Pinchos caprino aromatizzato e uva

Pinchos di caprino aromatizzato e uva



Los Pinchos sono un bel ricordo del mio periodo Alicantino...
Quante serate inziavano in un bar de copas cenando o "picando" qualcosa. Gli spagnoli sono stati gli inventori dei fingerfood che adesso qui in Italia vanno tanto di moda, ma a dir la verità per loro è un abitudine diffusa da molti anni. Uno dei bar a cui ero particolarmente affezionata, diffusi un pò in tutta la Spagna peraltro, era il Lizzaran, assolutamente imperdibile... E dove ho anche preso molte idee e il mio modo di cucinare ne è stato fortemente contaminato.
Tra l'altro ci si chiedeva qui, se valesse anche il detto di non far sapere al contadino, oltre che delle pere, anche dell'uva con il formaggio... Quindi mettete questi due ingredienti, metteteci lo stecchino e soprattutto, se vi a piace, mettete un goccio di aceto balsamico: questo, prendete due calici e aprite anche il vino. Che volte anche un sottofondo? Eccovelo!

PINCHOS CAPRINO AROMATIZZATO E UVA (per 6 pinchos)

100 gr di formaggio fresco caprino
cumino
1 cucchiaino raso di farina integrale (se resta troppo molle)
3 acini d'uva bianca
3 acini di uva rossa
aceto balsamico di Modena

Mescolare il caprino con le spezie e lasciar in frigorifero un ora per farlo solidificare, tiratelo fuori e se rimane ancora troppo molle aggiungere un pizzico di farina, questo dipende dal caprino e da quanto è fresco. Formate delle palline con le mani grandi quanto gli acini d'uva e mettetele di nuovo in frigorifero per mezz'ora.
Per ogni stuzzicadenti infilzare una pallina di formaggio e un acino d'uva.
Se vi piace potete finire con aceto balsamico, sta decisamente bene io l'ho omesso nella foto perchè l'ho aggiunto solo l'istante prima di servire.

....In the cinema for love

Per una serata di pinchos, soprattutto dopo la la colonna sonora di Paco de Lucia, il mio suggerimento va per questo film:

Pollo ras el hanout su crema di cavolfiore allo zafferano

Pollo speziato su crema di cavolfiore allo zafferano


"Il meglio de droghiere" è questa la traduzione letterale di ras el hanout, un mix di spezie usato prevalentemente nel nord africa e Tunisia e Marocco in primis. Qualche furbo commerciante in realtà inventò questa spezia dando semplicememente fondo agli avanzi di spezie che gli erano rimasti nei cassetti e una volta messo in bella mostra in vetrina venne "spacciata" per migliore quando in realtà non lo era affatto. Ne esistono numerossime versioni, un ricetta la trovate qui. Un tempo usata per scopi terapeutici (pare ci aggiungessero coleotteri tritorati che lo rendevano una soecie di viagra naturale) oggi è usata prevalentemente per cous cous. E' adatta, tuttavia anche per tajine e spezzatini dato che si sposa bene anche con le carni.
Il pollo cotto in questo modo in padella resta croccante e saporito, ma questo già ve lo avevo accennato, trovo che stia bene con la consitenza morbida del cavolfiore in cui si ritrova il profumo speziato dello zafferano. Mi dispiace non riuscire a darvi delle vere dosi per questi ricetta a dirla tutta ho assemblato gli ingredienti senza pesarli.

POLLO RAS EL HANOUT SU CREMA DI CAVOLFIORE ALLO ZAFFERANO

1 petto di pollo
cavolfiore lessato
1 cucchiaio di ras el hanout
qualche pistillo si zafferano
farina
olio evo
sale
cipollotto

Ripassare in padella con olio e un fondo di cipollotto, finemente tritato, il cavolfiore lessato, salare e aggiungere i pistilli di zafferano.
Traferite tutto in un boccale adatto al frullatore ad immersione e ottenere una crema.
Prendere il petto di pollo tagliarli a strisce o a cubotti e infarinarli. Saltarli in padella con l'olio, chiudere il coperchio, spadellare un pochino e solo alla fine aggiungere il cucchiaio di ras el hanout. E' importante prima di aggiungere questa spezia, dopo averlo farla leggermente tostare in un padellino, per fargli spigionare al massimo l'aroma.
Comporre il piatto mettendo la crema sul fondo e il pollo sopra, mangiare raccogliendo la crema con ogni bocconcino di pollo.

