e chips a scapece

Crema di zucchine con crostini all'aglio e chips a scapece

Stanno per arrivare le vacanze estive e chi non è ancora partito stringe i denti per i tanto sospirati giorni di riposo, in cucina si fa il pieno di frutta e verdura che in questa stagione è buonissima. Anche il mio blog presto andrà in vacanza per tornare a settembre spero con tante novità, in cantiere già da un bel pò di tempo.
Ultimamento ho in casa molte zucchine provenienti dal mio giardino ed è un piacere mangiarle anche se a dire il vero di cucinarle un pochino non ne posso più. Provate in tutte le salse, l'idea che per quest'anno è andata per la maggiore è stata la vellutata. Semplice, senza aggiunte di altri sapori, volevo che si sentisse la zucchina e non altro così è stato. Per una variante ancora più fresca credo che starebbe bene, invece di fare il brodo come nel mio caso, sostituirlo con dello yogurt magro un pochino in stile cavolettiano per intenderci.
D'estate le creme fredde fanno proprio al caso mio, questa, con il gazpacho sono tra le mie preferite.

CREMA DI ZUCCHINE CON CROSTINI ALL'AGLIO E CHIPS A SCAPECE

300 gr di zucchine
brodo vegetale o acqua
1/4 di cipolla
1 fetta di pane raffermo
1 spicchio d'aglio
zucchine a scapece
olio evo
sale

Cominciare facendo soffriggere la cipolla tritata nell'olio e aggiungendo subito dell'acqua quando comincia a prendere la temperatura. Tagliare la zucchina rondelle e buttarla nella padella, cuocere 15 minuti all'allungando via via con del brodo, fino a che le zucchine non saranno cotte. Aggiustare di sale e passare il tuto in un frullatore (anche a immersione). Lasciate freddare.
Nel frattempo preparare i crostini di pane, in una padella con dell'olio e uno spicchio d'aglio in camicia mettere i dadini di pane e farli saltare spesso. Attenzione che bruciano molto velocemente se non li seguite. Saranno necesari pochi minuti, spegnere e togliere l'aglio.
Comporre il piatto versando la crema, i crostini sopra e le chips di zucchina a scapece.
Qui rullo di tamburi! Per realizzare le zucchine a scapece: appuntamento alla prossima puntata. :))

La pizza del dream team

2p

La prima sfida da affrontare è stata: il caldo. Una torrida domenica di luglio, un pò per gioco, un pò per curiosità, un pò perchè quando dissapore chiama insomma, si è felici di andare...
Ci si ritrova a Melizzano, nel pressi di Benevento, a casa di Cristina e Maurizio per un incontro a tema pizza.
Il grosso forno, restaurato da Stefano Ferrara (un nome poco noto per quel che riguarda la costruzione dei forni artigianali :) ardeva nonostante i 40 gradi all'ombra. Chi infornava, chi stendeva, chi condiva.
Inizia Franco Pepe (Pizzeria Pepe), lui la pizza ancora la impasta a mano! Appena arrivati il primo assaggio è stato della sua famosa “Caiazzana”, fatta con fiordilatte, prosciutto crudo, olive di Caiazzo e scaglie di formaggio “cacio peruto”. Applauso!

1

Non poteva mancare chi friggeva: l'ottimo Enzo Coccia (Pizzeria La Notizia) che si è cimentato in pizze fritte con pomodoro e mozzarella e con ricotta e pepe, gonfie, buone, difficilmente scorderò questo assaggio e il breve momento in cui mi spiegava come tenere le mani per stendere l'impasto crudo.
Al fianco di Coccia il grandissimo Antonio Tubelli di Timpani e Tempura, di cui già avevamo parlato.

2



Arriva il turno di Sorbillo (c'è bisogno di presentarlo? L'omonima pizzeria a via dei Tribunali a Napoli?). Insieme a lui arriva il turno anche dei suoi ingredienti d'eccezione, ma sentito parlare del pomodoro nero? Mai sentito parlare della suo famoso superpomodoro? Ecco!
Assaggiata anche la pizza con il pomodoro secco e aglio novello, diversa dalla prima di Pepe chiaramente, più sottile ma degna di nota. A dirla tutta la pizza di Sorbillo già la conoscevo essendo andata in loco a provala anche se in questa occasione ne ha realizzate di più particolari.

Progetto1Il dream team dei pizzaioli ha fatto sognare e non solo me, ma anche tutto il gruppo di Dissapore e i molti romani intervenuti all'evento tra cui i fooders (sempre grandi), Itaian Linguini (il più noto diplomato in parandanza), Il buon Vincenzo Pagano, Remigio , Liberati e sicuramente dimentico qualcuno. La piacevole compagnia è stata alietata dalla birra del birrificio campano Karma, un peccato dover andar via troppo presto e non essere riuscita ad assaggiare le ultime delizie di Sorbillo.

