Metti un brunch da... Colonna e prossimo incontro

Open Colonna
Si susseguono a ritmo incalzante in questo periodo gli incontri tra food blogger romani. Dopo il resoconto della cena da Roscioli in cui Rossella si è cimentata in un dettagliatissimo reportage, oggi voglio raccontarvi io il piacevole incontro per il brunch tenutosi all' Open Colonna.

Lo so, lo so adesso mi odieranno tutti per avergli rubato uno scatto in cui sono immortalati! Sorry ;) non ho resistito!
L'organizzatore, con la sua solita carineria, si è prodigato nel prenotare la location e avvisare tutti quanti i cinguettanti partecipanti.
Appuntamento alle h.13 in via Milano, arrivo in netto ritardo da parte della sottoscritta... Ma ormai i compagni di merende hanno capito che hanno a che fare con una terribile ritardataria.

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Rapidi saluti e presentazioni e ci dirigiamo all'assaggio delle due tavole imbandite dall'antipasto al dolce. Abbiamo cominciato a spizzicare la crema di ricotta, robiola e formaggio col miele, passando per i primi tra zuppe, cous cous freddi, insalate di pasta e via discorrendo, ho preso un assaggio di lasagne servite in cocotte.
I secondi piatti, anche questi molto vari, con un occhio ad utilizzare prodotti del territorio come la porchetta d'Ariccia tagliata finissima e le polpettine al sugo, "molto romani" direi.
E del dolce che dire? Un assaggino lo lascio anche a voi: vedete immortalato millefoglie al bicchiere in primo piano e tiramisù un pochino più dietro.

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Qualche appunto dovrei farlo su alcuni "assaggi" che non mi hanno entusiasmato particolarmente. Il servizio ha un po' lasciato a desiderare e anche qualche battutina ha suscitato l'acqua microfiltrata. Nel complesso, ragazzi è sempre un piacere rivedervi anche se il brunch non è stato impeccabile!
Rimane la curiosità di provare il locale a cena, dove magari l'attenzione per la presentazione e i piatti che sono in menù sono più curati e meno "popolari".
Il brunch all'Open Colonna prevede la formula all you can eat il prezzo è di 28 euro bevande escluse.
Ancora un saluto a tutti i presenti, in particolare ai blogger: Nadia di Mamma che buono!, Antonella di Croce e delizia, Daniela di Senza Panna e per ultimi i maschietti Le franc buveur + brother, Cucina Sms e Stefano di la mia vita tra la carne.

OPEN COLONNA
palazzo delle esposizioni
Scalinata di via Milano 9A Roma
Tel. +39 06 47822641


TLIN TLON comunicazione di servizio x tutti coloro che parteciperanno a Foodies in Rome


ricordo che oggi scade il termine di adesione segnalo il programma definitivo:

h.12 - Appuntamento a Stazione Termini
h.14 - Appuntamento da Pizzarium (abbiate pazienza il posto è piccolo noi siamo in tanti) - Via della Meloria - Fermata Cipro Musei Vaticani
h.16 - Appuntamento da Castroni - Via Cola di Rienzo - Fermata Lepanto

Les Petites Madeleines al profumo di fava tonka

madeleines al profumo di fava tonka

Le madeleines possiamo definirle un evergreen della blogosfera. Si preparano da secoli ma non passano mai di moda e qui potrei partire subito con la filippica su Proust, su quanto il cibo stia all'anima e i ricordi e i sentimenti influiscano nel nostro modo di percepire il buono e/o il bello. Ma ve lo risparmierò, bè non c'è bisogno che facciate i salti di gioia (SGRUNT! Grazie!) -_-
Tanto per restare in linea con quello che dice Carolina e nel ringraziarla ancora per le preziose fave oggetto di questa ricetta, anche io mi sono cimentata in questi dolcetti morbidi e profumosi.
Le ricette che ci sono in giro sono le più svariate ma una tra tutte era quella che avevo selezionato e tenuto da parte per rifarla, è una ricetta di Nightfairy, un nome una garanzia per i dolci! Infatti sono venute ben lievitate con la "mitica" cupoletta (anche senza far riposare in frigo l'impasto per una notte). Considerate che il mio stampo era quello per le madeleines piccine, diciamo grandi come un cucchiaino, chiaramente se fossero state grandi come un cucchiaio avrebbero avuto una "gobbetta" ancora più alta. Il suggerimento: forno caldissimo a inizio cottura e poi abbassarlo dopo 2 minuti. Visto che se ne parlava qui con lei lo rivelo a tutti, lo stampo acquistato sempre da Tervi, non mi ha tradita e si sono staccate bene mantenendo la classica forma a conchiglietta. Prossimo acquisto? La sac a poche! Basta non se ne può più di cucchiaini, diti e utensili improbabili. :)