Cupcake triplo ciccolato e cardamomo

Muffin triplo cioccolato e cardamomo


E' bello sentirsi un pò Nigella quando non si fa parsimonia di burro, di cioccolato e tutto il resto...
E' ora di colazioni che scaldino il cuore che coccolino l'anima, quando ormai uscire dal piumone comincia a diventare davvero difficile ci vuole qualcosa di buono che ci faccia venire voglia di incominciare la giornata! No non è la pubblicità del Mulino bianco... Ne tantomeno quando a casa mia ci alziamo dal letto per fare colazione arriviamo tutti insieme felici e sorridenti al tavolo! Anzi avendo tutti orari diversi è molto difficile anche incontrarsi. Però la buona abitudine di fare bene colazione l'abbiamo tutti. E' una ricetta che ho usato diverse volte ma non ricordo adesso la sua provenienza... Da questo libricino probabilmente ho tratto ispirazione. Ci sono tanti consigli di Marc Grossman, colui che ha fatto apprezzare i muffin americani anche hai parigini. Il libro è simpatico e ne propone molti alla frutta, qualcuno salato e tanti al cioccolato.

Tra i consigli assolutamente da seguire per i muffin:
- forno assolutamente bollente tra i 180°e i 200° per 20 minuti
- non far riposare troppo l'impato altrimenti... Addio agenti lievitanti!!
- non impastare troppo, se resta qualche grumo non statevi a formalizzare... Sempre perchè altrimenti addio agenti lievitanti!
OK? Adesso vi starete chiedendo ma perchè parla di muffin quando qui ci sono dei cupcake? Io li definisco cupcake per la presenza della glassa che ho usato per ricoprirli, ma ciò che vorrei chiedervi è questo: nell'impasto alla fine dei conti quali differenze ci sono? Quindi continuerò ad usare ricette di muffin per fare cupcake e ricette di cupcake per fare muffin...
Magari i puristi dei muffin penseranno che chissà quale bestialità ho scritto! :)
Per quanto riguarda gli ingredienti, sull'abbinamento cioccolato e cardamomo non devo nemmeno starvelo a dire vero? Per l'utilizzo del cioccolato dopo il cacao in polvere, le gocce di cioccolato e la finitura di glassa credo che avrete abbastanza....? No? Allora dopo il primo potrete saziarvi anche con un secondo dolcetto! :) Tanto uno tira l'altro!


Muffin triplo cioccolato e cardamomo2



CUPCAKE TRIPLO CIOCCOLATO E CARDAMOMO (12 pezzi piccoli)

350 gr di farina 00
250 ml di latte intero
180 gr di burro
200 gr di zucchero
2 uova codice 0
100 gr di gocce di cioccolato fondente al 70%
1/2 bustina di lievito per dolci in polvere
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
6 bacche di cardamomo verde
2 cucchiai colmi di cacao amaro

per la glassa:
70 gr di gocce di cioccolato al 70%
20 gr di burro
zucchero a velo

Lasciar ammorbidire il burro a temperatura ambiente e montarlo con lo zucchero per ottenere una crema. Sbattere le uova con il latte e unire al burro poco alla volta. Con un impastatrice è più agevole devo dire ottenere una consistenza omogenea. Pesate la farina e unirla a tutti gli altri ingrediente secchi: lievito, bicarbonato, sale, cacao amaro e le bacche di cardamomo ben tritate. Conservate parte dei semini della spezia per guarnire i cupcake alla fine. Ora setacciate il tutto nel composto liquido. Dopo aver ottenuto un impasto omogeneo, unire anche le gocce di cioccolato, ultima impastata e via nei pirottini! Se si usano stampi devono essere precedentemente imburrati se usate pirottini di carta chiaramente no. Riempire gli stampi per 3/4 e mettere in forno preriscaldato alla temperatura di 180° per 20 minuti. Fate la prova stuzziacandenti, se esce ben usciutto, sfonate.
Preparate una glassa facendo sciogliere poco burro e aggiungendo le gocce di cioccolato quando tutto sarà fuso aggiungere zucchero a velo, per fare rapprendere il tutto e versate la glassa sui dolcetti. Guarnire con le bacche di cardamomo lasciare la glassa solidificare un pochino.