4

Ma come diceva Cristina, la prossima volta la facciamo a novembre :)) qualche grado in meno avrebbe senz'altro aiutato.
Grazie a dissapore, gli organizzatori, ai gentili padroni di casa a tutti i cuochi d'eccezione intervenuti.

Gelatina di cipolla rossa di tropea e uvetta

gelatina di cipolla rossa di tropea e uvetta


Non curanti del caldo? Pronti a buttarvi davanti al fornello acceso anche con queste temperature? Superata la prima paura non sarà poi così terribile cimentarsi in questa preparazione, la gelatina non ha tempi di preparazione lunghi come la marmellata, il gusto resta più pungente e può essere porzionata non solo splamata. Tolti i tempi necessari per mondare la cipolla, la cottura richiede una mezz'ora. C'è bisogno che vi suggerisca qualche idea per utilizzarla? Al top degli abbinamenti, inutile dirlo: il formaggio, ma anche il pesce, magari con del tonno fresco e perchè non con qualche carpaccio di carne? Insomma un pochino come questa qui
Un appunto, vi piace l'odore di cipolla cotta per casa? Bè a me non troppo, vi consiglio di areare bene durante la preparazione io per tre giorni ho avuto la casa invasa da quell'odore. AHAH! Lasciamo perdere i commenti dei poveri malcapitati.
Potremo star ancora qui a disquisire su "pectina si" o "pectina no", molti ritengono che pectina = male, io veramente trovo che per alcune preparazioni consente di non usare tanto zucchero e la resa del prodotto finito è molto maggiore. Tuttavia si può tranquillamente omettere e decidere per la normale marmellata.

GELATINA DI CIPOLLA ROSSA DI TROPEA E UVETTA

800 gr di cipolle rosse di Tropea
400 gr di zucchero semolato
1 bustina di pectina 2:1
una manciata di uvetta (non l'ho pesata)

Lavare e tagliare sottilmente le cipolle (...e qui preparantevi a farvi un bel pianterello!)
Mettere le cipolle in una pentola capiente e tostare per un minuto. Mettete in ammollo l'uvetta e quando sarà rivenuta, aggiungerla alla cipolla.
Aggiungere lo zucchero mescolato con la pectina. Mescolate e portate a ebollizione. Fate la prova del piattino per vedere la giusta consistenza. Per chi non lo sapesse si preleva dalla pentola un piccolo qualitativo di marmellata e si lascia colare su un piatto se fatica a scendere allora è pronta.
Mettera la gelatina nei vasetti sterilizzati chiuderli e capovolgerli. Otterrete due vasetti.
Nel caso vogliate l'effeto più "marmellatoso" potete eliminare o dimezzare la dose di pectina, con questi dosi viene un composto ben gelificato.
Con questa ricetta partecipo al contest indetto dalle Tamerici "Crea un prodotto per le Tamerici"


Le fatatine

Fatatine

Non si può certo dire che sia un piatto di cucina romana, infatti non è mia intenzione spacciarverlo per tale. Tuttavia, da qualche anno a questa parte, cioè da quando nel panorama della ristorazione capitolina entrano in scena realtà come il Bir&Fud e l'Open Baladin, le fatatine hanno prepotentemente occupato il primo posto tra gli snack o i finger food da consumare con accanto una buona birra.
Sono tre gli abbinamenti consolidati: al sale marino, alla paprika, ma soprattutto, mai provato con la liquirizia?
Si, le fatatine direi che sono buonissime in tutte le salse ma se volete l'idea che rivoluzionerà il vostro aperitivo la risposta è solo una: fatatine alla liquirizia.
Poi, che io sia di parte perchè adoro questa radice è una cosa secondaria, chiaramente, no? Con tanta nonchalance l'ho schiaffata nel pane, nel riso e ho anche un altro abbinamento in cantiere... Stay tuned! :)
Aprite la birra ghiacciate d'eccezione che avete in frigo, io ho un debole per questa ultimamente e preparatevi.

LE FATATINE

1 patata
olio di semi per friggere
sale
polvere di liquirizia o paprika a piacere

Per ottenere delle patatine croccanti, scegliere delle patate che siano fresche lavarle bene con una spatola anche sotto l'acqua corrente. Non c'è bisogno di pelarle se fate questa operazione con cura. Preparate una ciotola con acqua e ghiaccio e tagliate sottilmente la patata con una mandolina (tra i miei ultimi acquisti) settata a 1/2 millimentri, oppure fate l'operazione al coltello. Immergete le patate in acqua e ghiaccio.
Scaldare in padella abbondante olio di semi e portare a temperatura. L'olio sarà pronto quando immergendo uno stuzzicandi questo formerà delle bollicine attorno.
Scolate le patate dal liquido e immegetele nell'olio poche per volta altrimenti poi l'olio cala troppo di temperatura cuociono in 2 o 3 minuti. controllate quando cominciano a dorare e scolatele su carta paglia.
Salare e aggiungere la polvere di liquirizia, ottenuta frullando "a velo" liquirizia purissima e di buona qualità