LES PETITES MADELEINES AL PROFUMO DI FAVA TONKA

125 gr di farina
2 uova
150 gr di zucchero a velo
1 gr di fave tonka
125 gr di burro
1 cucchiaino di lievito
1 pizzico di sale

Rompere le uova sbatterle leggermente e unirvi lo zucchero a velo, il composto deve risultare chiaro e abbastanza spumoso. Pestare le bacche di fava tonka (1 e 1/2 circa) utilizzando un mortaio ottenendo una polvere fina. Aggiungere il burro morbido e setacciare nel composto la farina, il lievito con un pizzico di sale e la polvere di fava tonka. Mettere in frigorifero 20 minuti per lasciarlo risposare.
Disporre il composto nella stampo e infornare, lasciar cuocere i primi 2-3 minuti a 200° poi abbassare, a 180° , forno statico per un totale di 10 minuti di tempo.

Vellutata di champigon con porri e mandorle

Crema di champigon con porri e mandorle


Si corre, si corre e si va sempre più in fretta, si passa da una serata piacevole a un giorno lavorativo intenso, da ospiti a casa a "...Azz dovrei studiare"! A tutto un weekend che passa più veloce delle luce e io? - Non ci vedo più dalla fame! - A no! Ops...Che gli corro dietro, no alla merendina, ma alle ore del weekend. Ma andiamo per ordine.
Giovedì sera l'aperitivo in compagnia della cucina dei Calycanthus è stato davvero piacevole e qui non posso che fargli i complimenti per tutto quanto, ma soprattutto per le foto del fotografo che viste sul blog già sono splendide ma dal vivo ancora di più. Ragazzi in bocca al lupo per tutto! Siete davvero in gamba.
Metteteci che nei giorni successivi il tempo a Roma è stato un po' inclemente e nonostante questo, un grazie speciale va a chi mi ha fatto ascoltare il meraviglioso suono delle cime sugli alberi delle barche a vela, in un porto semideserto. Passeggiare davanti al mare in inverno non ha prezzo... Di tutto il resto se ne può fare anche a meno.
Sabato e domenica tra cugini con tanto di gnometto a seguito: cucinate in compagnia e vino per scaldarci le ossa e credo che più o meno possiamo terminare qui il riassuntino a tema personale di discutibile interesse da parte vostra.
Vogliamo rimetterci a parlare di cucina... Eddai! Non vedevo l'ora! :)
Ide-ina un po' finger, un pò aperitivo, per chi d'inverno non rinuncia alle cremine comfort, anche da proporre per una cena in piedi. Il bello della vellutata di champignon è che, si è perfetta calda, ma anche tiepida in questo caso non guasta. Se invece siamo inter nos prendiamo una bella scodella fonda e scaldiamo i crostini, due mestoli per porzione e magari sul divano restiamo in ascolto della pioggia battente fuori.
Questa vellutata, nasce da uno spunto preso da foodparing i funghi stanno alle mandorle a filetti, come stanno al pane (e questo si sapeva) come stanno al porro invece lo aggiungo io. Mix di ingredienti per un risultato decisamente approvato da tutti gli assaggiatori. Il profumo e il gusto di funghi è prevalente la patata da la giusta cremosità, il porro profuma senza prevalicare, le mandole danno la parte croccante vi presento la:

VELLUTATA DI CHAMPIGNON PORRI E MANDORLE

400 gr di funghi champignon
1 porro fresco
brodo vegetale (sedano carota e cipolla)
1 patata grande
25 gr di mandorle a lamelle
olio evo
sale

Pulire i funghi spellarli e tagliarli a listarelle. Pelare la patata e tagliarla a fette.
In una casserola, con dell'olio lasciar stufare il porro tritato, appena comincia a inbiondire aggiungere un mestolo di brodo lasciar stufare due minuti e aggiungere le fatte di patata e i funghi, mescolare. Aggiungere via via brodo e cuocere una ventina di minuti mescolando di tanto in tanto aggiungendo brodo se questo via via si assorbe. Quando le patate i funghi saranno ormai cotti e morbidi, salare tutto e
aggiungere le lamelle di mandorle, tostate in una padella antiaderente o in forno.
A questo punto passare la zuppa con un frullatore ad immersione, ottenendo una vellutata.
Mettere nelle ciotole guarnendo con altro porro fresco e un filo d'olio. Servire con dei crostini di pane abbrustolito.