...In the cinema for love

Dopo la conclusione del festival del cinema di Roma, questo è il mio consiglio:
A Serious Man - Joel Coen e Ethan Coen - USA, Gran Bretagna, Francia 2009 - Medusa

Conservare i pachino in inverno e mangiarli spadellati

Pachino spadellati


"Lo sapevate...?
Il pomodoro pachino può resistere in cantina fino a Natale!
Per quale misteriosa ragione ci riesce? Pachino misteriosi...
SAPEVATELO... SU RIEDUCATIONAL CHANNEL!"


Mi trovo oggi a raccontarvi una cosa di una banalità quasi disarmante, ma che per me è stata quasi la scoperta dell'acqua calda o la scoperta dei metodi della nonna... Se vogliamo dirla tutta.
Mia nonna i pomodori pachino quelli a grappolo, li conservava così, al naturale, appesi in cantina ad uno spago e le duravano per mesi. Quest'anno, ad agosto, inizio settembre la pianta di pachino cha avevamo in giardino ne aveva prodotti talmente tanti che non sapevamo più che farci, allora abbiamo tentato anche noi il metodo. Vi posso dire che dopo oltre un mese, ad eccezione di qualche pomodorino che è andato a male, gli altri sono rimasti perfetti e poi potete vederlo con i vosti occhi nella foto qui accanto, la foto è scattata in cantina. Ricordo che da piccola nella casa in campagna dei miei nonni vedevo appesi questi pomodorini rossi là a prendere polvere non mi sono mai domandata il perchè fossero là e da quanto tempo... Ero più attratta dalle pannocchie, messe lì anche quelle a seccare, in merito a quelle, invece si, mi chiedevo perchè qualche chicco diventasse nero e qualche altro no. Ma più di tutto mi chiedevo se ci potevamo fare i pop corn! :) Tornando al discorso principale... Ci sono arrivata molto in ritardo a riscoprire questa vecchia abitudine per i pachino, sono felice che non sia andata persa. Dopo questa dritta abbastanza vintage vi lascio alla ricetta.

PACHINO SPADELLATI DI ANTONELLA

pachino
olio evo
sale
aglio
basilico
Pane casareccio

Antonella consiglia di metterli in padella con l'olio e cuocerli a fiamma alta fino a che non si sente lo schioppettio di qualche pomodorino che comincia a rompersi. Io ho messo l'aglio direttamente nell'olio e poi a fine cottura l'ho rimosso. Dato che il basilico in inverno comincia a scarseggiare ne ho messo poco quando li ho torlti dalla padella e salati alla fine, ma era davvero poco. Per il resto ho fatto quello che suggerisce lei Li ho serviti con una fetta di pane che ho tostato nella stessa padella che ho usato per cuocere i pomodorini...

Alchechengi glassati al cioccolato

Alchechengi al cioccolato


Come è possibile non subire il fascino di questi piccoli frutti arancioni ancora non me lo spiego. Pensare che quando sono andata dal mio solito pusher di frutta e verdura e li ho visti lì sul bancone alla mia richiesta di acquistarli lui mi chiede "ma ti piacciono davvero gli alchechengi?" ed io (dato che li sto comprando, magari anche si) "si con il cioccolato si!" ;)
Al che lui dice "Secondo me sanno di pomodorini acerbi!" AHAHAH! Rido io, e mi viene da dire che la cosa non mi soprende affatto dato che stiamo parlando della stessa famiglia di piante, le Solanaceae, quindi non si stava dicendo nessuna bestialità. Poi, come ogni cosa "degustibus..." chiaramente!
Gli Alchechengi (Physalis alkekengi) , contengono moltissima vitamina C, tannino , acido citrico e zucchero, pare che sia un toccasana per il vie urinarie dato che favorisce la diuresi. Si raccolgono nel mese di settembre quando sono maturi quindi sono frutti autunnali.
Potete anche vedere quelli di Camomilla o la versione caramellata di Zenzero e Cannella.