Quinoa cheesecake ai lamponi e pepe lungo

cheesecake

Quando arriva l'estate, l'avrete anche notato, qui c'è una vera e propria un invasione di semi, cereali e granellini vari. Avrete visto l'utilizzo di quinoa a gogo ultimamente? Ebbene si l'ho schiaffata anche nel cheescake (ma bastaaa?!?). Va bene, se proprio non ne volete più sapere vi avverto che la ricetta è realizzabile anche omettendola, avrete così un classico cheesecake, tuttavia la consistenza granulosa di questo cereale a mio parere "smove" piacevolmente il gusto di questa torta rendendola meno dolce e creando il giusto gioco di consistenze.
Il cheesecake è uno dei dolci che prediligo in estate prima di tutto perché si può fare senza utilizzare il forno e poi si mangia fresco, il che non guasta, infine perché consente davvero di sbizzarrirsi in mille varianti che spaziano dall'utilizzo della frutta, del cioccolato e via discorrendo.
Per ottenere un cheesecake bello "alto" e con uno strato di crema consistente l'ideale è usare uno stampo a cerniera da 20 cm e sfruttare tutta l'altezza, poi quando si usa una vaniglia d'eccezione ( vero Alem? Grazie) il risultato è garantito.

QUINOA CHEESECAKE AI LAMPONI E PEPE LUNGO (stampo da 20 cm)

200 gr di biscotti (digestive o quelli che preferite)
80 gr di burro
150 gr di quinoa lessata
500 ml di panna da montare
3 fogli di gelatina
500 gr di philadelphia
100 gr di zucchero a velo
1 baccello di vaniglia
acqua

per il topping:
2 vaschette di lamponi
2 cucchiai di zucchero a velo
2 fogli di gelatina
3 grani di pepe lungo

La sera prima:
Frullare i biscotti mescolarli al burro, ottenendo un composto che assomiglia alla sabbia bagnata. Compattare il composto in una teglia con il fondo removibile foderata di carta forno con i lati imburrati.
Lasciar riposare la base di biscotti in frigo per una notte, questo vi consente di usare meno burro.

Il giorno seguente:

Lessare la quinoa dopo averla accuratamente tenuta in acqua per eliminare tutta la saponina per la spiegazione più dettagliata procedere come qui

Mescolare la panna, il philadelphia e lo zucchero a velo. Aprire il baccello di vaniglia a metà, prelevare i semini neri dall'interno raschiando il baccello con un coltello e aggiungerlo alla crema. Mettere i fogli di gelatina ad ammollare in un bicchiere d'acqua fredda, dopo 10 minuti strizzarli e scioglierli in un dito di acqua calda. Mescolare e aggiungere piano l'acqua alla crema. Mescolare bene.

Disporre sopra lo stato di biscotti uno stato di quinoa e sopra tutta la crema ottenuta.
Lasciare il frigorifero a riposare almeno 6 ore o il tempo necessari che diventi consistente.

La sera:
Preparare il topping realizzando un coulis di lamponi. Tenedondone da parte 5 o 6 per la decorazione finale. Usare il frullatore ad immersione per frullare il lamponi ben lavati e passare il loro succo inun passino a maglie fini. Ammollare due fogli di gelatina in acqua fredda strizzarla e scioglierli in un pentolino con pochissima acqua calda. Aggiungere la gelatina al coulis e 2 cucchiai di zucchero a velo
e macinare il pepe.
Versare il coulis sul cheesecake e lasciar riposare fino al giorno dopo.

Prima di servire guarnire con i lamponi interi e il pepe lungo, aprire la cerniera e trasferire il dolce su un piatto da portata.

qinoa cheesecake ai lamponi e pepe lungo

Couscous prosciutto croccante melone & Tai Rosso

cous cous prosciutto e melone

Ricordate la piadina prosciutto e melone? Pare che di anno in anno l'abbinamento più gettonato dell'estate non riesca proprio ad abbandonarmi.
Questa volta però la sfida di degustare un bicchiere di rosso con un piatto estivo e fresco come è il classico prosciutto e melone, mi aveva incuriosita da subito quando l'ho letto qui. Certo, il rosso in questione è quello di Dal Maso Tai Rosso dei Colli Berici, e il prosciutto e melone non è propriamente in versione tradizionale ma couscous-seggiante.
Il risultato finale? Gradevole, d'altronde il Tai Rosso è un vino da tutto pasto, se ne consiglia l'abbinamento con primi piatti saporiti e carni bianche nonché con i piatti più tipici del vicentino (loro noto baccalà). Ho trovato che, anche in questo caso, il vino, che ho preferito servire a temperatura di frigorifero, creava il giusto accompagnamento per un piatto non facile da decifrare in cui si uniscono anche sapori un pò etnici come il couscous ai quattro cereali (gran duro, kamut, farro e mais). In particolare ho notato che la parte di cous cous resa croccante dalla tostatura in padella, meglio si sposava con il bicchiere che stavo bevendo e il prosciutto e melone.
Prima di passare alla ricetta, il ringraziamento va Davide Cocco di Studio Cru che con i suoi tweet mi ha consentito di conoscere questa iniziativa.
Per un altra simpatica interpretazione vi condiglio di sbirciate anche la ricetta di Senza Panna