Foodies in Rome

Niente ricettina oggi! No, su perfavore! Non fate quelle facce!? Certo che state sempre a pensare a maGNA eh!? Siete incorreggibili... Diciamolo diciamolo pure che da queste parti vi trovate in buona compagnia! Vero? :)

Oggi vi racconto questa storia, utilizzando le parole scelte da Juls per l'occasione:


Eravamo 5 amiche al bar ♫
che volevano cambiare il mondo
destinate a qualche cosa in piu'
che a un uomo ed un impiego in banca

(scusate ma ci stava troppo, nel mio caso, l'impiego in banca! :)


Insomma... il bar non è uno di quelli classici, con le sedie, i tavolini, il bancone e la macchina del caffè grande e fumante. Eravamo su Twitter, e giorno dopo giorno le chiacchiere sono diventate mail e commenti da amiche, ed è cresciuta la voglia di conoscerci e passare una giornata insieme, facendo quello che più ci piace: mangiare e trovare prodotti e ingredienti interessanti (il cucinare per cause di forza maggiore lo lasceremo alla prossima occasione).

Chi siamo? Eccoci in rigoroso ordine alfabetico: Carolina, Elisa (la sottoscritta), Giada, Juls, Sara.
Attirate dalla Capitale, dai negozi oggetto di tanti sogni e da una cucina buona, genuina e saporita, abbiamo deciso di organizzare la prima invasione di Foodies in Rome, un’occasione unica per incontrarci e divertirci insieme. Ma andiamo a vedere i dettagli.

Quando: sabato 6 marzo 2010

Dove: Roma

Chi: chiunque voglia unirsi, è solo necessario dare l’adesione per poter organizzare il pranzo.

Cosa faremo: Il programma è in via di definizione, ma grosso modo dovrebbe essere il seguente: in mattinata è previsto l'arrivo dei foodbloggers a Roma.
Potremmo coordinare gli arrivi, visto che molti prenderanno il treno – ipoteticamente la Freccia Rossa – in modo da ritrovarci tutti nello stesso punto, in Stazione Termini magari, mettiamo attorno alle 12.
Potete far riferimento alle vostre responsabili di area per informazioni sui treni, visto che stiamo cercando di prendere tutte lo stesso treno per raggiungere Roma da nord:

- Torino – Giada (Fiordilatte)
- Bologna – Sara (Fiordifrolla)
- Firenze – Juls (Juls’ Kitchen)
- Roma – Elisa (Kitty’s Kitchen)
L’ipotesi treno potrebbe essere:
partenza Bo: 9.23 arrivo a Roma Termini: 11.45 *
* fermata a Firenze S.M. Novella alle 10.00 partenza per le 10.10
Da lì – fatti i saluti e le foto del caso – possiamo spostarci tutti a pranzo. Al momento sono allo studio due mete d’eccezione (abordabili). Nel pomeriggio, possiamo spostarci da Castroni per dare fondo a tutti i nostri averi. Nel tardo pomeriggio è previsto il rientro a casa o pernottamento a Roma se qualcuno vuol restare.

La sottoscritta vi aspetterà a Roma, dove con la collaborazione di blogger romani del calibro della dolce Precisina (che quando si tratta di organizzare non la ferma nessuno!) cercherà di coordinare l'attacco alle mete di interesse sopra citate!

Come aderire: le adesioni saranno racconte da Juls nell'apposito post sul suo blog entro e non oltre il 28 febbraio, per ragioni oganizzative.