ALCHECHENGI GLASSATI AL CIOCCOLATO

Alchechengi
gocce di cioccolato fondente al 70%
zucchero a velo

Sciogliere le gocce di cioccolato a bagnomaria, quando sarà ben liquido aggiungere dello zucchero a velo per farlo un pochino addensare e fare la glassa.
Aprire delicatamente gli alchechengi liberando il frutto dal suo involucro ma lasciandolo attaccato e girato nel verso opposto in cui era prima. Immergere i frutti nel cioccolato e disporli su un foglio di cartaforno ad aspettare che solidifichi a temperatura ambiente.
Quando il cioccolato sarà indurito possono essere mangiati.

Quenelles di simil hummus

quenelles

L'hummus è la salsina israelina che non quasi più bisogno di presentazioni ormai è molto moto anche a noi. Con diffusione dei Kebap e di questi negozi o anche fast food etnici anche l'hummus ha trovato un alto livello di gradimento nella nostra cultura.
Potremo semplificare al massimo dicendo che è un sorta di purea di ceci aromatico si usa per accopagnare pane arabo o come salsina anche per il pinzimonio. A me personalmente piace particolarmente con i gambi di sedano. Questa versione rivisitata che ho preparato resta più compatta grazie all'utilizzo della ricotta per amalgamare gli ingredienti perciò più adatta da spalmare soprattutto se avete una buona pizza bianca. Come mi è successo anche preparando questo mio malgrado, io con l'aglio proprio ci faccio a botte, quindi anche se alla fine si travisa totalmete la ricetta non l'ho usato.

QUENELLES DI SIMIL HUMMUS

150 gr di ceci
1 cucchiaio di Tahina (crema di sesamo)
100 gr di ricotta fresca
prezzemolo tritato
olio extra vergine d'oliva
sale
1/4 limone
paprika (se piace)

Mettere i ceci nell'acqua la sera prima, la mattina scolateli e trasferiteli in una pentola con dell'acqua in ebollizione. Lasciate cuocere a fuoco lento per 45 minuti e scolateli.
Unire tutti gli igredienti in un boccale adatto al frullatore ad immersione: ceci, ricotta, sale prezzemolo un goccio d'olio, il succo di limone e frullare il tutto.
Accompagnare con pita (o anche la nostrana pizza bianca) oppure sedano e verdure da pinzimonio.

Bicchieri con caki, amaretti e cioccolato

Bicchieri di caki alla vaniglia, amaretti e cioccolato

AH! Oggi sono proprio soddisfatta riesco finalmente a riproporvi un'altra ricettina sciuè sciuè del mio grande amore Simone Rugiati! A proposito... Vogliamo parlare di quanto è decaduto il suo programma "oggi cucino in..."? Ragazzi sta per passare hai livelli di "Mattia detto fatto"! Ridatemi il mio Simone Rugiati un pochino più in veste professional!!! :)
Scherzi a parte questo blog sta davvero scadendo in discorsi da "Signora Maria..."
Alziamo quindi il tono di questo post... Parliamo del tempo? Non ci sono proprio più le mezze stagioni... Parliamo del traffico di Roma? Un delirio sul raccordo oggi.... Ma che te lo dico a fa! AHAHA! Sono proprio schizzofrenica! Ma oggi di essere seria non ne ho voglia!
Quindi mentre scrivo questa ricetta facile facile continuerò a pensare al sorriso di Simone e a cominciare a escogitare un piano per conoscerlo facendogli le poste sotto gli studio del Gambero Rosso... ;) Solo per dirgli che è ora che torna a fare un pò più il serio!
Demenza a parte ecco la ricetta:

BICCHIERI CON CAKI, AMARETTI E CIOCCOLATO (2 bicchieri)

2 caki
4 amaretti
1 bacca di vaniglia
50 gr di cioccolato fondente al 70%
10 ml di latte

Sbucciare i caki, ricavarne la polpa mettendola in un contenitore adatto al frullatore ad immersione. Aggiungere alla frutta la parte interna di una bacca di vaniglia. Procedete in questo modo: tagliare la bacca a metà passare su ogni lato interno del baccello il coltello e prelendo i semini neri che esso racchiude.
Con il frullatore ad immersione montate la polpa dei caki incorporando aria.
Far fondere il cioccolato aggiungendo poco latte o anche panna da montare, appena il composto è liquido togliere dal fuoco.
Sbriciolare gli amaretti disporli in fondo al flute al calice o qualsiasi bicchiere abbiate scelto, sopra disporre la polpa di caki soprà la cremina al cioccolato guarnire con altri amaretti, interi o sbriciolati.

Liquore a (tre tipi di...) menta

Liquore alla menta

Perchè un liquore venga bene secondo me deve evare anzitutto la giusta consistenza sciropposa, il giusto aroma e profumo senza che l'alcool prevalichi su di esso e infine deve essere sufficientemente dolce altrimenti faccio fatica a berlo (non amo per esempio la grappa).
Il liquore alla menta che ho sperimentato quest'anno per la prima volta ha esattamente tutte queste caratteristiche. Sposa perfettamente il mio gusto.
Si può bere puro a fine pasto adattissimo per rinfrescare la bocca o anche aggiunto in piccole quantità ad acqua ghiacciata come bibita dissetante mantenendo la proporzione 1:4 è perfetto.
Chiariamo subito un punto fondamentale, conosco bene quello che mi scriverete nei miei commenti ormai! ;) Non mi venite a dire che non avete 3 tipi di menta diversa per fare questo liquore perchè possono essere tranquillamente sostituite con lo stesso quantitivo di un unico tipo di menta o due o a piacere.
Chiarito ciò, se come me avete il problema della menta che vi sta infestando tutto il giardino usate quella che avete! :)
Se lo sciroppo non è stato sufficiente ad eliminarne abbastanza proseguite con questo.
Dosi per 1 litro e mezzo di liquore:

LIQUORE ALLE TRE MENTE

30 gr di foglie di menta piperita
30 gr di foglie di menta glaciale
30 gr di foglie di menta romana
(in alternativa 90 gr di uno dei tre)
400 ml di alcool puro al 90%
200 gr di zucchero
300 ml di acqua

Raccogliete la menta e liberare le foglioline dai rami. Lavare le foglie e asciugare delicatamente. Mettere le foglie in infusione nell'acool in un barattolo di vetro chiuso e al buio per due settimane. Ogni tanto agitate.
Trascorso questo periodo, con acqua e zucchero fate uno sciroppo, quando comincia a sobbollire un pò aspettate ancora 5 minuti e spegnete. Lasciate raffreddare totalmente.
Ora filtrate in maniera accurata l'alcool dove avete lasciato in infusione la menta. Io ho usato prima un colino a maglie strette e poi il secondo filtraggio l'ho fatto con un panno di lino, necessita un pò di tempo ma si ottiene un liquore più limpido. Unire scriroppo di zucchero e alcool, imbottigliare e conservare in frigo. Si può consumare subito.
In merito ai tempi di conservazione mi hanno detto che sono lunghi, diciamo fino all'anno successivo, ma dopo 3 mesi (come nel mio caso) in fondo alla bottiglia cominceranno a formarsi i primi sedimenti della menta, perciò agitare prima dell'uso.