COUSCOUS PROSCIUTTO CROCCANTE E MELONE (2 o 3 porzioni)

200 gr di cous cous bio ai 4 cereali
2 fette di melone
6 fette di prosciutto saporito
4 foglie di menta 4 foglie
glassa al vin cotto
acqua
olio evo
fior di sale

Cuocere il cous cous nello stesso volume di acqua con un cucchino di olio e un piazzico di sale per cinque minuti.
Sgranate il cous cous conditolo con olio fior di sale e folgioline di menta tritate. A questo punto prendete una padella senza ungerla e rosolate due fette di prosciutto per un minuto girandole da un lato e dall'altro perchè non scuriranno, devono diventare croccantissime, quando il grasso in cottura da trasparente sarà tornato bianco prelevarle e metterle da parte. Adesso usare la stessa padella del prosciutto per tostare il cous cous, dategli forma di hamburger a mano o con un coppa pasta e rosolarli da ambo i lati facendogli formare un sottile crosticina brunita. Considerare due hamburger a porzione.
Tagliere il melone e condirlo con poco olio e abbondate pepe. Tagliare a striscette le fette di prosciutto (sia le due fette che abbiamo reso croccanti, sia le due fette "normali")
Comporre il piatto mettendo uno strato di cous cous, i pezzetti di melone, le listarelle di prosciutto fresco due foglie di menta un paio di gocce di glassa al vino cotto. Si ricomincia con il cous cous e sopra ancora melone, prosciutto, croccante questa volta, menta e finire con un giro di vino cotto.


tai rosso

Romanità a tavola: Il Cazzimperio

cazzimperio
La rubrica Romanità a tavola vi saluta e vi rinnova l'appuntamento a settembre con altre ricette adatte all'autunno. Grazie a Made in Kitchen che per diversi mesi mi ha ospitato le nelle sue pagine con grande affetto, a proposito anche oggi mi trovate qui

Ma passerei subito a parlare della ricetta di oggi:
Non lo negate il nome è troppo figo! Varrebbe la pena parlare di lui solo per il curioso nome che anticamente gli hanno "appioppato". Ma perchè proprio cazzimperio?
A Roma questo nome viene attribuito al gesto con cui le verdure si tuffano nel loro condimento prima di mangiarle (imperio) ,ma c'è anche chi ritiene che derivi dall’italiano antico "cazza", mestolo, arnese degli alchimisti. Per l'etimologia e altre curiosità qui.
Questo antichissimo nome è stato nobilitato anche da un sonetto del Belli ed è citato in una nota poesia del Trilussa:

« E, lì, se tinse er grugno de carbone,
se messe una giaccaccia e serio serio
agnede all'osteria der Cazzimperio
framezzo a li gregari de Nerone. »

Se non fosse stata disponibile la foto chissà cosa vi sareste immaginati vero? Ma il mistero è svelato il cazzimperio è il pinzimonio! :))

IL CAZZIMPERIO

carotine
sedano
zucchine
cetriolo
olio evo
sale
pepe nero

Lavare tutte le verdure, possibilmente sceglietele biologiche in modo tale che potremo mangiarne anche la buccia. Tagliare tutte le verdure a striscioline, in una ciotolina fare un condimento composto da olio (quello buono!) sale e pepe nero.
Tuffare le verdure nell'olio e mangiarle crude.

Bento box con insalata di quinoa

Bento con insalata di quinoa

Ma quanto mi invidiano quando tiro fuori il io salutarisSsimo bento fresco? Io sono certa di essere invidiata e la cosa ve lo dico mi fa un gran piacere. Chiamiamolo anche esibizionismo da foodblogger! :))
I miei lettori più affezionati sanno della mia addiction per i bento, le scatoline giapponesi porta pranzo. A casa ne ho una collezione, inutile dirvi che vengo derisa da chiunque li abbia visti.
Ma non so resistere è più forte di me, avere tutti gli accessori e preferibilmente di hello kitty, preferibilmente rosa... Va bene mi fermo prima che cominciate a pensare che sono quasi una trentenne ma con la sindrome di Peter Pan!
AH! Avete visto questa signora un pò (folle!?!) che prepara bento con il suo cagnolino accanto? Tra l'altro da simpatici spunti per la preparazione.
Per realizzare questo bento è necessario qualcosa di questo tipo: cutter per le alghe e un semplice tagliabiscotti per tagliare il formaggio.
Dato che oggi sono in fase regressiva perdonami un urlo un pò isterico: VOGLIO ANDARE IN GIAPPONEEEEE! :)