Polvere di mandarini

Polvere di mandarini

Adesso il tormentone del web di questo periodo: la povere di agrumi! La saga comincia, vediamo un pò... Credo a casa di Alex e come un fulmine ha conquistato uno per uno tutti i gastrointeressati. Pensavate di farla franca? Pensavate che da queste parti non ve la sareste dovuta sorbire? Vi sbagliavate. Per non farvi mancare proprio nulla ecco qui anche la versione Kittynese, al mandarino. Arrivati a casa a fagiolo i mandarini dell'alberello... Che peccato sarebbe stato, mangiarli e buttare via tutte quelle scorze profumate? La polvere nasce proprio a questo scopo, usare le bucce che altrimenti sarebbero inutilizzate e conservare il loro fantastico aroma tutto l'anno. Cosa farci? Bè le soluzioni sono davvero molteplici: a comiciare dalle insalate, passando per i piatti di pesce o di carne, per dare un tocco in più ad una macedonia o anche ad un primo piatto. Insomma potrete metterla davvero ovunque. La versione al mandarino è data dalla disponibilità che ho avuto io di reperirli biologici, ma è chiaro che si può realizzare con qualsiasi agrume. Penso già a quando in estate aprirò il magico battolino e respirerò quell'aroma anche fuori stagione! Non è una bellezza?
Il mio blog questa settimana si è vestito di arancione, non trovate? Ma domani tornerà al rosa... Non perdetevi il prossimo aggiornamento! Ci sarà da divertirsi!

POLVERE DI MANDARINI

10 mandarini bio

Lavare bene i mandarini e con un pelapatate prelevare le scorze. Potete anche utilizzare: arance, pompelmi o limoni, anche se questi sono reperibili tutto l'anno. Nel pelare gli agrumi fate attenzione a non prendere la parte bianca che da sapore amaro. Accendere il forno al minimo e adagiare tutte le scorze un pochino distanziate sulla leccarda, coperta di carta forno. Lasciar asciugare le scorze per circa un ora con lo sportello del forno aperto. Quando saranno praticamente "croccanti" prelevatele e inseritele nel frullatore, ridurle in polvere abbastanza sottile. In alternative potete lasciarle seccare su di un termosifone. Una volta frullate prendete la polverina magica e richiudetela in un contenitore ermetico.

Pane di segale alla birra

Pane di segale e birra

Chissà perché ho subito pensato che sarebbe stato perfetto per farci colazione. L’ho immediatamente visto troppo bene con un ricciolino di burro e quella marmellata home made di arance, che riservavo per la giusta occasione (grazie del goloso regalino!;) .
Bè, la colazione devo dire che ha riscosso il suo successo, tanto che dopo il passaggio di tutti i commensali, per dirlo in maniera carina e non dire cavallette, una pagnotta era già stata bella che spazzolata via.
Il pane che deriva dalla segale di solito è un pane molto scuro e umido, io però, ho usato un mix di farine per ottenere un pane, si integrale, ma anche morbido e asciutto a tale scopo si presta benissimo l'aggiunta di manitoba. Il gusto rimane rustico, quasi amarognolo per questo si abbina molto meglio con sapori dolci o anche formaggi a pasta molle, o ancora meglio lo vedrei in una zuppa contadina come crostino.
Adesso due appunti sulla realizzazione, è stato un vero e proprio esperimento, sin dal principio. Trovavo delle ricette del pane di segale che prevedevano l’utilizzo di uova o di lievito madre… Accidenti il mio ormai da qualche tempo ha optato per il suicidio (sigh sigh!) diciamo così, mi sento meno in colpa per aver lasciato morire la creaturina! :)
Quindi bisogna ripiegare su un altro lievito, allora la testolina comincia a chiedersi: se io utilizzo il lievito di birra, perché non aggiungere all’impasto proprio lei? la birra? Gli esperimenti si sono susseguiti nei giorni successivi… Lo sapevate che il lievito di birra mescolato alla birra perde il suo potere lievitante? Da principio non ci volevo credere, ritenendo di aver scaldato troppo il liquido e aver fatto morire gli agenti lievitanti. Al secondo tentativo ho compreso che era proprio la birra il problema. Quindi adesso, siore e siori dopo gli esperimenti del piccolo chimico, se già non lo sapevate (e solo io ho fatto la scoperta dell’acqua calda): lievito di birra, sciolto nella birra = non funge! O almeno a me non ha funzionato per niente.
Quindi Kitty, allora quando si usa la birra in questo pane? - direte voi - Si usa semplicemente al posto dell’acqua al momento di impastare, ma il lievito quello no, va sciolto in acqua tiepida.
Da segnalare: Si concludeva ieri a Roma il VinoExcellence & Merano WineFestival, un interessante weekend di degustazioni, non possiamo certo attribuirgli l'importanza del vinoforum, altra manifestazione romana, ma resta ugualmente un interessante punto di incontro tra consumatori e produttori. Ho provato, ed è stata decisamente una bella esperienza, uno Chateau d'Yquem della mia età, vendemmia tardiva '81 più o meno quindi siamo nati insieme, e poi... Vai con le malvasie del Lazio! Qui ci dobbiamo specializzare. Ma poi vedrete! Buon inizio settimana