Tortine con crema al limone e frutti di bosco

Tortine crema e frutti di bosco

Vi capita che girovagando per altri blog incappate in una ricetta e vi viene una terribile voglia di mangiare quella "tal cosa" che non mangiate da moolto tempo? Improvvissamente ricordate che nei meandri della mente... Ma come mai a me piace così tanto eppure non me la preparo mai?
Ed ecco Onde mi ha fatto venire in mente che avevo proprio voglia di rimangiare la crema pasticcera. Ora dalla sua ricetta alla mia c'è sicuramente un bel cambiamento ma io proprio adoro il limone e i gusti aspri dei dolci (infatti se non è limone è lo zenzero!).
Alla fine la crema me lo sono preparata... L'ho accompagnata con la frolla senza burro. Io mi trovo molto bene con questa. Infine ho guarnito con i frutti di bosco e un pò del loro sciroppo.
Spolverata di zucchero a velo e via...
Adesso come la vedete se qualcuno vi svegliasse la mattina a colazione portandovela al letto con un caffè e latte o una spremuta? Ma! :) Io direi proprio che se trovate un uomo così... Potete anche decidere di sposarlo credo! :)

TORTINE CON CREMA AL LIMONE E FRUTTI DI BOSCO (4 tortine o una grande)

Per la crema:
1 uovo
3 cucchiai di zucchero
1 tazza di latte
1/2 limone bio (la scorza)

Per la frolla:
125 gr farina 00
40 gr di zucchero di canna
40 gr di olio d'oliva
25 gr di acqua calda
1/2 bustina di lievito per dolci
1/2 limone bio (la scorza)
Olio per lo stampo
Frutti di bosco (anche congelati)
zucchero semolato
zucchero a velo

Per la preparazione delle frolline, vi rimando alla mia spiegazione: qui
Per fare la crema invece si parte riscaldando il latte aggiungendo la scorza di limone, avendo cura di grattuggiare solo la parte bianca. Mentre il latte si fredda, montare il tuorlo con lo zucchero, facendo diventare spumoso il composto. Quando il latte è quasi freddo aggiungerlo poco a poco all'uovo, continuando a lavorarlo con la frusta. Trasferire la crema nella pentola e cuocere fino ad ebollizione a fuoco lento, mescolando continuamente. Lasciar addensare appena un poco e togliere dal fuoco.
Prendiamo l'impasto e stendiamolo, sulle tortine unte o olio o burro. Riempire ogni tortina con la frolla e cuocerle 160-180°C per circa 20 minuti. Se optate per un unica torta potete aiutarvi con i fagioli secchi per far peso sul guscio.
Quando le frolle saranno cotte aggiungere all'interno la crema e i frutti di posco leggermente scaldati in padella con lo zucchero per ottenere un composto sciropposo.
Guarniere con dello zucchero a velo.
Con questa ricetta partecipo alla racconta di Juls: Sunday Morning sponsorizzato da Macchine alimentari

Prosciutto fresco con uva fragola e rosmarino

Prosciutto di maiale con uva fragola e rosmarino

Se lo dice Sigrid ci fidiamo tutti! Uva fragola e rosmarino si può fare, "fa rima e c'è"! :))
Ma leggi che ti rileggi e sfoglia che ti risfoglia questa bella rivista che esce mensilmente con il Corriere della sera mi sono lasciata tentare dalle tante ricettine con l'uva. Certo che ne esistono davvero tantissime qualità? Di uve intendo. Soprattutto esistono davvero moltissime ricette nella nostra tradizione gastronomica che ne prevedono l'utilizzo. Solo per farne un piccolo elenco:
Sugol (budino di mosto d'uva diffuso diffuso in Emilia, Mantovano e Veneto)
Salsicce con l'uva (specialità umbra, le salsicce vengono rosaolate in padella con uva bianca)
Schiacciata con l'uva (tipicamente toscana)
Per non parlare poi di tutte le preparazioni con l'uva passa...
Insomma l'uva si mangia sempre anche da sola o in abbinamento a formaggi. Quest'estate in Inghilterra notavo che andava per la maggiore e io nonostante tutto non li avevo mai mangiati insieme! Incredibile ma vero! Si dice del formaggio con le pere, ma formaggio e uva avete provato? Magari ero solo io a non saperlo! :) Ad ogni modo meglio scoprirlo tardi che mai!