BENTO BOX CON INSALATA DI QUINOA

Composizione:
carote
insalata di quinoa
fomaggio a fette sottili
alga kombu
mozzarella alla menta glaciale
albicocca

INSALATA DI QUINOA

100 gr di quinoa lessata
1 zucchina piccola
olio evo
curcuma
zenzero
sale

Procedere alla cottura della quinoa con le modalità indicate qui. Tagliare le zucchine cuocerle in padella con acqua e olio, salarle e aggiungere alla quinoa condire con olio curcuma e zenzero come dicevo qui.
Mangiare la quinoa insieme alle carotine e la mozzarella

Pesche al vino in Oneglass

pesche al vino

Con le temperature che salgono e i termometri che ormai schizzano verso l'alto, abbiamo voglia di mangiare cibi freschi e dissetanti, non parliamo della voglia di cucinare che chiaramente sparisce insieme alla fame. Mentre in questo primo weekend di luglio voi sarete già tutti belli spaparanzati in spiaggia e io a casa, mi è venuto in mente che è un pochino che manco dai nostri incontri semifestivi in cui si parla di drinks ed era ora di rimediare. Il colore di quello che beviamo secondo me è legato alla stagione in cui ci troviamo, mentre in inverno prediligiamo colori più forti e scuri in estate la mia scelta ricade su quel qualcosa che anche al primo colpo d'occhio ci trasmetta freschezza. Questa è la ragione per cui di solito per le mie pesche al vino preferisco usare vino bianco. Un bianco che sia di buona qualità e ricco di aromi è quello che fa al caso nostro:

PESCHE AL VINO

200 ml di vermentino (2 confezioni oneglass)
1 pesca noce soda bio
poco zucchero

Tagliare la pesca a spicchi condirla con dello zucchero e mescolare bene. Prendere il vino fresco di frigorifero e versatelo sulla pesca per coprirla tutta. Lasciate riposare in frigorifero qualche ora prima di servire. C'è chi ci aggiunge anche la cannella ma secondo me con un vino profumato e aromatico come il vermentino non necessiterebbe nemmeno dell'aggiunta di zucchero.
Bagnare il bordo del bicchiere con acqua brinarlo con dello zucchero semolato e riempire i bicchieri con le pesche al vino.
Servire come chiudi pasto nelle calde sere d'estate.

L'idea di Oneglass l'ho trovata subito molto simpatica. Mi sono già vista pronta per il mio picnic senza dover portare dietro pesanti bottiglie in vetro per poi sprecane mezza. Si può scegliere il vino che preferite tuffarlo nella borsetta ed è pronto per "stapparlo" o "strapparlo" in riva al mare e gustarsi ancora di più un romantico tramonto... Proprio a proposito di weekend!

oneglass

Polpettine al forno di quinoa e zucchine

polpette di quinoa e zucchine

La quinoa è un cerale, antichissimo a dir la verità, usato addirittura tra le popolazioni Inca e Azteche, trascurato per molti anni e ma riscoperto di recente. Questi semini sono molto particolari, perché nonostante vengano considerati un cereale ma appartengono alla famiglia delle bietole e degli spinaci. Sono semi molto ricchi di proteine (qui i valori nutrizionali) poveri di grassi e introdotti nell'alimentazione aiutano a ridurre il colesterolo e la pressione sanguigna,prevenendo così le malattie cardiovascolari. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha persino classificato le proteine ad elevato valore biologico della quinoa di qualità pari a quelle del latte. Inoltre per la presenza di magnesio fornisce un aiuto a ridurre la frequenza di attacchi di emicranea (questo lo trovate anche nel libro: la dieta dei cereali). Che cosa volente ancora da questa quinoa? Che vi pulisca pure casa insomma?
Veniamo ora ai modi in cui si può preparare: la cosa più semplice forse è quella di condirla come se fosse un cous cous o un insalata di riso, io ho optato per la versione polpettosa però questa volta, consigliata anche fritta nell'olio invece che al forno come indicato nella ricetta. Servire queste polpette come antipasto e usare la foglia di alloro a mò di piattino è un idea davvero comoda anche perchè si può preparare in anticipo e proporle anche tiepide.