PANE DI SEGALE ALLA BIRRA

300 di farina integrale di segale
250 di farina manitoba
0,5 gr di lievito di birra (2/10 di cubetto)
3o cl circa di birra doppio malto a temperatura ambiente
1 cucchiaio di malto
1 pizzico abbondante di sale
olio (per il contenitore)

Mescolare le farine unirle su di una spianatoia disponendole a fontana. Sciogliere il lievito in un dito di acqua tiepida aggiungere al centro delle farine e cominciare a impastare. Cominciare a versare via via anche la birra impastando energicamente.
Il composto risulterà estremamante colloso, abbiate pazienza e lavorante 10 minuti abbondanti in modo da compattare un poco. Mettete un filo d'olio nel contenitore dove avete intenzione di riporre l'impasto a lievitare e trasferite l'impasto dalla spianatoia al contenitore. Vi avvero non sarà facilissimo.
Lasciate riposare al caldo coperto da un canovaccio l'impasto fino al raddoppio. Saranno necessarie qualcosa come 7 ore. A questo punto prendete la teglia da forno ricoperata dell'apposita carta e date all'impasto la forma di pane. Potete fare dei panini, pagnottine (come me) o anche un unico filone. Con un coltello fate dei tagli sul pane, per consentirgli di lievitare meglio e lasciate riposare ancora 2 ore prima di cuocere.
Io con il forno statico ho impiegato mezz'ora a 220 gradi. Lasciar raffreddare prima di tagliare.

Vegan Nutella

Veganutella

Weekend San Valentinesco, siete pronti con cioccolatini e fiori? Con cenette e ricettine afrodisiache? Davvero? Accidenti quanti siete a festeggiare! Ma non eravamo tutti d'accordo che è solo una festa consumistica e inutile? Epperò a quanto pare tutti ne subiamo il fascino! Oggi ricetta estremamente goduriosa, in chiave vegana, ossia senza l'utilizzo di prodotti di origine animale. Stiamo parlando di una di quelle cremine che una volta avviate sarà difficile smettere di mangiarle fino a che non avrete visto il fondo del barattolo. Via allo spalmamento selvaggio allora: pane, fette biscottate, pizza se vi piace e... Croissant (EEE SI! Ehm, ehm COF COF!) :)) Ok andateci piano con i giochetti però eh!
Inutile farsi venire i sensi di colpa, tanto ormai con tutti i fritti carnevaleschi che vi/ci siete mangiati? :) Oggi di fritti però non se ne parla, non si frigge, non si accende il forno e se si può si spegne anche quella lampadina lasciata accesa, tanto meglio!
Oggi infatti è la giornata di "M'Illumino di meno", ossia la giornata del risparmio energetico. Il comune di Roma aderisce con una manifestazione per far conoscere l'iniziativa (per info qui). Io anche, oggi "m'illumino di meno", ogni tanto si potrebbe davvero fare quella bella cosa della cena a lume di candela no? Allora:
- “Buonasera vi interessa qualcosa di cui parlare?”
- “OH! Sarebbe magnifico!”
- “La nostra specialità questa sera sono le minoranze”
perdonatemi la citazione (01:14), ma per la cenetta a lume di candela ho anche io l’argomento da suggerirvi (bè troppo pretenziosa questa Kitty?) concedetemelo. Oggi nel menù abbiamo: riflettere un attimo, su quanto facciamo effettivamente non solo oggi ma ogni giorno dell’anno, per risparmiare energia. Ci sforziamo veramente nel cercare di usare energie alternative pulite? E prodotti a basso impatto ambientale?
Altro piccolo spunto prima di passare alla ricetta: essere nati nella parte più ricca del mondo ci da molte possibilità di scelta, siamo fortunati, ma ogni giorno facciamo davvero la scelta più consapevole oppure optiamo per la via più facile? Sono la prima a dovermi fare un bell’esame di coscienza.