PROSCIUTTO DI MAIALE CON UVA FRAGOLA E ROSMARINO

4 fette di prosciutto fresco di maiale
70 gr di uva fragola
1 rametto di rosmarino
1 bicchiere di barbera
olio evo
sale in fiocchi
spinaci (per contorno)

Aprire tutti gli acini d'uva e eliminare i semini.
In una padella cuocere la carne con l'olio e il rosmarino, salandola da ambo i lati e aggiungendo il bicchiere di barbera. Togliere la carne dalla padella per non farla cuocere troppo e indurire, e scaldare in padella gli acini d'uva 10 minuti il tempo di farli disfare. Ultimanre la cottura della carne insieme al condimento eventualmente aggiustando di sale.
Io ho servito la carne su un letto di spinaci freschi saltati con poco aglio.


... In the cinema for love:

Questa piccola postilla al termine dei miei post, è di nuova creazione. E' bello condividere con voi la mia passione per la cucina e mi piacerebbe farlo anche per quel che riguarda il cinema.
Perciò quando avrò modo condividerò con voi i film che vedo. Potrete collegarvi al mio account o leggere la recensione del film di oggi:

Pane alle (ultime) zucchine con lievito madre

Pane con le zucchine

La ricetta è della bravissima Nadia alias Precisina la sua pasta madre mi è anche sorella, invece la nonna invece è sempre lei! HIHIHI! ;) Finalmente il caldo ci sta abbandonando e dopo mesi di rinfreschi della benedetta pasta madre sempre senza riuscire ad utilizzarla finalmente si torna a fare il pane... AH! Che bello! Che buono il profumo quando è in forno... Soprattutto che bella soddisfazione mangiare il pane fatto da noi, molto più digeribile senza lievito chimico per giunta!
AH! La pasta madre sopravvive anche ai "congelamenti" ho fatto la prova con un panetto. Lasciatelo scongelare totalmente e rinfrescatela un paio di volte in giorni consecutivi! Riprenderà alla GRANDE! Almeno per la prossima estate non dovrò affidarla a nonni parenti e zii....
L'idea di utilizzare le zucchine mi è piaciuta subito anche se ho trovato che venisse un pochino troppo umido all'interno quindi il mio consiglio è di fare attenzione a quanta parte delle zucchine usate, cioè grattuggiate solo la parte verde e il resto eliminatelo.
Provate ad assaggiare questo pane con questa tapenade o come suggerisce giustamente Precisina con salumi e formaggi.

PANE ALLE ZUCCHINE con lievito madre

250 g di pasta madre (oppure 13 g di lievito di birra fresco)
300 g di farina 00
300 g di farina manitoba
4 zucchine bio
12 g di sale di Cipro
q.b. di acqua tiepida

Unire le farine e il sale con la pasta madre, rifrescata il giorno prima, spezzettata grossolamente. Potete formare la classica fontana o usare l'impastatrice. Se usate il lievito di birra, scioglierlo nell'acqua e aggiungetelo alla farina, impastando. Grattuggiate le zucchine aggiungerle all'impasto e procedere aggiungendo l'acqua necessaria. Quando il panetto sarà ben sodo e teso fare 4 tagli a croce e lasciar lievitare, al caldo coperto da un panno.
Deve raddoppiare di volume saranno necessaria 5 ore, meno se si usa il lievito di birra.Trascorso tale tempo formare dei panetti o delle pagnotte. Adagiarli sulla placca da forno coperta di carta e lasciarli lievitare ancora un ora, sempre coperti. Dopo di che, cuocere a 220° a forno preriscaldato per un ora (il mio forno statico ha sempre tempi più lunghi).