POLPETTE DI QUINOA E ZUCCHINE

100 gr di quinoa
1 uovo codice 0
50 gr di pecorino
1 zucchina piccola
pan grattato o mollica di pane qb
sale
olio evo

Come cuocere la quinoa:
si procede lasciando la quinoa a bagno in acqua per almeno mezza giornata. Se la lasciate 24 ore non temete andrà bene lo stesso.
L'importante è ricordarsi di cambiare l'acqua, almeno 2 o tre volte. Questo procedimento permette ai grani di quinoa di perdere la saponina che li ricopre. Se saltate questo procedimento oppure tenete la quinoa a bagno solo per poco tempo sentirete il gusto amaro di "sapone" quindi non è raccomandabile, anche se comunque non è tossico, potrebbe irritare il tratto digerente.
Scolare bene dall'acqua i grani, cuocerli per 20 minuti in acqua e sale con un cucchiaino d'olio che non li farà incollare.
Il quantitativo di acqua in cui si cuoce è indifferente perché la quinoa non "assorbe" (come il cous cous) quindi potete fare ad occhio.
Scolare nuovamente la quinoa ed è pronta per essere condita.

Come procedere per le polpette:

Tagliare la zucchina a pezzetti molto piccoli, aggiungerle alla quinoa e condirle con olio e sale. Grattugiare il pecorino e aggiungerlo alla preparazione insieme anche all'uovo. Mescolare e aggiungere anche il pan grattato o la mollica di pane sbriciolata, un cucchiaio per volta mescolando fino a che non vedrete che l'impasto diventa maneggiabile. A questo punto formate delle polpettine con le mani e disporle su una teglia coperta di carta forno. Irrorate con olio evo e infonate a 180° per 15/20 minuti dipende da quanto le avete fatte grandi, vi accorgete che sono cotte quando assumeranno un colore dorato.

Per presentarle infilzatele con uno stuzziacandenti e una foglia d'alloro, sarà più facile prenderle e morderle come finger food.

Romanità a tavola: fiori di zucca fritti con mozzarella e alici

fiori


Collegati Made in Kitchen per vedere il risultato finale, intanto ti anticipo qui la ricetta:

Oggi a Roma si festeggia San Pietro e Paolo, i santi "patrono" della città, è quindi giorno festivo, solo da noi. Invidiosi?? Uffici chiusi e spiagge del litorale prese d'assalto, per i più fortunati si è presentato quindi un bellissimo ponte prendendo solo il lunedì di ferie, per i meno fortunati niente ponte ma la giornata di festa non ce la toglie nessuno.

Numerosi gli eventi e manifestazioni che si svolgono in occasione di questa ricorrenza. Una su tutte la girandola di Castel sant'Angelo da non perdere e poi i vari appuntamenti dell'estate romana.

Quello che penso che in questa stagione non si potrebbe star senza un certo frittino che stuzzica l'appetito e profuma di estate: i fiori di zucca farciti con mozzarella e alici. A Roma, cioè nei ristoranti, si trovano tutto l'anno. Quando si va fuori per una pizza è consuetudine mangiare prima dei frittini misti e c'è sempre l'immancabile supplì, il fiore di zucca e il filetto di baccalà, oltre magari ai più classici. Trovare i fiori di zucca davvero freschi non è sempre facile ma vale la pena sforzarsi un pò per poi realizzare questa ricetta che non delude mai.

FIORI DI ZUCCA MOZZARELLA E ALICI

10 fiori di zucca feschissimi
100 gr di acqua
farina qb
un pizzico di sale
mozzarella
5 alici

Lavare i fiori di zucca:
con molta delicatezza procedete a lavare i fiori all'esterno e all'interno, dove si portebbero nascondere insetti e con molta cautela asciugarli con un panno. Aprendo il fiore, con le mani e cercando di non romperlo staccate il pistillo e inserite dentro una striscetta di mozzarella. Se la mozzarella ha qualche giorno è meglio! e mezza alice sottolio.

Fatta questa operazione non è consigliabile lasciar riposare il fiore troppo tempo quindi procedete con la pastella. Io mi regolo così: in una bacinella svuotare un bicchiere d'acqua fredda, aggiungere un cucchiaio di farina e mescolare con una forchetta senza far formare grumi, aggiungere farina fino a che la pastella è della densità che immergendo il dorso di un cucchio questa ne resta totalmente avvolto.

A questo punto prendere i fiori dalla loro base e tuffarli nella pastella e nell'olio bollente, procedere solo con pochi fiori per volta altrimenti l'olio scende troppo di temperatura e non farà gonfiare i vostri fritti.

Solo prima di servirli salare i fiori e mangiarli caldi.