VEGAN NUTELLA

80 g di crema di nocciole 100% biologica
20 g di cacao amaro in polvere equosolidale
80 g di malto di riso
1 pizzico di sale fino

Il primo consiglio è quello di mescolare bene la crema alle nocciole, la tendenza che questa crema ha di solito è quella di dividersi tra parte oleosa e parte più solida. Pesare con una bilancia la parte di nocciole che resterà piuttosto liquida e mescolare con il malto, quest'ultimo farà addensare un pochino la crema. A questo punto setacciare all'interno del composto il cacao amaro e il sale. Mettere la crema in un vasetto e il gioco è fatto.
Infine con questa ricetta partecipo al concorso di DEleciuSly: Da leccarsi le dita. Per il banner vai alla pagina dei contest ai quali partecipo

Milkshake crema alle mandorle e fava tonka

Milkshake mandorle e fava tonka

Vi presento subito lo special guest di questa ricetta: Mrs fava tonka! Qui per voi direttamente dal Venezuela via Firenze. E qui scusate il messaggio privato: ancora non ti ho ringraziato abbastanza Carolina, oggi per te è una giornata importante poi, in bocca la lupo!
La fava dei desideri, e detto così qualcuno potrebbe anche pensare male, ma pazienza :), bramata e inseguita per mesi dalla sottoscritta è dunque giunta anche nella Kitty's Kitchen. Grattugiata ha diffuso il suo intenso profumo di put pourri delicatissimo sulle mie mani e ha arricchito questo milkshake dei suoi sentori. Un vera meraviglia. Se poi ci mettete che in serbo avevo anche un altro certo barattolino lussurioso: la crema alle mandorle pura, già so che mi chiederete "dove dove kitty?" la risposta è sempre il solito supermercato, mica mi sarà presa la fissa per le mandorle in questo periodo?Noo, è solo un impressione!
Già vi sta venendo l'idea di cosa possa essere questo shake? Bene perchè non aggiungerò molte parole in merito. Niente gelato e niente ghiaccio in fondo siamo in inverno secondo me basta il latte a temperatura frigorifero, però chiaramente nulla vieta di infilare nel frullatore i cubetti di ghiaccio e aggiungerli al mix.

MILKSHAKE CREMA ALLE MANDORLE E FAVA TONKA

500 ml di latte intero
2 cucchiai di crema alle mandorle biologica
2 cucchiai di zucchero di canna
1 fava tonka piccola
mandorle a lamelle (per guarnire)

Frullare insieme la crema di mandole con il latte e lo zucchero, fino a che il latte non diventa abbastanza spumoso. Grattare la fava tonka nel frullarlo e dare un altra mandata di frullatore.
Riempire i bicchieri e guarnirli con mandrole a lamelle

Spaghetti con bottarga, pistacchi di Bronte e zest di limone

Spaghetti con bottarga, pistacchio e zest di limone

Immancabile nel frigorifero: la bottarga, di tonno o di muggine. Diventa l'ingrediente principe di quel piatto di spaghetti fatto al volo quando si torna a casa affamati. Oppure per i più appassionati, tagliata finemente, come il carpaccio e irrorata con limone, può diventare un antipasto o un secondo. Personalmente preferisco quella di muggine, ha un sapore che resta più delicato, invece quella di tonno è decisamente più saporita. Ho sempre saputo che la bottarga fosse un prodotto sardo (famosa quella di Carloforte, Alghero, Stintino e Cabras fatta con uova di muggine), invece ho scoperto che, quella di tonno, prodotta in Sicilia, ha pari importanza. Proprio ai profumi siciliani quindi è dedicato il piatto di oggi, dato che ho usato la bottarga di tonno prodotta da quelle parti, cioè da Campisi non potevo che unire anche gli altri prodotti di questa terra.
Avete presente quando arrivano a casa amici all'improvviso o proprio non vi va di preparare nulla ma "vi tocca"? Ecco questa è la soluzione perfetta ultra rapida per risolvere la situazione con un certo stile (mi permetterei di aggiungere!)