Triangoli di pasta fillo con sesamo ripieni di zucca e fiori

Triangoli di pasta fillo con zucca e fiori

La pasta fillo, è uno di quegli ingredienti che una volta che si è cominciato ad utilizzarli è impossibile separarsene. In tutto il medioriente è usata per i famosi Baklava ma devo dire che ormai è diffusissima anche in Italia, per la sua versatilità e soprattutto perchè è più leggera della pasta sfoglia che usiamo noi, essendo fatta solo da acqua e farina resta croccantissima e ha dei tempi di cottura brevissimi. La trovate, al solito, a Roma da Castroni versione congelata. Ho visto in giro però, che esiste anche della nota marca che fa anche la sfoglia e mentre loro impastano e tu crei di sottofondo c'è la canzoncina: "brava brava!...", non escludo quindi che in grandi supermercati la troviate oppure se avete pazienza, qualcuno è anche in grado di farla in casa.
Adesso veniamo ai triangolini, le piegature sono semplici da fare.. Guardate qui, inutile che vi stia a spiegare passo passo. Potete anche decidere di terminare questa ricetta invece che in padella come ho fatto io, al forno, alla fine otterrete comunque una buona riuscita.
La pasta fillo resterà comunque croccatintissima e il ripieno deve essere ben cotto perchè si possa disfare in bocca quando si assagia, se non avete intenzione di mantenervi sul vegatariano ci starebbero benissimo dei toccheti di salsiccia. AH! Fate poco di farcitura in più e conditeci un bel piatto di paccheri... Poi mi fate sapere!

TRIANGOLI DI PASTA FILLO CON SESAMO RIPIENI DI ZUCCA E FIORI (8-10 pz)

6 fogli di pasta fillo
100 gr di polpa di zucca
10 fiori di zucca
cipollotto
rosmarino
olio evo
sale
semi di sesamo

In una padella far stufare il cipollatto nell'olio se colora troppo aggingere poca acqua, tagliare a cubetti la zucca e lasciarla cuocere anche essa in padella, deve quasi riudursi a purea, quindi più tagliate piccoli i pezzettino prima si cuoceranno. Quando la zucca sarà sufficientemente cotta, diciamo una ventina di minuti, aggiungete le corolle dei fiori di zucca lavati, puliti e tagliati a striscioline. Cuocere ancora un istante aggiungendo il sale e il rosmarino. Lasciar intiempidire.
Sovrapporre 3 fogli di pasta fillo e tagliarla in rettangoli. Ogni trinagolo dovrà essere formato da 3 fogli, disporra un piccolo quantitativo di ripieno e fare le pieghe. Cospargere i triangoli di sesamo appena tostato e saltarli in padella con olio pochi istanti per lato appena si colorano colarsi su carta asssorbente. Mangiarli caldi.

Insalata di ceci, scaglie di cocco e rucola

insalata di ceci, scaglie di cocco e rucola

Unire i ceci al cocco in India non è poi così inusuale è un abbinamento conosciuto e anche usato in varie preparazioni calde come per esempio: Spinach, Chick Pea Coconut Curry ma anche fredde o in insalata. Comincia a suonare meno strano ora? Ho notato che anche in molti dolci vegan viene usato il cocco con la farina di ceci. A questo punto credo ormai di avervi convinto. Ma se ciò non fosse sicuramente Kja vi convincerà per me.
Potete tranquillamente gustarvi la vostra insalata quindi, io ve la suggerisco, mi piace come la croccatezza delle scaglie di cocco incontrano la morbidezza dei ceci e la rughetta rinfresca ogni boccone insieme al gusto dello zenzero. Usate un buon olio, premuto a freddo come per tutte le insalate.

INSALATA DI CECI SCAGLIE DI COCCO E RUCOLA

200 gr di ceci
50 gr di noce di cocco fresca
rucola
olio evo
sale
3 cm di zenzero fresco
cumino

Cuocere i ceci, io mi trovo bene a farlo con la pentola a pressione. Quando saranno tiepidi aggiungere la rucola lavata e la noce di cocco a scaglie, io ho usato un pelapatate.
Condire l'insalata con una citronette fatta dai olio, sale, zenzero e una punta di cucchiao di cumino. Mescolare bene.