Plumcake stellare al limone

Plumcake stellare alla marmellata di limone


Avete presente quando in un negozio adocchiate quell'accessorio da cucina al quale davvero non è possibile rinunciare? Già vi vedete brave cuochine a far un figurone con la chicca che state per tirare fuori? Vero? Il nuovissimo stampo in silicone per piccola pasticceria mai visto? Oppure quello stampino che userete una sola volta nella vostra vita? :)

Ecco più non si usano, più ne desidero la collezione completa... Credo sia qualche sorta di deviazione mentale.
Quando ho comprato questo nuovissimo stampo da plumcake a forma di stella, non vedevo l'ora di provarlo e tutta felice realizzo un impasto pronto per essere infornato.
Il primo problema che si è posto è stato appunto: ma in che verso lo metto in forno? Per orizzontale o verticale? Dopo averlo riempito" per verticale", diciamo per 2/3, noto che già parte dell'impasto cominciava a strabordare fuori dal fondo, al che ho deciso di metterlo in forno in posizione orizzontale.
La cottura procedeva e notavo che comiciavano a staccarsi i tappini laterali con la lievitazione del dolce. Va bè poco male poi pulirò, mi sono detta.
Trascorsi i 40 minuti, molto dell'impasto era strabordato causando un terribile puzza di bruciato in tutta casa, capisco che è ora di togliere il dolce.
Il secondo problema: ed ora come libero il dolce da questo stampo?
Fortunatamente sono stata previdente e avevo imburrato infarinato senza pietà lo stampo così che spingendolo con un coltello da un lato è uscito senza distruggersi "troppo".
Terzo problema: la bellissima forma stellare era anche quasi riuscita peccato che il plumcake appariva un "tantinello" sbiadito e crudo.
Morale della favola? Pulire il forno dall'impasto bruciato e incollato mi ha fatto apprezzare il fatto di vivere ancora con mamma (che pulisce), anche se me ne lamento sempre. :)

Plumcake stellare al limone

PLUMCAKE STELLARE AL LIMONE

3 uova
200 gr di zucchero
250 gr di farina
1 pizzico di sale
3 tazzine di olio evo
buccia grattugiata di limone
1/2 yogurt greco
1/2 bustina di lievito
100 gr di marmellata al limone


Montare le uova con lo zucchero, fino a renderle spumose. Aggiungere a poco a poco la farina setacciata con il lievito incrporato, lo yogurt e il resto degli ingredienti, marmellata compresa.
Imburrare e infarire uno stampo da plumcake, oppure semplicemente ricoprirlo di carta forno.
Imburrare e cospargere di farina uno stampo per plumcake e versare il composto al suo interno.
Infornare in forno preriscaldato e cuocere per 40 minuti a 180° (forno statico).

Questo il risultato con un normalissimo stampo da plumcake rettangolare:

plumcake alla marmellata di limoni



Ed infine:

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Semplicemente pepe rosa e Cavoli a merenda: Quell'ingrediente di troppo...
Si si lo so, doveva essere un ingrediente aggiunto alla preparazione?? Io in questo caso considererei l'ingrediente di troppo lo "stampo a stella", molto meglio usare lo stampo normale da plumcake.
Infatti chiedo alla giuria se la mia ricetta possa essere accettata o no. Se non sarà considerata valida intanto vi ricordo di questa simpatica raccolta che scade il 16 luglio:


Romanità a tavola: Ciambelline al vino

ciambelline

Oggi vi racconto proprio un pò di romanità vera de Roma, luoghi a cui sono legata, trascorsi di vita, sapete quando si parla di cucina sentimentale, legata al territorio che in un morso racchiude ricordi di goliardia e spensieratezza? Si?

Ecco allora sentite questa storia, la trovate anche su Made in Kitchen:

Non di rado capita che nelle serate estive i romani si vadano a rifugiare nella zona dei Castelli un pochino fuori dalla città, dove si respira aria collinare e dove la temperatura scende di qualche grado. Avviene per le scampagnate della domenica e avviene anche quando si ha voglia di mangiare la cucina casareccia e rustica al riparo di una "fraschetta". Quando si va ai Castelli è d'obbligo la sosta ad Ariccia (o zone limitrofe) dove tra porchetta e pane casareccio si improvvisano banchetti all'aperto al suono di stornelli romani e vinaccio... Si la "romanella". E chi dei romani non si è mai preso una sbornia con quel maledetto vino da pochi euro? Chi non si è svegliato con mal di testa massacrante il giorno dopo e con lo stomaco che chiedeva pietà? Dai ammettiamo. Capita o almeno sarà capitato, in giovane età anche ai gourmet romani più incalliti. :)
Quando si parla di cena ad Ariccia di porchetta, di coppiette non si può non citare il "chiudipasto" per eccellenza di queste serate: la ciambellina al vino. Maledette ciambelline, che ti fanno finire la romanella nel bicchiere che ti danno l'ultimo colpo di grazia.
La ricetta è davvero semplice come la cucina dei castelli d'altronde, casareccia e povera. Le dosi sono indicate a bicchiere, io ho utilizzato un bicchiere che contiene circa 100 gr di acqua. Se siete interessati a scoprire la versione meno romana e profumata al limocello vi rimando a questo post.
AH! Quasi dimenticavo la mia ricetta è come quella che usa Michelangelo.