SPAGHETTI CON BOTTARGA, PISTACCHI DI BRONTE E ZEST DI LIMONE

200 gr di spaghetti
100 gr di bottarga di buona qualità
50 gr di pistacchi di Bronte tritati
olio evo
sale
1 limone bio

In una terrina grattuggiare la bottarga e condirla con olio e con i pistacchi tritare, mescolare tutto quanto con un quantitativo di olio sufficiente per condire la pasta. Scolare al dente gli spaghetti, dopo averli cotti in acqua salata e saltarli in padella insieme al misto di pistacchi e bottarga. Spellare un limone ricavando con un pelapatate delle listarelle di buccia (solo la parte gialla) tagliare al coltello le listarelle per ottenere delle striscioline sottilissime aggiungerle alla pasta e finire di saltare in padella con il limone.
Impiattare e guarnire con altro pistacchio

Insalata arancia e finocchi

Insalata arancia e finocchi


Dicevamo che bisognava disintossicarsi che dovevamo metterci a dieta dopo Natale? E poi arriva Carnevale e facciamo il pieno di dolci e dolcetti fritti. Accidenti! Ma come mai trovo sempre un buon motivo per sgarrare alla dieta? :)
Oggi invece sono brava! Pieno di vitamina C e pieno di finocchio per depurarci, tutto in un piatto solo. Mi sento un pochino ridicola a scrivere la ricetta di un insalata ma questo abbinamento io l'ho scoperto da poco e me sono rimasta stregata, quindi mi faceva piacere condividerlo con voi. La ricetta è di origina siciliana (e con le loro arance non poteva essere da meno) ma ho scoperto che per molti blogger non è una novità. La ricetta che ho trovato io, su l'Italia del Gambero rosso - Sicilia, prevedeva di pelare le arance a vivo, tuttavia la "pellicina bianca" delle arance non andrebbe mai eliminata in quanto contiene importantissime sostanze che aiutano a ridurre l'assorbimento del colesterolo (fibre e pectine) e aiutano il nostro corpo ad assorbire la vitamina C presente nella polpa.

INSALATA ARANCIA E FINOCCHI

1/2 finocchio
1 arancia pelata a vivo
erba cipollina
olio evo
fleur de sal
pepe rosa in grani

Sbucciare e pelare l'arancia (qui la tecnica). Tagliare il finocchio con una mandolina o a mano. Mescolare l'arancia e il finocchio e condire con olio e sale. Tagliare l'erba cipollina e guarnire con dei grani di pepe rosa.

Pancake alla creme fraiche

Pancake creme fraiche e sciroppo d'acero


Io la proporrei come la colazione dei campioni del lunedì, inizieremo tutti la settimana con un marcia in più. Mettete i pancake a colazione, il caffè, una spremuta, il giornale, se siamo fortunate a fine mese anche la vostra rivista (chiaro... Di cucina) preferita e adesso...? Sottofondo: Breakfast in America e con chi spartire la colazione poi lo decidete voi! :)
Ho trovato in giro molte ricette dei pancake, quasi tutte prevedono l'utilizzo di burro o ricotta io ormai mi ero incaponita che dovevo farli con al creme fraiche (o panna acida) e mi sono lanciata, siccome il risultato mi ha soddisfatto lo condivido con voi. Lo so, ormai vi conosco e prima che me lo chiediate: se non trovate la panna acida e volete sostituirla il rimedio casalingo è quello di mescolare panna fresca (100ml) e yogurt greco (100ml), aggiungere 1 cucchiaio di succo di limone, più la fate riposare più si addensa se la preparate il giorno prima è meglio!
Ma vogliamo parlare dello sciroppo d'acero? Senza il quale i pancake non avrebbero un vero senso di esistere in fondo. Ho scoperto che questo dolcificante ricavato dalla linfa dell'albero stesso è poco calorico (250 kcal per 100 gr) e insieme alla melassa sono i dolcificanti naturali che contengono meno calorie.

PANCAKE ALLA CREME FRAICHE (SENZA BURRO!)
8/10 pancake

2 uova codice 0
150 gr di creme fraiche
70 gr di zucchero
40 gr di farina 00 ( o q.b.)
1 cucchiaino da tè di lievito
1 punta di cucchiaio di bicarbonato
olio evo
sciroppo d'acero

Sgusciare le uova e batterle in una terrina con una forchetta, aggiungere la creme fraiche e mescolate fino a quando non si sia amalgamata alle uova. Unire zucchero lievito e bicarbonato e aggiungere la farina fino a che non otterrete la consistenza desiderata. Deve essere abbastanza fluida, ma leggermente più consistente della pastella per fare le crepes.
Scaldare una padella antiaderente ungerla con dell'olio e versare un mestolo (di piccola dimensione) in padella, con l'aiuto della paletta girare il pancake appena il composto si staccherà dalle pareti e cuocere anche l'altro lato. Ripetere il procedimento fino ad esaurimento della pastella. Servire i pancake uno sopra l'altro e abbondare con lo sciroppo d'acero! :)