CIAMBELLINE AL VINO

1 bicchiere di zucchero
1 bicchiere di vino rosso (non meglio identificato)
1 bicchiere di olio (70% olio di semi 30% olio evo) oppure solo di semi
1/2 bustina di lievito
400 gr di farina all'incirca (regolatevi ad occhio però)
+ 30 gr di zucchero per coprirle

Mettere insieme gli ingredienti nell'ordine in cui sono scritti e aggiungere la farina fino a che l'impasto non risulta solido. Arrotolare tra le mani delle strisce di impasto, larghe un mignolo e chiuderle per dargli la forma di ciambellina. Passare la ciambellina della zucchero e disporle sulla leccarda del forno, coperta dall'apposita carta. Cuocere 10 minuti in forno ventilato e lasciar raffreddare.
Più si seccano più sono adatte ad essere tuffate nel bicchiere di vino.

Pan brioche limone e mandorle

Pan brioche adriano

Il pan brioche di Adriano si contraddistinge dal fatto che è realizzato con il poolish, cioè un pre-impasto (semiliquido) lievitato che viena aggiungo al tradizionale (o quasi) impasto per il pan brioche.
Versione 2.0 del pan brioche latte e miele, fatto qualche tempo fa, quest'ultimo resta soffice per qualche giorno in più ma necessita di maggior tempo e attenzioni anche nella preparazione.
Il risultato finale è decisamente poco dolce quindi adattissimo ad essere spalmato con la mamellata che preferite o con la cremina al cioccolato di turno, e tuffato nella tazza del latte e caffè, tanto per darvi un idea. L'alternativa è invece salata: è possibile servirlo per un brunch anche accompagnato da affettati creando un piacevole contrasto tra pan brioche e sapidità del companatico, se vi piace.
Segue la ricetta con le mie piccolissime modifiche, la principale è quella di omettere la glassa e spolverare la brioche sono con zucchero a velo.
Chiaramente se decidete di utilizzare questa brioche per il salato saltate questo passaggio.

PAN BRIOCHE LIMONE E MANDORLE

500gr farina manitoba
200gr latte
135gr zucchero
100gr burro
2 uova
100gr farina di mandorle
65gr limone
7gr sale
12gr lievito fresco
zucchero a velo

La sera precedente:
Unire la farina di mandorle con il latte, solamente 150 gr, portare il composto ad ebollizione e lasciar freddare.
A parte di sciolgono 6 gr di lievito in poca acqua tiepida e si unisce il lievito a 75 gr di farina. Si mescola si uniscono i due comporti e si lascia il tutto riposare per la notte in frigo (Adriano suggerisce a 5°).

Il mattino:
Tirare fuori il poolish dal frigo e lasciarlo tornare a temperatura ambiente.
Sciogliere il lievito rimasto, gli altri 6 gr, nel restante latte, gli altri 50 gr, unire 50 gr di farina e lasciare anche questo impasto riposare fino a che non comincia a gonfiarsi. Sarà necessaria mezz'ora/40 minuti.

Grattuggiare la buccia del limone, solo la parte gialla e tenere da parte, pelare a vivo il limone eliminando le pellicine e frullare il tutto insieme allo zucchero.

Unire i due preimpasti, le uova (riservando un tuorlo) una manciata di farina mettere tutto in un impastatrice e cominciare ad impastare. Lasciamo compattare l’impasto, aumentiamo leggermente la velocità ed inseriamo la massa di limone a filo, alternandola con spolveri di farina e, una volta esaurito il tutto, uniamo il tuorlo ed il sale.

Uniamo il burro, appena plasmabile, in due volte, ribaltando spesso l’impasto nella ciotola.
Una volta incorporato, montiamo il gancio ed impastiamo a velocità sostenuta fino ad ottenere il velo. Conservare l'impasto al caldo e lasciar raddoppiare di volume.

All'ora di pranzo circa:
Rovesciare l’impasto sul piano di lavoro e dare le pieghe di tipo 2, coprire e dopo 15 minuti trasfere in uno stampo foderato di carta forno (io uno stampo quadrato 24x24 altrimenti due stampi da plumcake)

Lasciamo raddoppiare al caldo, Adriano dice a 26°, pennellare la superficie con un albume ed infornare a 180° fino a cottura, dovrà essere brunito sopra. Lasciar freddare e spolverare con lo zucchero a velo

Un ringraziamento: E' un vero piacere incontrare la movida foodblogger romana e non. La loro compagnia è sempre molto gradita, nonostante la serata un pò ventosa e un pò piovosa, Hande aka Vinoroma e Theo ci hanno ospitati per un incontro in cui il vino e le risate han fatto da padroni. Non sono mancati nemmeno gli appetitosi finger food di Hande, se è per quello. Grazie di tutto.

hande